Qui sotto la classifica del giornale e un ritratto-intervista a Colin "Pinetree" Meads, considerato il campione più grande. Meads, nato a Cambridge il 3 giugno 1936, vestì la maglia nera di seconda linea dal 1957 al 1971, collezionando 78 presenze, di cui 55 in test-match.
- Colin Meads
- Jonah Lomu
- Richie McCaw
- Sean Fitzpatrick
- Daniel Carter
- Michael Jones
- Christian Cullen
- John Kirwan
- Ken Gray
- Zinzan Brooke
- Wayne Shelford
- Bruce Robertson
- Don Clarke
- Ian Kirkpatrik
- Bryan Williams
- Dave Loveridge
- Sid Going
- Tana Umaga
- Kel Tremain
- Andrew Merthens
Pinetree, la leggenda
Da dove si comincia per parlare di Colin Earl Meads che è, per prestazioni, reputazione e fama, il più grande degli All Blacks e il giocatore del secolo?
Si potrebbe provare con l'ascolto dei suoi discorsi dopo i banchetti, che sono pieni della saggezza che viene dalla terra e di storie di un tempo che riproducono con il gusto e i ricordi del suo essere l'All Black numero 583. Nel suo lungo periodo di massimo splendore, Meads è sato gratificato da un fisico di 105 chili su un telaio ben temprato di 193 centimetri di muscoli e tendini, potenziato da un allenamento supremo e guidato da un'implacabile resistenza mentale Non era grosso per gli standard odierni, ma non c'erano molti avanti più grossi di lui ai suoi tempi.
"Questo mi ha aiutato, come anche la mia reputazione", ridacchia lui. Non molti rivali hanno avuto la meglio su "Pinetree", anche se nomina suo fratello minore Stan e il francese Walter Spanghero come due giocatori che gli hanno dato filo da torcere. "Spanghero era un flanker o n. 8, che poteva giocare seconda linea, come avvenne quando la Francia incontrò la mia King Country nel 1968. Mi costrinse a un bagno nelle touche quel giorno, o almeno me le rese difficili. Era un giocatore leale che andava a caccia della palla per tutto il tempo, esplosivo nel salto e duro come il teak. Stan era un saltatore meraviglioso e un ottimo atleta. Non sono mai riuscito a batterlo nella corsa sulle due miglia che facevamo sempre su per la collina per poi tornare a casa. Mi ha sempre sconfitto su quella salita. Ma ha avuto una serie terribile di infortuni, un ginocchio malandato dal 1960 e tre operazioni alle cartilagini ".
Meads ha vestito la sua prima maglia nera nel 1957 in Australia, facendo il suo debutto al fianco di sir Wilson Whineray, Frank McMullen e Terry Lineen contro i Wallabies. Nel test successivo fu spostato all'ala per 50 minuti, dove doveva marcare Alan Morton, che aveva corso nei Giochi dell'Impero. "Ho avuto un po' di paura là fuori negli spazi aperti", ricorda Meads. "Pat Walsh continuava a dirmi di farlo girare intorno a me, di non lasciarlo tagliare dentro. E quando ricevevo la palla mi diceva solo di corrergli dritto addosso".
Meads preferisce parlare di compagni e avversari piuttosto che di se stesso. Tuttavia comprende la curiosità del pubblico. I suoi migliori ricordi con la maglia degli All Blacks iniziano con il tour 1960 in Sudafrica, quando segnò una meta nel secondo test a Newlands. Meads, che stava giocando n. 8, andò in sostegno del break realizzato dal centro Kevin Laidlaw, ricevette il passaggio all'interno e diede gas fino alla linea. "Naturalmente quando lo racconto adesso dico che dovevo battere un mucchio di placcatori e tutto quel genere di cose. Ma è stata davvero una grande partita. Poi c'è stato il test contro il Galles nel 1963 all'Arms Park, quando abbiamo vinto 6-0, e la terza sfida contro i Boks nel '65 quando avremmo dovuto vincere la serie 4-0. Tiny Naudé calciò un grande penalty dal fango e John Gainsford segnò due mete. Quell'anno fu la fine dell'era Whineray. Era un grande capitano e un compagno straordinario. Siamo diventati grandi amici e cerco di stare sempre insieme con lui quando vengo a Auckland"
I tour in Sudafrica sono sempre stati un punto culminante per Meads. Nel 1960 il team ricevette il sostegno dei neri e dei coloured, che non potevano acquistare i biglietti e si riunirono a lato del campo. Meads tornò in Sudafrica nel 1964 per il 75° anniversario di quella Union. E giocò contro gli Springboks che erano in tour in Nuova Zelanda un anno dopo. Nel 1970 Meads e gli All Blacks furono di nuovo in Sudafrica e anche se il seconda linea ritiene che avessero sufficiente potenza di fuoco, erano troppo inconsistenti. Molti giocatori avevano perso la forma durante i quattro mesi di trekking. "Uno dei loro grandi uomini era Frik du Preez, ma non abbiamo avuto modo di confrontarci molto spesso, perché lui saltava in mezzo alla rimessa laterale e io al posto numero tre”.
"La Francia ha avuto un gran numero di seconde linee speciali, uomini molto fisici come Ali Cester, Benoit Dauga, gli Spanghero. Ho avuto una grande rivalità con Willie John McBride. Ma nel 1959 ho giocato qualche test anche contro Rhys Williams, che ho trovato molto difficile da marcare. Ero giovane e lui era un vecchio attore. Conosceva tutti i trucchi e mi ha dato alcune lezioni".
Il giocatore più brillante mai visto da Meads è stato però Jo Maso. Giocò apertura nel 1968 contro gli All Blacks e riuscì spesso a tagliarli a pezzi. Maso era compatto, veloce, fantastico sui suoi piedi.
Si potrebbe provare con l'ascolto dei suoi discorsi dopo i banchetti, che sono pieni della saggezza che viene dalla terra e di storie di un tempo che riproducono con il gusto e i ricordi del suo essere l'All Black numero 583. Nel suo lungo periodo di massimo splendore, Meads è sato gratificato da un fisico di 105 chili su un telaio ben temprato di 193 centimetri di muscoli e tendini, potenziato da un allenamento supremo e guidato da un'implacabile resistenza mentale Non era grosso per gli standard odierni, ma non c'erano molti avanti più grossi di lui ai suoi tempi.
"Questo mi ha aiutato, come anche la mia reputazione", ridacchia lui. Non molti rivali hanno avuto la meglio su "Pinetree", anche se nomina suo fratello minore Stan e il francese Walter Spanghero come due giocatori che gli hanno dato filo da torcere. "Spanghero era un flanker o n. 8, che poteva giocare seconda linea, come avvenne quando la Francia incontrò la mia King Country nel 1968. Mi costrinse a un bagno nelle touche quel giorno, o almeno me le rese difficili. Era un giocatore leale che andava a caccia della palla per tutto il tempo, esplosivo nel salto e duro come il teak. Stan era un saltatore meraviglioso e un ottimo atleta. Non sono mai riuscito a batterlo nella corsa sulle due miglia che facevamo sempre su per la collina per poi tornare a casa. Mi ha sempre sconfitto su quella salita. Ma ha avuto una serie terribile di infortuni, un ginocchio malandato dal 1960 e tre operazioni alle cartilagini ".
Meads ha vestito la sua prima maglia nera nel 1957 in Australia, facendo il suo debutto al fianco di sir Wilson Whineray, Frank McMullen e Terry Lineen contro i Wallabies. Nel test successivo fu spostato all'ala per 50 minuti, dove doveva marcare Alan Morton, che aveva corso nei Giochi dell'Impero. "Ho avuto un po' di paura là fuori negli spazi aperti", ricorda Meads. "Pat Walsh continuava a dirmi di farlo girare intorno a me, di non lasciarlo tagliare dentro. E quando ricevevo la palla mi diceva solo di corrergli dritto addosso".
Meads preferisce parlare di compagni e avversari piuttosto che di se stesso. Tuttavia comprende la curiosità del pubblico. I suoi migliori ricordi con la maglia degli All Blacks iniziano con il tour 1960 in Sudafrica, quando segnò una meta nel secondo test a Newlands. Meads, che stava giocando n. 8, andò in sostegno del break realizzato dal centro Kevin Laidlaw, ricevette il passaggio all'interno e diede gas fino alla linea. "Naturalmente quando lo racconto adesso dico che dovevo battere un mucchio di placcatori e tutto quel genere di cose. Ma è stata davvero una grande partita. Poi c'è stato il test contro il Galles nel 1963 all'Arms Park, quando abbiamo vinto 6-0, e la terza sfida contro i Boks nel '65 quando avremmo dovuto vincere la serie 4-0. Tiny Naudé calciò un grande penalty dal fango e John Gainsford segnò due mete. Quell'anno fu la fine dell'era Whineray. Era un grande capitano e un compagno straordinario. Siamo diventati grandi amici e cerco di stare sempre insieme con lui quando vengo a Auckland"
I tour in Sudafrica sono sempre stati un punto culminante per Meads. Nel 1960 il team ricevette il sostegno dei neri e dei coloured, che non potevano acquistare i biglietti e si riunirono a lato del campo. Meads tornò in Sudafrica nel 1964 per il 75° anniversario di quella Union. E giocò contro gli Springboks che erano in tour in Nuova Zelanda un anno dopo. Nel 1970 Meads e gli All Blacks furono di nuovo in Sudafrica e anche se il seconda linea ritiene che avessero sufficiente potenza di fuoco, erano troppo inconsistenti. Molti giocatori avevano perso la forma durante i quattro mesi di trekking. "Uno dei loro grandi uomini era Frik du Preez, ma non abbiamo avuto modo di confrontarci molto spesso, perché lui saltava in mezzo alla rimessa laterale e io al posto numero tre”.
"La Francia ha avuto un gran numero di seconde linee speciali, uomini molto fisici come Ali Cester, Benoit Dauga, gli Spanghero. Ho avuto una grande rivalità con Willie John McBride. Ma nel 1959 ho giocato qualche test anche contro Rhys Williams, che ho trovato molto difficile da marcare. Ero giovane e lui era un vecchio attore. Conosceva tutti i trucchi e mi ha dato alcune lezioni".
Il giocatore più brillante mai visto da Meads è stato però Jo Maso. Giocò apertura nel 1968 contro gli All Blacks e riuscì spesso a tagliarli a pezzi. Maso era compatto, veloce, fantastico sui suoi piedi.
"Sia Willie [Whineray] e BJ [Lochore] sono stati grandi uomini e grandi capitani. Willie in grado di gestire ogni occasione dentro e fuori dal campo, era imperturbabile e molto brillante". Quando Whineray si ritirò, Meads applaudì la decisione dell'allenatore Fred Allen di dare la fascia di capitano a Lochore. Non voleva quell'incarico e quando gli capitò di averlo nel 1971, pensò di rinunciare. Meads sentiva di avere più valore come semplice giocatore, come capitano la sua attenzione era più dispersa.
Pronostico per la Coppa del mondo. Meads non ha accesso a una risposta più di chiunque altro. Ma, salvo infortuni, sceglie gli All Blacks. "Non vogliamo perdere Daniel Carter. Abbiamo la possibilità di coprire ogni altro ruolo, ma lui è un bel pezzo di strada più avanti di chiunque altro nel mondo. Non è possibile avvolgere i giocatori nella bambagia, ma Carter è molto prezioso".Wynne Grey
Pronostico per la Coppa del mondo. Meads non ha accesso a una risposta più di chiunque altro. Ma, salvo infortuni, sceglie gli All Blacks. "Non vogliamo perdere Daniel Carter. Abbiamo la possibilità di coprire ogni altro ruolo, ma lui è un bel pezzo di strada più avanti di chiunque altro nel mondo. Non è possibile avvolgere i giocatori nella bambagia, ma Carter è molto prezioso".Wynne Grey
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