Umberto Levorato |
Umberto Levorato, per tutti “Lollo” se n'è andato a 79 anni. Il rugby italiano perde uno dei suoi monumenti. E' stato azzurro tra il 1956 e il 1965, capitano della nazionale nel '61 e nel '65, poi allenatore, anche dell'Italia. Pilone a Treviso e nelle Fiamme Oro, ha vinto 5 scudetti, prima di giocare in Francia, conquistandosi stima e amicizia tra i grandi del rugby transalpino. Si è spento a Favaro Veneto. Ecco due ricordi di “Lollo”, il secondo dei quali comparso sulla Tribuna di Treviso.
Sembrerà strano, ma per ricordare Levorato a me capita di dover partire dall'Equador. Alcuni anni fa ero sbarcato per qualche giorno a Quito durante un viaggio verso le Galapagos. Avevo prenotato un albergo praticamente a caso e del tutto casualmente mi trovai ad alloggiare in un piccolo hotel il cui proprietario era italiano. Anzi, aquilano. “Vi faccio subito una pastasciutta”. Poi, la prima sera ecco l'albergatore al nostro tavolo. E io a dirgli che a L'Aquila avevo parecchi amici, conosciuti al Fattori in occasione delle epiche sfide degli anni Ottanta con Treviso. E lui: “Rugby? Ma io ho giocato in serie A. Treviso? Sì, ci ho giocato contro e una cosa me la ricordo. Era la squadra di Levorato, fortissimo”. E via a prendere le foto.
Questo per dire quanto indelebile fosse, anche dall'altra parte del mondo e mezzo secolo dopo, il ricordo di un pilone formidabile, ma soprattutto di un uomo che con la sua passione era capace di contagiare chiunque gli capitasse a tiro.