Inghilterra-Argentina 13-9
Francia-Giappone 47-21
Scozia-Romania 34-24
Figi-Namibia 49-25
In campo tre squadre europee del Sei Nazioni. Hanno vinto tutte, ma con molta fatica. L'Inghilterra ha superato i Pumas solo grazie a una meta del mediano di mischia di riserva Ben Youngs nell'ultimo quarto d'ora. Partita durissima, che ha visto gli argentini in vantaggio fino al 66' nonostante l'infortunio a Contepomi. La Francia ha dilagato negli ultimi 15 minuti, ma il risultato è stato fin troppo punitivo nei confronti del Giappone di John Kirwan, che al 67' era sotto di soli quattro punti. Gelidi commenti di Lievremont, il tecnico francese che a fine torneo sarà sostituito. Ha rischiato seriamente di perdere la Scozia, che a 13 minuti dalla fine soccombeva alla Romania per 24-21. Poi il pareggio di Paterson al piede e la meta liberatoria di Simon Danielli. Vittoria in tipico stile d'attacco per le Figi contro la Namibia, che comunque ha segnato due mete. Per i figiani quattro volte a segno l'ala Vareniki Goneva. Piccolo record per l'apertura namibiana Theuns Kotze: tre drop in cinque minuti.
sabato 10 settembre 2011
L'haka, un ponte tra bianchi e maori
L'esecuzione dell'haka è uno dei momenti di grande fascino del gioco. In tutto il mondo viene riconosciuta come il marchio di fabbrica del rugby neozelandese. La sua importanza è cresciuta nel corso degli anni, di pari passo con la rivalutazione della cultura maori. Con questa intervista Liberation ricostruisce la sua storia.
Malcolm Mulholland è un professore della Massey University. Specialista del rugby maori, è membro della tribù Ngati Toa, che ha composto la Ka Mate, la tradizionale haka degli All Blacks. Ci parla di questa lunga storia.
Qual è l'origine dell'haka nel rugby neozelandese?
L'introduzione della haka risale al 1884. La prima squadra nazionale aveva visitato il New South Wales (la zona di Sydney, ndr) per un tour. L'haka eseguita all'epoca si chiamava "Ake Ake kia Kaha," che significa "essere forte per sempre". Poi l'haka è stata eseguita di nuovo nel 1888, durante il tour dei "Natives" (una squadra di rugby prevalentemente maori, ndr) in Europa. E' stato il più lungo tour della storia con 107 partite giocate in 14 mesi. Poi arriviamo al 1905, con gli "All Blacks Originals", il primo tour ufficiale degli All Blacks. E' stato durante il loro viaggio nelle isole britanniche che hanno iniziato a realizzare la Ka Mate, l'haka più conosciuta oggi. Due erano i maori nel team: Bill Cunningham, di Auckland, e Billy Stead, vice-capitano. Quest'ultimo proveniva da Invercargill ed era riluttante a fare questa particolare haka. Infatti, la Ka Mate è stata composta da Te Rauparaha, capo guerriero Ngati Toa che aveva massacrato la sua tribù nel 1830. Fu allora comunque che l'haka Ka Mate diventò emblema degli All Blacks. Eppure, è stata eseguita principalmente all'estero, molto raramente in Nuova Zelanda. Ma quell'haka non aveva niente a che fare con quella che conosciamo oggi. Noi la chiamavamo con un sorriso "haka dei pakeha", l'haka dei bianchi, perché i giocatori non sapevano che cosa stavano facendo, si accontentavano di schiaffi sulle gambe e di saltare in aria.
Qual è l'origine dell'haka nel rugby neozelandese?
L'introduzione della haka risale al 1884. La prima squadra nazionale aveva visitato il New South Wales (la zona di Sydney, ndr) per un tour. L'haka eseguita all'epoca si chiamava "Ake Ake kia Kaha," che significa "essere forte per sempre". Poi l'haka è stata eseguita di nuovo nel 1888, durante il tour dei "Natives" (una squadra di rugby prevalentemente maori, ndr) in Europa. E' stato il più lungo tour della storia con 107 partite giocate in 14 mesi. Poi arriviamo al 1905, con gli "All Blacks Originals", il primo tour ufficiale degli All Blacks. E' stato durante il loro viaggio nelle isole britanniche che hanno iniziato a realizzare la Ka Mate, l'haka più conosciuta oggi. Due erano i maori nel team: Bill Cunningham, di Auckland, e Billy Stead, vice-capitano. Quest'ultimo proveniva da Invercargill ed era riluttante a fare questa particolare haka. Infatti, la Ka Mate è stata composta da Te Rauparaha, capo guerriero Ngati Toa che aveva massacrato la sua tribù nel 1830. Fu allora comunque che l'haka Ka Mate diventò emblema degli All Blacks. Eppure, è stata eseguita principalmente all'estero, molto raramente in Nuova Zelanda. Ma quell'haka non aveva niente a che fare con quella che conosciamo oggi. Noi la chiamavamo con un sorriso "haka dei pakeha", l'haka dei bianchi, perché i giocatori non sapevano che cosa stavano facendo, si accontentavano di schiaffi sulle gambe e di saltare in aria.
venerdì 9 settembre 2011
Mark Ella: occhio alla mischia italiana
Mark Ella è stato il genio del rugby australiano negli anni '80 e conosce bene l'Italia per aver allenato a Milano. Questo il suo punto di vista sulla sfida con gli azzurri pubblicato sull'Australian.
Will Genia in allenamento prima del match con l'Italia |
I Wallabies si troveranno ad affrontare un test severo contro la sfavorita l'Italia nel testa a testa di domani al North Harbour Stadium di Auckland, match che lancia la sfida australiana per la sua terza Webb Ellis Cup. Gli italiani non sono noti per un rugby raffinato ed elegante, ma piuttosto per il loro approccio abrasivo, che va diretto al punto e li rende un avversario difficile.
Tutti sanno che gli italiani hanno un pack forte e competitivo, in particolare in mischia chiusa, ma più la palla viaggia lontano dalla sicurezza dei loro avanti, meno potenti diventano.
Tutti sanno che gli italiani hanno un pack forte e competitivo, in particolare in mischia chiusa, ma più la palla viaggia lontano dalla sicurezza dei loro avanti, meno potenti diventano.
All Blacks, buona la prima
NUOVA ZELANDA 41
TONGA 10
TONGA 10
E' stata una festa per i neozelandesi, ma c'era anche un senso di sollievo.
Per i giocatori, è un sollievo che la Coppa del mondo sia finalmente cominciata dopo mesi di parole. Per molti fan è un sollievo che tutti i 22 All Blacks, e due in particolare, siano usciti dal campo apparentemente illesi. Era importante per la Nuova Zelanda vincere, ma anche che Dan Carter e Richie McCaw non si infortunassero. I tongani sono rinomati per la loro fisicità e ne hanno distribuita parecchia, dopo un'apertura emozionante - lacrime scorrevano sul volto Finau Maka, durante gli inni - e c'era sempre il pericolo che potesse accadere l'impensabile. Gli All Blacks possono parlare di profondità all'interno della loro squadra, e lo fanno, ma due giocatori sono insostituibili. Carter è sembrato a disagio quando è uscito al 74' e ha subito chiesto un impacco di ghiaccio per la sua schiena, ma è improbabile che si possa tenerlo lontano dall'azione nelle prossime settimane.
Il XV azzurro per il debutto
Questa la formazione scelta da Mallett per affrontare domenica l'Australia.
15 Andrea MASI (Aironi Rugby, 61 caps)
14 Tommaso BENVENUTI (Benetton Treviso, 8 caps)
13 Gonzalo CANALE (Clermont-Auvergne, 68 caps)
12 Gonzalo GARCIA (Benetton Treviso, 22 caps)
11 Mirco BERGAMASCO (Racing-Metro Paris, 82 caps)
10 Luciano ORQUERA (Aironi Rugby, 24 caps)
9 Fabio SEMENZATO (Benetton Treviso, 5 caps)
8 Sergio PARISSE (Stade Francais, 79 caps) - capitano
7 Robert BARBIERI (Benetton Treviso, 15 caps)
6 Alessandro ZANNI (Benetton Treviso, 54 caps)
5 Cornelius VAN ZYL (Benetton Treviso, 2 caps)
4 Carlo Antonio DEL FAVA (Aironi Rugby, 53 caps)
3 Martin CASTROGIOVANNI (Leicester Tigers, 78 caps)
2 Leonardo GHIRALDINI (Benetton Treviso, 38 caps)
1 Andrea LO CICERO (Racing-Metro Paris, 88 caps)
A disposizione; 16 Tommaso D'APICE (Aironi Rugby, 2 caps) 17 Lorenzo CITTADINI (Benetton Treviso, 6 caps) 18 Marco BORTOLAMI (Aironi Rugby, 85 caps) 19 Paul DERBYSHIRE (Benetton Treviso, 12 caps) 20 Edoardo GORI (Benetton Treviso, 5 caps) 21 Riccardo BOCCHINO (Estra I Cavalieri Prato, 8 caps) 22 Luke MCLEAN (Benetton Treviso, 29 caps).
15 Andrea MASI (Aironi Rugby, 61 caps)
14 Tommaso BENVENUTI (Benetton Treviso, 8 caps)
13 Gonzalo CANALE (Clermont-Auvergne, 68 caps)
12 Gonzalo GARCIA (Benetton Treviso, 22 caps)
11 Mirco BERGAMASCO (Racing-Metro Paris, 82 caps)
10 Luciano ORQUERA (Aironi Rugby, 24 caps)
9 Fabio SEMENZATO (Benetton Treviso, 5 caps)
8 Sergio PARISSE (Stade Francais, 79 caps) - capitano
7 Robert BARBIERI (Benetton Treviso, 15 caps)
6 Alessandro ZANNI (Benetton Treviso, 54 caps)
5 Cornelius VAN ZYL (Benetton Treviso, 2 caps)
4 Carlo Antonio DEL FAVA (Aironi Rugby, 53 caps)
3 Martin CASTROGIOVANNI (Leicester Tigers, 78 caps)
2 Leonardo GHIRALDINI (Benetton Treviso, 38 caps)
1 Andrea LO CICERO (Racing-Metro Paris, 88 caps)
A disposizione; 16 Tommaso D'APICE (Aironi Rugby, 2 caps) 17 Lorenzo CITTADINI (Benetton Treviso, 6 caps) 18 Marco BORTOLAMI (Aironi Rugby, 85 caps) 19 Paul DERBYSHIRE (Benetton Treviso, 12 caps) 20 Edoardo GORI (Benetton Treviso, 5 caps) 21 Riccardo BOCCHINO (Estra I Cavalieri Prato, 8 caps) 22 Luke MCLEAN (Benetton Treviso, 29 caps).
Il rispetto australiano per l'Italia
Matt Burke, ex estremo dei Wallabies, analizza sul Sydney Morning Herald i punti chiave del prossimo match Australia-Italia. Il suo articolo conferma che gli azzurri hanno conquistato una buona reputazione anche nel'emisfero sud.
I Wallabies cominciano domenica la loro campagna di Coppa del mondo contro l'Italia e anche se non possono essere considerati una potenza europea del rugby, ma gli Azzurri sono abbastanza potenti da provocare preoccupazioni nei Wallabies quando entraranno in campo al North Harbour Stadium. Gli italiani sanno giocare - quest'anno al Sei Nazioni hanno battuto la Francia e avrebbero dovuto prendere un paio di altri scalpi. La storia dice che non hanno mai superato la fase a gironi, il che suggerisce che la partita dovrebbe essere una passeggiata nel parco per i Wallabies. Ma gli australiani hanno sempre trovato difficoltà a sbarazzarsi di questa squadra. E quando si è tra i favoriti per il torneo, ogni squadra eleva il proprio gioco nel tentativo di creare la sorpresa.
giovedì 8 settembre 2011
Pazzo ovale/1
Legione straniera. Alla Coppa del mondo solo tre squadre hanno tutti i loro giocatori nati all'interno dei confini nazionali: Argentina, Georgia e Romania. Ecco quanti giocatori “stranieri” schierano le altre: Australia 7, Canada 5, Inghilterra 8, Figi 5, Francia 2, Irlanda 4, Italia 11, Giappone 10, Namibia 5, Nuova Zelanda 4, Russia 2, Samoa 15, Scozia 7, Sudafrica 1, Tonga 9, Usa 12, Galles 5.
Cinque grandi, All Blacks favoriti
Vigilia di Coppa del mondo. Ecco il pronostico di Paul Ackford, ex seconda linea dell'Inghilterra, sul Daily Telegraph.
Per me ci sono solo cinque grandi. Ci possono anche essere 20 nazionali che si battono in 48 partite lungo l'arco di sei settimane, ma scommetto una sterlina contro un penny che la finale sarà una battaglia fra due di queste: Inghilterra, Francia, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda.
Non che io dia molte possibilità agli Springboks. I campioni del mondo non si sono spostati in avanti di un centimetro da quando hanno battuto l'Inghilterra quattro anni fa a Parigi. Troppo vecchi, troppo conservatori, stanno nel quintetto semplicemente perché sono la nazione più ostinata nel mondo di rugby, con un pack estremamente fisico e il miglior mediano di mischia del mondo, Fourie du Preez. Ma la scintilla, l'immaginazione? Lasciamo perdere.
mercoledì 7 settembre 2011
I primi All Blacks: fuori Muliaina e Smith
Scelti gli All Blacks che disputeranno venerdì la partita inaugurale della Coppa del mondo contro Tonga. Dagg estremo, Kahui all'ala, Sonny Bill Williams in campo dall'inizio. Fuori Muliaina, Guilford e Smith. Ecco la formazione annunciata da Graham Henry (tra parentesi i caps).
1. Tony Woodcock (76)
2. Andrew Hore (55)
3. Owen Franks (24)
4. Brad Thorn (52)
5. Ali Williams (66)
6. Jerome Kaino (41)
7. Richie McCaw - captain (98)
8. Victor Vito (8)
9. Jimmy Cowan (47)
10. Daniel Carter (83)
11. Isaia Toeava (32)
12. Sonny Bill Williams (7)
13. Ma'a Nonu (60)
14. Richard Kahui (12)
15. Israel Dagg (7)
2. Andrew Hore (55)
3. Owen Franks (24)
4. Brad Thorn (52)
5. Ali Williams (66)
6. Jerome Kaino (41)
7. Richie McCaw - captain (98)
8. Victor Vito (8)
9. Jimmy Cowan (47)
10. Daniel Carter (83)
11. Isaia Toeava (32)
12. Sonny Bill Williams (7)
13. Ma'a Nonu (60)
14. Richard Kahui (12)
15. Israel Dagg (7)
Riserve:
16. Corey Flynn (14)
17. Ben Franks (11)
18. Anthony Boric (20)
19. Sam Whitelock (18)
20. Piri Weepu (49)
21. Colin Slade (5)
22. Cory Jane (26)
17. Ben Franks (11)
18. Anthony Boric (20)
19. Sam Whitelock (18)
20. Piri Weepu (49)
21. Colin Slade (5)
22. Cory Jane (26)
martedì 6 settembre 2011
L'Australia "vera" contro l'Italia
Robbie Deans ha scelto la formazione che affronterà l'Italia nella partita di domenica prossima al North Harbour Stadium di Auckland, domenica prossima. E' la stessa che ha battuto gli All Blacks nel match che ha assegnato ai Wallabies il Tri Nations 2011. Novità solo in panchina, dove sono stati richiamati l'ala James O'Connor, il tallonatore Tatafu Polota-Nau e il pilone James Slipper. Si era diffusa la voce che il selezionatore neozelandese dell'Australia avrebbe mandato in campo qualche rincalzo, considerando che dopo soli sei giorni la sua squadra sarà chiamata ad affrontare l'Irlanda. Ma così non sarà. Questa la formazione:
Kurtley Beale; Adam Ashley-Cooper, Anthony Faingaa, Pat McCabe, Digby Ioane; Quade Cooper, Will Genia; Radike Samo, David Pocock, Rocky Elsom, James Horwill (c), Dan Vickerman, Ben Alexander, Stephen Moore, Sekope Kepu. Riserve: Tatafu Polota-Nau, James Slipper, Rob Simmons, Ben McCalman, Scott Higginbotham, Luke Burgess, James O'Connor.
Kurtley Beale; Adam Ashley-Cooper, Anthony Faingaa, Pat McCabe, Digby Ioane; Quade Cooper, Will Genia; Radike Samo, David Pocock, Rocky Elsom, James Horwill (c), Dan Vickerman, Ben Alexander, Stephen Moore, Sekope Kepu. Riserve: Tatafu Polota-Nau, James Slipper, Rob Simmons, Ben McCalman, Scott Higginbotham, Luke Burgess, James O'Connor.
Coppa del mondo, le avversarie dell'Italia
Il 9 settembre scatta in Nuova Zelanda la Coppa del mondo. L'Italia affronterà l'11 l'Australia, il 20 la Russia, il 27 gli Usa e il 2 ottobre l'Irlanda in quello che dovrebbe essere uno spareggio per i quarti di finale. Ecco alcune notizie sulla consistenza delle quattro avversarie e i risultati di tutti i test di agosto.
Saluto maori per l'irlandese Brian O'Driscoll |
Australia. Ranking Irb: 2 (Italia 11). Ha vinto il mondiale due volte: nel 1991 in Inghilterra e nel 1999 in Galles. E' arrivata seconda dietro l'Inghilterra nel 2003 in casa. Non ha mai incontrato l'Italia ai mondiali, ma l'ha affrontata 9 vote battendola sempre. Dopo la sconfitta choc con Samoa, i Wallabies hanno vinto il Tri Nations battendo per la seconda volta negli ultimi tre incontri gli All Blacks. Negli ultini 10 test: vittorie 7 (Nuova Zelanda 2, Galles, Italia, Francia, Sudafrica 2), sconfitte 3 (Nuova Zelanda, Inghilterra, Samoa).
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