sabato 15 ottobre 2011

Rolland, sabotaggio su Wikipedia



Il profilo dell'arbitro Alain Rolland su Wikipedia è stato sabotato dopo la sua decisione di espellere il capitano del Galles Sam Warburton. Nelle prime righe è stata inserita la frase "un pazzo che ha erroneamente espulso Sam Warburton". Più avanti si "completa" il testo con questa frase: "Rolland, il cui padre è francese, parla correntemente il francese facendo di lui un arbitro terribilmente neutrale nelle partite che coinvolgono la Francia e squadre che parlano inglese". Modificata anche la scheda biografica in cui al nome viene aggiunto "bit of a knob" (pezzo di idiota). Rolland non è il primo a subire un bombardamento sulla più frequentata encoclopedia online. Analogo trattamento era toccato a Bryce Lawrence dopo Australia-Sudafrica. I gestori di Wikipedia sono intervenuti ripulendo il testo e bloccando ulteriori accessi.

Sessantamila col cuore spezzato al Millennium

Erano in sessantamila al Millennium Stadium per assistere alla semifinale trasmessa sui grandi schermi. Walesonline ci racconta qual era l'atmosfera.


L'atmosfera era elettrica. Il Millennium Stadium è stato inondato di magliette rosse a sostegno del Galles nella convinzione che potevamo andare fino in fondo. I fan gallesi (uno o due i francesi) hanno cantato con passione gli inni nazionali e nell'umore c'era attesa, felicità, un po' di nervosismo. Con “Only Men Aloud” la stella del West-end nata nel Rhondda Sophie Evans ha riscaldato la folla per la partita più importante nella storia del rugby gallese. Diciotto minuti dopo, lo stadio sembrava un obitorio quando il capitano Sam Warburton è stato espulso per un placcaggio controverso. Coraggiosamente i nostri 14 giocatori hanno continuato a lottare e quando Mike Phillips ha ruggito per l'unica meta del match il tetto dello stadio è quasi saltato. Nei dieci minuti finali la folla aspettava col fiato sospeso che il nostro team riuscisse a varcare la linea o a tentare un drop. Ma così non doveva essere, e c'erano lacrime, discussioni e incredulità per quanto accaduto negli 80 minuti. Gareth Davies da Cardiff ha detto: "C'è stata una grande atmosfera fino al cartellino rosso, ma la gente è assolutamente impazzita quando Phillips ha segnato. Sono distrutto per il risultato, avremmo dovuto vincere, ma non abbiamo sfruttato le nostre occasioni. Incredibile la prestazione dai ragazzi, non sono mai stato più orgoglioso di essere gallese".

Un cartellino rosso ha deciso la semifinale

Mentre Midi Olympyque si segnala per il titolo più brillante ("La Francia passa col rosso"), il New Zealand Herald commenta a caldo una semifinale chiaramente condizionata dall'espulsione di Warburton: "Un cartellino rosso rovina lo spettacolo della semifinale".

Warburton espulso dopo 18 minuti
C'è mai stato qualcuno meno meritevole della finale di una Coppa del mondo di questa Francia, che ha perso due partite della fase a gironi e vinto in semifinale facendo nulla più di una buona rimessa laterale e di una difesa efficace? I francesi hanno vinto per un semplice motivo: avevano più giocatori in campo.

Francia in finale, battuto un Galles eroico

FRANCIA-GALLES 9-8

Il placcaggio di Warburton

E' andato tutto storto al Galles. L'infortunio al pilone Adam Jones dopo pochi minuti. Poi l'espulsione al 18' del capitano Sam Warburton per un placcaggio illegale. Da quel momento in poi una partita eroica dei gallesi, nobilitata dall'unica meta del match, segnata dal mediano di mischia Mike Phillips. Ma sul 9-8 per i francesi la trasformazione di Stephen Jones che finisce sul palo. La Francia non ha fatto nulla di significativo per vincere, va però in finale grazie ai tre calci di Parra. Il Galles può recriminare sulla cattiva giornata di Hook al piede, mentre Halfpenny ha mancato di poco un penalty da metà campo quasi allo scadere. Fino al termine il Galles in 14 ha continuato ad attaccare, ma non ha avuto la lucidità di liberare la palla per un drop di Stephen Jones. Commovente l'ultima azione in 22 fasi con i gallesi esausti e ormai incapaci di avanzare, fino all'errore inevitabile.

venerdì 14 ottobre 2011

All'Eden Park con le ceneri di papà


Quando si dice pazzo ovale... Il gallese Barrie-John Partridge, e l'assonanza del nome con quello della grande apertura doveva far sospettare qualcosa fin dall'inizio, ha portato le ceneri del padre in Nuova Zelanda. Barrie-David Partridge è morto in agosto, ma non ha perso nessuna partita del Galles alla Coppa del mondo. Il figlio, che con il babbo aveva già prenotato biglietti e alberghi, ha deciso di portare con sè i resti del defunto. "Questa coppa significava tutto per papà - ha detto Barrie-John - viveva per il rugby e mi ha trasmesso la sua passione. Ho portato le sue ceneri in tribuna nelle partite del girone e poi nel quarto di finale contro l'Irlanda. Sono convinto che papà abbia dato una spinta per la nostra vittoria. E se il Galles andrà in finale, naturalmente ci saremo anche noi".

Nuova Zelanda-Australia: un pronostico

Nuova Zelanda-Australia, la semifinale più attesa, con tutti gli ingredienti per diventare un match leggendario. Così lo presenta Planetrugby.com, sito "neutrale" con base in Sudafrica. Pronostico? Si potrebbe andare ai supplementari, lieve preferenza per gli All Blacks.

Richie McCaw e David Pocock
Non c'è niente di meglio! Su un campo di rugby non esiste una sfida più feroce che tra Nuova Zelanda e Australia, con le nazioni ai primi due posti del ranking una di fronte all'altra per un posto nella finale dei Mondiali. Dopo un mese ricco di eventi, le ultime quattro squadre rimaste arivano all'Eden Park di Auckland per due avvincenti semifinali: la rivelazione del torneo Galles contro il grande enigma della Francia e un altro capitolo della lunga rivalità All Blacks-Wallabies.
Ironia della sorte, sono le stesse semifinaliste della Coppa del mondo inaugurale in Nuova Zelanda, anche se intrecciate diversamente. Ma la grande domanda sulla bocca di tutti è se vedremo una ripetizione della finale 1987. Perché ciò accada, Nuova Zelanda e Francia devono prevalere nelle rispettive semifinali. Più facile a dirsi che a farsi.

Francia-Galles, un pronostico

Prima semifinale. Ecco la presentazione della sfida contenuta nel sito Planetrugby.com. Che dà i gallesi favoriti.
Sam Warburton
 

Thierry Dusatoir











La miseria di 80 minuti questo sabato è tutto ciò che divide il Galles e la Francia dall'essere la prima nazione in finale alla Coppa del mondo. Dite quello che volete su di loro, ma i francesi sono ancora in piedi nonostante ciò che stava diventando un'uscita di scena imbarazzante per Marc Lièvremont. E che differenza può fare una settimana, da quando si parlava di loro come se avessero una piccola possibilità di battere l'Inghilterra, mentre oggi molti definiscono la situazione da “testa o croce”.

Semifinali: le formazioni

Sabato Francia-Galles, domenica Nuova Zelanda-Australia. Tutto pronto per il penultimo atto del mondiale. Ecco le formazioni.

Kurtley Beale
AUSTRALIA: Robbie Deans ha inserito Kurtley Beale nel XV di partenza dei Wallabies, ma non è ancora del tutto certo di poterlo utilizzare. Se non dovesse farcela (stiramento), estremo giocherà Ashley-Cooper, con Faingaa centro. Rientra dall'infortunio alla spalla McCabe e torna in panchina Barnes. Piena fiducia a Quade Cooper in mediana.
XV: 15 Kurtley Beale (Adam Ashley-Cooper); 14 Jams O'Connor, 13 Adam Ashley-Cooper (Anthony Faingaa), 12 Pat McCabe, 11 Digby Ioane; 10 Quade Cooper, 9 Will Genia; 1 Sekope Kepu, 2 Stephen Moore, 3 Ben Alexander; 4 Dan Vickerman, 5 James Horwill (capt), 6 Rocky Elsom, 7 David Pocock, 8 Radike Samo
Riserve: Tatafu Polota-Nau, James Slipper, Rob Simmons, Ben McCalman, Luke Burgess, Berrick Barnes, Anthony Faingaa (Rob Horne).

Questi gli All Blacks: Sonny Bill in panchina

C'è Richie McCaw, che si è allenato poco in questi giorni per i guai al piede. Rientrano Israel Dagg e Richard Kahui, mentre Sonny Bill Williams va in panchina. Questi gli All Blacks scelti da Graham Henry per la semifinale contro l'Australia.

15. Israel Dagg
14. Cory Jane
13. Conrad Smith
12. Ma'a Nonu
11. Richard Kahui
10. Aaron Cruden
9. Piri Weepu
1. Tony Woodcock
2. Keven Mealamu
3. Owen Franks
4. Samuel Whitelock
5. Brad Thorn
6. Jerome Kaino
7. Richie McCaw (captain)
8. Kieran Read

Riserve: Andrew Hore, Ben Franks, Ali Williams, Victor Vito, Andy Ellis, Stephen Donald, Sonny Bill Williams

Nessun fuoriclasse all'apertura, comanda il numero 9

Quattro squadre rimaste in gara e nessun fuoriclasse all'apertura. Non era mai accaduto. Uscito dal torneo Dan Carter, restano sulla scena registi inesperti, anche ricchi di talento, ma non ancora capaci di garantire standard di eccellenza assoluta. Sembra che il baricentro delle scelte di gioco si sia spostato dai numeri 10 ai numeri 9. Il New Zealand Herald analizza la novità.

Will Genia
Fox, Lynagh, Stransky, Larkham e Wilkinson. Leggende facili da ricordare anche senza i nomi di battesimo. Sono state figure cardine nelle squadre che si sono avvicendate alla Coppa del mondo. Grant Fox e Michael Lynagh non erano solo registi, ma anche voci dominanti nelle loro rispettive squadre. Stephen Larkham e Jonny Wilkinson avevano qualità marcatamente differenti, ma i piani di gioco delle loro squadre erano elaborati attorno a ciò che loro potevano offrire. Nel confronto con gli altri, il fascino di Joel Stransky era più limitato - ha giocato solo 22 test - ma era un'apertura perfetta di "sistema" per una squadra che si affidava alla potenza degli avanti alla conquista del territorio. Quando si analizza il ruolo avuto da questi giocatori nelle campagne di Coppa del mondo, e lo si confronta con quello che abbiamo in questa coppa orfana di Dan Carter, la conclusione inevitabile che il livello mondiale delle aperture non è mai stato così basso.

Avanti, trequarti e alcuni luoghi comuni sfatati

Sul Daily Telegraph Paul Ackford si esercita a elencare alcuni luoghi comuni del rugby sfatati da questa Coppa del mondo.

Cory Jane
Victor Matfield e John Smit hanno lasciato i Boks, Brian O'Driscoll l'Irlanda, Mario Ledesma l'Argentina, Jonny Wilkinson, Mike Tindall e Lewis Moody è improbabile che vestano ancora la maglia dell'Inghilterra e ci saranno altri pensionamenti notevoli e retrocessioni mentre questo torneo arriva al punto culminante nei prossimi dieci giorni. Fa tutto parte del rugby. Ma che accade di altre verità che hanno fatto parte del folklore del rugby nel corso degli anni? Alcune di esse devono essere in fase di revisione visto quello che è successo in questa Coppa del mondo. Ecco qui, da prendere con una buona dose di sale, quelle che possiamo considerare alcune nuove confutazioni ovali.

giovedì 13 ottobre 2011

Stampa, arbitri e spie: i mondiali fuori dal campo

Cresce la tensione in vista delle semifinali di sabato e domenica. La Coppa del mondo si gioca anche fuori dal campo, utilizzando strumenti mediatici, tentando di condizionare gli arbitraggi e persino mettendo in opera strategie di controspionaggio da film.

Bryce Lawrence
Guai ai favoriti. Gli australiani si sono fieramente opposti all'idea di essere considerati i favoriti per la vittoria finale. Un ruolo che, secondo alcuni, spetterebbe loro dopo la conquista del titolo del Tri Nations. Secondo i Wallabies tutta la pressione del pronostico va scaricata sugli All Blacks. "Sono i numeri uno del ranking mondiale - ha dichiarato Rocky Elsom - e intorno a loro c'è l'aspettativa di tutto un paese che chiede di vincere non solo la semifinale, ma di arrivare fino in fondo".

martedì 11 ottobre 2011

Perché la Francia è risorta

Dopo una prima fase disastrosa, la Francia si è improvvisamente ritrovata e ha battuto l'Inghilterra. Pierre Villepreux su Midi Olympique cerca di spiegare perché. Un'analisi profonda e complessa di una resurrezione.

Maxime Medard
La vittoria francese contro gli inglesi ha riconciliato i Blues con il gioco. Le modalità della sua realizzazione confermano che i fondamentali, "avanzare assicurando con intelligenza un sostegno sia in attacco sia in difesa," sono gli ingredienti principali che hanno permesso al gioco dei Tricolores di assumere un'altra dimensione, un'altra consistenza. Di conseguenza, fare di questa vittoria l'effetto di una ribellione dei giocatori tesa a riappropriarsi del gioco mi sembra problematico. di adattarsi alla realtà dell'opposizione e alle caratteristiche del gioco dei gallesi correttamente catalogati come dediti al gioco. Bisogna diffidare del rugby che questa squadra sa sviluppare da un bel po' di tempo e, inoltre, la giovinezza e l'entusiasmo di questo gruppo saranno un vantaggio aggiunto.

lunedì 10 ottobre 2011

Springboks, l'ora degli addii

E' stata l'ultima partita in verdeoro per il discusso coach Peter de Villiers, per il capitano campione del mondo John Smith, per un monumento come Victor Matfield. E' l'ora degli addi per gli Springboks dopo la sconfitta con l'Australia. Le polemiche non mancheranno, ma secondo il sito sudafricano Supersport.com non è il caso di recriminare su quest'ultimo match. Salvo che per l'arbitraggio e il risultato.


Le conseguenze della sconfitta in Coppa del mondo sono brutali: poche ore dopo gli Springboks erano in partenza al mattino presto da Wellington per tornare a casa in Sudafrica, senza la Webb Ellis Cup con la quale arrivarono nel 2007. Alla conferenza stampa prevista per lunedì sera al Johannesburg International Airport l'allenatore e il capitano dovranno sicuramente affrontare alcune domande difficili. Una di queste è se Peter de Villiers abbia sbagliato schierando John Smit nei quarti contro i Wallabies e se sia stato un errore affidare le speranze di vittoria a così tanti vecchi veterani. Ma mentre era giusto fare queste domande quando i Boks erano lì, possono essere considerate irrilevanti se si tiene conto dalle circostanze della sconfitta per 11-9 al Wellington Stadium che li ha condannati a un'uscita prematura.

Cruden ha già vinto la partita più dura: il cancro

Aaron Cruden sotto pressione in vista della semifinale con l'Australia? No, perché non può avere paura un ragazzo che ha già sconfitto il cancro. E' quanto ha dichiarato il padre dell'apertura All Black, secondo quanto riportato dall'agenzia France Press.


Stu Cruden, padre del giovane Aaron, aveva intenzione di portare il figlio a Disneyland dopo che era stato escluso dalla selezione per la Coppa del mondo. "La scorsa settimana stava progettando una vacanza negli Stati Uniti e pensavamo di essere lì in questo momento, ora invece Aaeon si appresta a giocare contro l'Australia nella semifinale della Coppa del mondo", ha detto il Cruden più anziano a TVNZ. "Le cose cambiano molto rapidamente, questo è lo sport … ma è abbastanza surreale per tutti noi".Il giocatore, che sul sito degli All Blacks definisce il ciclista Lance Armstrong, un compagno sopravvissuto al cancro, come la persona che più vorrebbe incontrare, è andato avanti, dice suo padre: "Sarà il primo a dirti che ormai sta facendo un'altra parte del suo viaggio. Il suo cancro è in remissione ed è lì che vuole che rimanga. Vuole solo andare avanti con la vita. E qualunque cosa la vita gli faccia arrivare addosso, lui è disposto ad accettare la sfida".

Il Galles può vincere il mondiale?

Il Galles può vincere il mondiale? Se lo chiede il Telegraph e fornisce alcune risposte interessanti.
 
1. Eccellente stato di forma
Non c'è mai stata una squadra gallese meglio preparata e così in forma. E' la base di tutto ciò che stanno facendo in Nuova Zelanda e che permette loro di brillare.

La maledizione del numero 10

Aaron Cruden
Dopo Dan Carter, Colin Slade. Anche il mediano di apertura designato per sostituire il fuoriclasse dei Crusaders si è infortunato durante il match con l'Argentina ed è fuori dal mondiale. Problemi all'inguine, proprio come Carter. A casa anche Mils Muliaina, che si è rotto una spalla giocando la sua centesima partita con gli All Blacks. Al loro posto i selezionatori neozelandesi hanno convocato Stephen Donald e Hosea Gear. Ma è il ventunenne Aaron Cruden ora al centro dell'attenzione.

domenica 9 ottobre 2011

Tutti pazzi per Warburton


Entusiasmo alle stelle in Galles dopo la vittoria sull'Irlanda che ha portato i dragoni in semifinale. Il giovane capitano Sam Warburton è al centro di una specie di follia collettiva che si esprime anche su Twitter. Ecco alcuni dei messaggi riportati da WalesOnline.
"Sam è la cosa migliore dai tempi del pane affettato".
"Il Millennium Stadium ha il tetto scorrevole perché Dio possa vedere Sam giocare".
"Sam Warburton non ha bisogno dell'assicurazione sulla vita, è la vita che ha bisogno di assicurarsi Sam Warburton".
"Quando Sam Warburton sussurra non riesci a sentire Phil Vickery che grida".
"Sam non attraversa la strada, è l'altro lato della strada che gli va incontro".
"Quando Freddy Kruger va a dormire teme che Sam vada a trovarlo"
"Shane Williams è nato da una costola di Sam Warburton".

Martin Johnson sulla graticola

Il naufragio dell'Inghilterra rimette in discussione tutta la strategia di Martin Johnson, capitano campione del mondo ma mai del tutto convincente in cabina di regia. Ecco l'opinione di Paul Ackford sul Telegraph.

 
Nell'aprile del 2008 Brian Ashton fu licenziato dalla Rugby Football Union dopo aver portato l'Inghilterra alla finale della Coppa del mondo 2007 e al secondo posto nel Sei Nazioni 2008. Il suo tasso di successo in 28 partite era stato, secondo quei tali che abitano i corridoii del potere a Twickenham, un malsano e insoddisfacente 54,5%. Sabato mattina Martin Johnson ha condotto l'Inghilterra alla porta d'uscita nei quarti di finale della Coppa del mondo, uguagliando le delusioni simili del 1987 e del 1999, a parte il fatto di aver vinto il Sei Nazioni 2011. Il tasso di successo di Johnson in tre anni e 38 partite è stato del 55,3%. Fate un po' i conti.

Seconda semifinale: Nuova Zelanda-Australia

AUSTRALIA-SUDAFRICA 11-9
NUOVA ZELANDA-ARGENTINA 33-10


Ci ha messo 68 minuti la Nuova Zelanda a segnare una meta all'Argentina. Poi la marcatura liberatoria di Kieran Reed raddoppiata in chiusura da quella di Brad Thorn. Ma erano stati i Pumas a varcare per primi la linea portandosi in vantaggio alla mezz'ora con Julio Farias Cabello. A riportare avanti gli All Blacks ci aveva pensato Piri Weepu, preciso al piede e autore di 21 punti. Gli All Blacks sono stati messi in difficoltà dalla difesa aggressiva degli argentini e ancor più dalla loro capacità di rallentare il ritmo di gioco, anche a costo di commettere qualche fallo. Non ha fugato i dubbi sulla propria consistenza emotiva Colin Slade, il sostituto di Dan Carter. Ha comunque dovuto lasciare anche lui il campo per infortunio già nel primo tempo, come è stato costretto a fare nell'intervallo Mils Muliaina, al suo centesimo cap. Il giovane Aaron Cruden all'apertura ha gradualmente preso confidenza con il gioco ed è cresciuto con la squadra nella ripresa, quando il raggio d'azione della difesa argentina si è fatalmente ridotto e il gioco al largo degli All Blacks ha finalmente dato i suoi frutti.
In precedenza l'Australia aveva conquistato la semifinale al termine di una battaglia campale con gli Springboks. L'unica meta dell'incontro è stata segnata da James Horwill nei primi minuti, sfruttando un errore dei sudafricani nei 22. Poi, per quasi tutto l'arco del match, gli Springboks si sono insediati nel territorio avversario. Hanno mancato numerose azioni da meta, ma sono riusciti comunque a portarsi in vantaggio con un drop di Morne Steyn quando la partita stava entrando nell'ultimo quarto. Un altro tentativo di Lambie è finito fuori di un soffio. Un fallo di Danie Rossouw in touche ha concesso però a James O'Connor l'occasione di riportare in vantaggio i Wallabies da posizione difficile. La stoica difesa australiana ha retto all'urto degli Springboks, rimediando anche ad alcuni errori di Quade Cooper che potevano risultare letali. Ancora una volta fantastica la prestazione di Pocock nel gioco a terra.
Sarà dunque Nuova Zelanda-Australia la semifinale dell'emisfero sud. Per molti la vera finale.