sabato 31 dicembre 2011

Il meglio del 2011

Ognuno di noi conserverà i suoi personali ricordi del 2011 ovale. Ecco quelli di Will Greenwood sul Telegraph. C'è posto anche per la vittoria dell'Italia sulla Francia. Buon anno.


Il viso più felice
Stephen Donald
Funziona a tanti livelli: il più improbabile degli eroi offre alla Nuova Zelanda la Coppa del Mondo dopo 24 anni. Senza di lui Richie McCaw potrebbe chiudere la sua carriera senza una medaglia da vincitore. Ma più di questo, Donald è la commedia di un uomo intrappolato nella maglietta di un altro, letteralmente, visto che ha dovuto indossare quella di ricambio di Aaron Cruden. Trenta centimetri più alto e, dopo essere stato trascinato via da una vacanza di pesca e di bevute, almeno dodici chili più pesante, ha trascorso la maggior parte del suo tempo sul campo cercando di tirare giù la maglietta sulla pancia.

venerdì 16 dicembre 2011

Steve Hansen alla guida degli All Blacks

Steve Hansen è stato nominato capo allenatore degli All Blacks. Una scelta di continuità, visto che Hansen era allenatore degli avanti sotto Graham Henry. Nel 2003 era succeduto allo stesso Henry sulla panchina del Galles. Con i dragoni ha affrontato tre volte l'Italia, con due vittorie e una sconfitta. L'annuncio dato dal sito Supersport.com.



Steve Hansen ha detto che gli è stato dato il "più grande degli onori" nel rugby quando è stato nominato capo allenatore dei campioni del mondo neozelandesi. L'ex assistente allenatore degi All Blacks, 52 anni, era stato ampiamente indicato per l'incarico superiore dopo il ritiro di Graham Henry il mese scorso e dopo che il suo collega assistente Wayne Smith aveva assunto un ruolo di consulente nel Super Rugby con i Waikato Chiefs. Hansen, che ha firmato un contratto di due anni, si è detto orgoglioso di aver avuto l'incarico.

mercoledì 14 dicembre 2011

Wilkinson lascia: un drop nella leggenda

A 32 anni Johnny Wilkinson ha annunciato l'addio alla maglia dell'Inghilterra. L'Independent  ricorda i momenti salienti della sua carriera, primo fra tutti il drop del 2003 che fece vincere all'Inghilterra la Coppa del mondo.


Il rugby inglese è diviso in due fazioni: quelli che considerano Jonny Wilkinson il miglior giocatore che abbia mai indossato la maglia bianca - praticamente l'unico giocatore che valga la pena guardare, di fatto - e le anime più realistiche che hanno deciso da tempo che il mediano di apertura non è proprio il genio che molte migliaia di sostenitori considerano. Ma non c'è alcun dubbio su un fatto: nessun giocatore ha mai dato più di se stesso o si è preparato in modo più approfondito per vivere sulla scena internazionale.

lunedì 12 dicembre 2011

Il rugby diventerà uno sport estivo?

Alcuni grandi club europei stanno ipotizzando una rivoluzione dei calendari che eviti l'esproprio dei giocatori per gli impegni delle squadre nazionali. Campionati in estate e un torneo mondiale per club tra le proposte in discussione. Lo svela Paul Ackford sul Telegraph.


Alti rappresentanti dei top club francesi e inglesi stanno esplorando la possibilità di uno spostamento della stagione del rugby in estate come alternativa alla circostanza di perdere i loro migliori giocatori durante la Coppa del Mondo e il Sei Nazioni. La discussione, avvenuta in una recente riunione dopo il mondiale in Nuova Zelanda, arriva sulla scorta di un rinnovato interesse per la creazione di un campionato del mondo per club.

giovedì 8 dicembre 2011

Grazie per la magia, Shane Williams

L'Australia ha battuto il Galles 24-18 a Cardiff, ma il risultato passa in secondo piano quando si tratta della partita d'addio di Shane Williams, la piccola ala che ha chiuso con un'ultima meta la sua fantastica carriera internazionale. Il resoconto della partita secondo il Mail Online e un bellissimo ritratto del giocatore disegnato dal quotidiano gallese Daily Post.

L'ultima meta di Williams, con capriola

Shane Williams commosso con i figli
Un'altra sconfitta in casa del Galles, contro una squadra che non sembra proprio riuscire a battere, normalmente non si trasformerebbe in un delirio di celebrazioni da parte di un pubblico appassionato. Ma quando Shane Williams conclude una carriera brillante segnando una meta nell'angolo come un marchio di fabbrica nell'ultimo movimento del gioco, anche una sconfitta può essere accettata. Questa non era veramente la rivincita del match per la medaglia di bronzo alla Coppa del mondo, vinto per tre punti sei settimane fa dall'Australia a Auckland. Questo è stato un incontro tutto centrato su Williams, il piccolo mago della fascia che ha ingannato e stregato le difese avversarie negli ultimi 11 anni, dimostrando che in un gioco sempre più fisico la dimensione non è necessariamente tutto.

lunedì 28 novembre 2011

Shane Williams al passo d'addio

Shane Williams, 34 anni, disputerà sabato contro l'Australia l'ultima partita con la maglia del Galles. E' il giocatore che ha segnato più mete nella storia della sua nazionale. La sua corsa elettrica è diventata un marchio di fabbrica del Galles per oltre 10 anni, così come la sua taglia decisamente insolita (170 centrimetri per 80 chili) in un'epoca di ali gigantesche. Sul sito WalesOnline è comparso l'affettuoso saluto di un altro grande gallese, Barry John.

 
Shane Williams sabato uscirà dal tunnel del Millennium Stadium tra applausi fragorosi. E per quanto mi riguarda, quanto più forte e lunga sarà l'ovazione meglio sarà. Stiamo dicendo addio alla più brillante stella che il rugby gallese ha conosciuto negli ultimi dieci anni e non posso esprimere un tributo maggiore se non inserirlo lì in alto con Gerald Davies e i migliori che io abbia mai visto.

domenica 27 novembre 2011

Wallabies super, figuraccia Barbarians

Barbarians travolti dall'Australia a Twickenham: 60-11 il risultato (p.t. 18-3). Muro Bergamasco in campo fino al 55', mentre Perugini e Bortolami sono entrati nella ripresa. Il pilone azzurro ha subito un cartellino giallo. Questa la cronaca di espnscrum.com.
James O'Connor e Victor Matfield
L'Australia ha fatto il suo riscaldamento in vista della rivincita con il Galles del prossimo fine settimana demolendo 60-11 una spenta formazione dei Barbarians in uno scontro poco entusiasmante a Twickenham. I Wallabies hanno realizzato otto mete in un match  irrimediabilmente unilaterale, che ha fatto poco per prepararli alla prova di forza del Millennium Stadium, mentre la povera prestazione dei Barbarians ha deluso una folla di 51.000 spettatori che hanno affollato il quartier generale del rugby inglese sperando di assistere a un altro capitolo memorabile della loro storia, non a una partita da dimenticare.

giovedì 24 novembre 2011

Barbarians, Bergamauro in campo

 
L'allenatore campione del mondo Graham Henry ha diramato la formazione dei Barbarians che sabato a Twickenham affronterà l'Australia. In campo dall'inizio Mauro Bergamasco, in panchina Bortolami e Perugini. L'Australia sarà capitanata per la prima volta da David Pocock. A James O'Connor la maglia numero 10.
Bergamasco giocherà al fianco degli All Blacks Kaino e Thomson. All'ala un campione della rugby league, Sam Tomkins, per la prima volta sul grande palcoscenico del rugby a 15. Capitano Victor Matfield, un monumento del rugby sudafricano. Questa la formazione.

15. Isaia Toeava (Nuova Zelanda)
14. Sam Tomkins (Inghilterra)
13. Robbie Fruean (Nuova Zelanda)
12. Stirling Mortlock (Australia)
11. Bryan Habana (Sudafrica)
10. Danny Cipriani (Inghilterra)
9. Peter Stringer (Irlanda)
8. Adam Thomson (Nuova Zealand)
7. Mauro Bergamasco (Italia)
6. Jerome Kaino (Nuova Zelanda)
5. Simon Shaw (Inghilterra)
4. Victor Matfield (Sudafrica, cap)
3. Eusebio Guinazu (Argentina)
2. Keven Mealamu (Nuova Zelanda)
1. Sylvain Marconnet (Francia)

In panchina: Adriaan Strauss (Sudafrica), Salvatore Perugini (Italia), Jason White (Scozia), Marco Bortolami (Italia), Nemia Kenatale (Figi), Richard Kahui (Nuova Zelanda), Seru Rabeni (Figi).

Campese contro Deans: Wallabies senza cervello


L'ex grande dei Wallabies David Campese, con la consueta schiettezza, ne ha dette di tutti i colori sull'allenatore della nazionale australiana Robbie Deans, definendo la tattica del neozelandese alla Coppa del mondo "senza cervello" e chiedendo di sostituirlo con Ewen McKenzie. Campese, che era stato fortemente critico sulle tattiche di gioco del numero 10 dei Wallabies durante il mondiale del mese scorso in Nuova Zelanda, ha detto che Deans se l'è cavata a buon mercato dopo la semifinale persa dall'Australia contro gli All Blacks.

mercoledì 23 novembre 2011

Soldi, alcol, privilegi: l'Inghilterra nel caos al mondiale

L'associazione inglese dei giocatori di rugby ha raccolto tra gli atleti reduci dalla Nuova Zelanda una serie di opinioni sul fallimento della partecipazione dell'Inghilterra alla Coppa del mondo. Le dichiarazioni sono contenute in un rapporto di cui il sito sudafricano del Daily Mail pubblica ampi stralci. Sono dichiarazioni anonime, ma danno un'idea precisa del clima all'interno della spedizione inglese. E anche sugli aspetti deteriori del rugby professionistico.

Lo spogliatoio inglese è diventato un cartone animato in Thailandia

Conto alla rovescia per la Nuova Zelanda.
'La preparazione è stata un fottuto disastro'.
'Avremmo avuto una migliore possibilità di fare bene in Coppa del mondo se ci fosse stato concesso di allenarci nel nostro club'.
'Non è stata dura, ma solo LUNGA. Ci siamo sentiti fisicamente e mentalmente svuotati alla fine'.
'La gestione degli uomini è stata assolutamente terribile'.
'Tutti i piani su cui avevamo lavorato per settimane sono stati gettati improvvisamente dalla finestra solo perché non avevano funzionato in una partita'.
'Non c'era abbastanza enfasi sul condizionamento psicologico'.
'C'erano due enormi playbook, che molti giocatori non hanno nemmeno guardato perché non li ritenevano all'altezza'.
'Non ci siamo concentrati abbastanza sulle abilità di base'.
'L'albergo [Pennyhill Park a Bagshot, Surrey, ndr] era incantevole ma noi siamo giocatori di rugby non ospiti di un hotel. Il campo era pieno di buchi e si creavano solchi troppo facilmente'.
'Ogni settimana partivamo alle 5 del pomeriggio entrando nel traffico all'ora di punta. Questa non è solo una lamentela, il fatto è che quando i giocatori sono stati a fare sollevamento pesi per tutto il giorno e poi restano bloccati in macchina, soffrono di irrigidimento muscolare'.

martedì 22 novembre 2011

Cattivi ragazzi: la lista si allunga

Courtney Lawes
Il Telegraph ha fatto il censimento dei cattivi ragazzi. Sono parecchi i protagonisti del mondiale che si sono resi responsabili di comportamenti inaccettabili. Si va dall'uso di paradenti sponsorizzati alle nottate alcoliche, dagli attacchi agli arbitri alle molestie alle donne. Sono stati multati, sospesi, indicati alla pubblica riprovazione. Molti di loro sono inglesi e Martin Johnson ha rifiutato di condannarli. Ha dovuto andarsene anche lui. Ecco l'elenco redatto dal quotidiano londinese.

Vaea, 100 maiali di multa



Il manager di Samoa ai mondiali, Tuala Mathew Vaea, è stato multato per il suo cattivo comportamento durante il torneo in Nuova Zelanda. La multa imposta dal capo del suo villaggio è di cento maiali, pari a circa 2000 euro. Dovrà fornirli al villaggio stesso. Era stato il capitano samoano Mahonri Schwalger a criticare Vaea in un rapporto presentato al primo ministro samoano dopo l'eliminazione dal mondiale. Secondo Schwalger, Vaea era quasi sempre assente e "passava gran parte del tempo a bere". Avrebbe considerato la Coppa del mondo una specie di vacanza, tanto che sarebbe stato spesso in giro a giocare a golf. Non sarebbe stato presente nemmeno alla consegna delle maglie prima della partita conclusiva contro il Sudafrica. Vaea era stato licenziato al ritorno in patria.

lunedì 21 novembre 2011

Tutti gli azzurri con la maglia dei Barbarians

Sabato i Barbarians, leggendario club a invito, affronteranno l'Australia a Twickenham. Tre gli azzurri convocati, sotto la guida di Graham Henry, tecnico campione del mondo: Salvatore Perugini, Marco Bortolami e Mauro Bergamasco. Ma quanti sono stati nella storia gli azzurri che hanno vestito la maglia bianconera? Pubblichiamo l'elenco tratto dal sito ufficiale del club. Il primo, nell'87, fu Stefano Bettarello.

Salvatore Perugini e Sergio Parisse

La storia degli italiani con i Barbarians comincia il 18 aprile 1987, quando Stefano Bettarello, 28 anni, scende in campo con la maglia numero 10 all'Arms Park. I Barbarians affrontano il Cardiff e perderanno 33-24. Ma Bettarello si presenta alla grande con un piazzato da oltre metà campo, poi segnerà ancora tre trasformazionie un penalty da 48 metri: 100% al piede. Sarà in campo anche nella vittorio contro Swansea (30-17) e due volte l'anno successivo, quando segnò all'ultimo minuto il drop della vittoria (22-21) a Swansea.

sabato 19 novembre 2011

"Castoro" Donald, un eroe per caso

Stephen Donald, autore del calcio decisivo nella finale della Coppa del mondo, ha debuttato la settimana scorsa a Glasgow nelle file del Bath. Entrato a pochi minuti dalla fine ha segnato il calcio che sembrava poter assegnare la vittoria alla sua squadra. Poi una meta allo scadere ha consegnato la partita agli scozzesi. Sul Telegraph è comparso questo ritratto di Donald, un eroe per caso.

 
Ricorda che passeggiando ha scoperto che il cartello di benvenuto al suo piccolo paese di Waiuku era stato stranamente cambiato durante la notte con un "Benvenuti a Beaverville", la città del Castoro. Quando ha acquistato il giornale locale, sulla testata del Waiuku Post ha visto che ora si leggeva “Beaverville and District Post”, mentre dietro l'angolo del pub “il Lupo e il Castoro” il club della sua amata squadra locale di rugby era stato misteriosamente ribattezzato Beaver Park. Un focolaio di estatica follia per il roditore aveva avvolto la sua città natale in Nuova Zelanda e il vecchio insegnante non avrebbe potuto essere più felice, considerando che tutto ciò dipendeva dalla scarpa destra taglia 11 e mezzo di suo figlio, Stephen Donald, l'uomo da sempre soprannominato affettuosamente Castoro nella città da tempo caduta ai piedi di un allievo con i denti in fuori e un dannato talento per il rugby.

giovedì 17 novembre 2011

Johnson lascia, vittima dei cattivi ragazzi

Martin Johnson non è più il coach dell'Inghilterra. Si è dimesso dopo un mondiale deludente e dopo le polemiche per il comportamento di alcuni suoi giocatori. Tra i suoi possibili successori il Daily Mail annovera anche Nick Mallett e John Kirwan.


Martin Johnson ha ammesso di non aver altra scelta che lasciare dopo il caos della Coppa del mondo. Il coach dell'Inghilterra si è dimesso. In una conferenza stampa, Johnson ha detto: “Ci ho pensato moltissimo da quando siamo tornati e non ho preso questa decisione alla leggera. Penso che sia nell'interesse mio e della squadra inglese che io non continui. Sono stati tre anni e mezzo fantastici. Ho lavorato con giocatori fantastici e un grande gruppo di allenatori e dirigenti. Anche se abbiamo avuto la nostra stagione di maggior successo con 10 vittorie su 13 siamo delusi per come abbiamo concluso la Coppa del mondo. Credo che sia la decisione giusta in questo momento”.

mercoledì 16 novembre 2011

L'arbitro Lawrence minacciato: Sudafrica addio

Il rugby professionistico sta facendosi contagiare dagli aspetti più negativi di altri sport? E' la domanda che sorge dopo quanto accaduto all'arbitro neozelandese Bryce Lawrence, protagonista di una direzione discutibile del match Australia-Sudafrica ai mondiali. Lawrence ritiene di non poter più arbitrare in Sudafrica, dopo le minacce e gli insulti ricevuti sul web. Le sue dichiarazioni sono riportate dal New Zealand Herald.



L'arbitro neozelandese Bryce Lawrence ha dichiarato che non dirigerà più in Sudfrica se riceverà altre minacce personali dopo la sua performance nel controverso scontro tra Australia e Sudafrica nei quarti di finale della Coppa del mondo. Lawrence fu attaccato dai giocatori sudafricani, da tifosi e media per il suo arbitraggio del brekdown dopo la sconfitta per 11-9 degli Springboks contro i Wallabies. Al suo ritorno in Sudafrica il capitando degli Springboks John Smit, annunciando il suo ritiro, aveva detto: "La cosa positiva è che non sarò più arbitrato da lui". Una campagna su Facebook intitolata "Petizione perché Bryce Lawrence non arbitri mai più una partita di rugby" ha creato la piattaforma per gli insulti indirizzati al neozelandese, mentre una stazione radio sudafricana ha affermato di averlo chiamato per scherzo nel bel mezzo della notte.

Un drop dopo 41 fasi: leggendario Munster

Chi sostiene che la Heineken Cup è un terneo più intenso e emozionante del Super Rugby può ora portare come prova Munster-Northampton, fantastica partita decisa allo scadere da un drop di O'Gara dopo 41 fasi di gioco. Questa la cronaca dal Sunday Times.

E' stato dramma imperscrutabile ad alta tensione. Northampton aveva fatto il possibile per vincere nel più ostile degli ambienti. Si era assicurato una touche nella profondità della sua metà campo avanzando a lungo e duramente. Mentre l'orologio correva verso la fine, stava per fare un sandwich del Munster per proteggere il suo 21-20. Ma non doveva andare secondo i piani. Munster si è visto assegnare una mischia vicino alla linea dei 10 metri di Northampton. E' stata una decisione discutibile. "Da dove mi trovavo seduto mi è sembrato di vedere un sacco di giocatori entrare lateralmente", si è lamentato poi l'allenatore di Northampton, Jim Mallinder. Munster aveva ora la sua possibilità. Il suo piano era ovvio: portare Ronan O'Gara in una posizione utile per un drop. Forse speravano di riuscirci prima di giocare 41 fasi, ma questo è il tempo che ci è voluto in un tormentato finale.

martedì 15 novembre 2011

Ucciso un ex Springbok di 32 anni

Solly Tyibilika, 32 anni, 8 volte terza linea Springbok, è stato assassinato in un locale vicino a Città del Capo. Ha giocato con i Lions, i Griquas, gli Sharks e Border. In nazionale ha segnato tre mete, l'ultima delle quali agli All Blacks nel 2006 a Pretoria. Ecco la cronaca del Daily Mail.



La polizia ha aperto un'inchiesta per omicidio dopo che uno dei migliori giocatori sudafricani di colore è stato ucciso in un bar. L'ex Springbok Solly Tyibilika, 32 anni, è morto dopo essere stato colpito ripetutamente da distanza ravvicinata mentre si godeva un drink con alcuni amici vicino a Città del Capo. La polizia dà la caccia a due uomini armati che hanno brutalmente ucciso la star in stile gangster.

venerdì 11 novembre 2011

La touche? Giochiamola con i piedi

Pierre Villepreux ha fatto parte in passato dei gruppi di lavoro dell'Irb per la riforma dei regolamenti. Dopo il mondiale verranno introdotte in via sperimentale modifiche regolamentari. Il tecnico francese su Midi Olympique lancia alcune proposte.



L'ultima Coppa del mondo non ha globalmente generato innovazioni in materia di gioco. Siamo rimasti sulle forme che conosciamo, quelle sviluppate da ciascuno nel periodo che l'ha preceduta. Perché il gioco si evolva è necessario che coloro che lo praticano e lo fanno praticare si impegnino a rispettare lo spirito del gioco che i legislatori, nel corso del tempo, hanno voluto sviluppare cambiando le regole in modo occasionale o circostanziale. La direzione essenziale sempre cercata è stata di preservare la specificità del gioco, consentendo la realizzazione di un gioco sempre più dinamico e di movimento, che si esprime in una dialettica tra la fase di scontro, di contatto e quella elusiva. Dopo la Coppa del mondo 2011 la Federazione internazionale analizzerà certamente il gioco prodotto, e questo porterà a un'evoluzione o a uno sviluppo di alcune norme, quelle che hanno causato problemi, ostacolando lo sperato sviluppo ottimale del gioco.

Wilkinson: perfezione e depressione

Jonny Wilkinson sta pubblicando a puntate sul Times la sua nuova biografia. Traccia di sè un ritratto inquietante, a tratti sconvolgente, di un atleta ossessionato dalla perfezione e per questo a volte depresso fino all'autolesionismo. Ecco una sintesi redatta da Mailonline.



Jonny Wilkinson ha rivelato che la sua famigerata paura del fallimento e la sua ossessione per la perfezione lo ha reso talmente depresso da creargli gravi problemi. Il mediano d'apertura dell'Inghilterra è stato afflitto da una successione apparentemente infinita di infortuni che lo hanno condotto a mordersi le mani, urlare sott'acqua, soffrire d'insonnia e a strapparsi i vestiti di dosso. Jonny, 32 anni, documenta la sua parabola verso un'oscura ossessione nella sua nuova autobiografia.

giovedì 3 novembre 2011

Il sogno italiano: Brunel si presenta

La Fir ha presentato a Bologna il nuovo tecnico azzurro, Jacques Brunel. Ecco il resoconto dell'incontro con la stampa redatto da Midi Olympique e dal sito espnscrum.com.

Jacques Brunel e Giancarlo Dondi
BRUNEL, L'ITALIANO AMBIZIOSO
Jacques Brunel, il nuovo allenatore dell'Italia, è stato ufficialmente presentato alla stampa transalpina a Bologna. L'ex manager di Perpignan ha messo in chiaro le proprie ambizioni e vuole essere "in grado di vincere il Sei Nazioni entro due o tre anni". Jacques Brunel è l'uomo delle sfide impossibili. E' riuscito a portare lo Scudo di Brenno a Perpignan dopo 54 anni nel 2009 e non è tipo da porsi dei limiti. Accettando di prendere la guida della selezione italiana, l'ex vice di Bernard Laporte con la Francia ha fissato un obiettivo chiaro: "Unirsi nella lotta per la vittoria nel Sei Nazioni".

martedì 1 novembre 2011

Coppa del mondo: i segreti di Graham Henry

Paul Ackford per il Telegraph ha incontrato Graham Henry, allenatore degli All Blacks campioni del mondo, dopo il suo ritorno a casa dai festeggiamenti per la vittoria. Ha scoperto retroscena importanti per capire perché il digiuno neozelandese è finito.


Mi chiedo quale sia stata la tua strategia per affrontare lo stress. Henry ci pensa un attimo. "Me ne serviva una”, dice, "soprattutto in quella finale. Mi sentivo nel caos. Comunque. Ma non parleremo di questo". E' giovedì mattina, orario della Nuova Zelanda, e Henry è appena tornato a casa. "Il paese è impazzito. Migliaia di persone sono scese in strada per le parate a Auckland, Christchurch e Wellington. Sono tornato ieri sera. Ci sono state un po' di bevute con i ragazzi ed è stato bello. E' tempo di farsi una dormita". La soddisfazione è palpabile e meritata, ma ecco il punto. Henry è abbastanza onesto da ammettere che lui e la sua squadra sono quasi rimasti soffocati in quella finale, con le strategie che li avevano portati gloriosamente e imperiosamente attraverso la Coppa del mondo fino alla più grande prova collettiva della loro vita collettiva, disintegrate. Dopo una settimana sulle strade, solo ora Henry è in grado di registrare quanto vicina al disastro la Nuova Zelanda sia arrivata contro la Francia.

lunedì 31 ottobre 2011

Harinò contro tutti: Lievremont, Joubert, McCaw

Harinordoquy contro tutti. Circolano le anticipazione di un'intervista data a Midi Olymmpique in cui il giocatore basco parla di rivolta contro Lievremont e accusa l'arbitro della finale per aver favorito il gioco "sporco" di MCCaw. Ecco il resoconto di scrum.com.


Imanol Harinordoquy ha confermato che i giocatori francesi si sono ribellati al coach Marc Lievremont durante la campagna di Coppa del mondo e che si sono gestiti autonomamente per tutta la fase a eliminazione diretta. C'erano state voci di malcontento all'interno del campo francese ancora prima che il torneo avesse inizio, con 25 membri dei 30 del gruppo in rivolta contro Lievremont. Le critiche pubbliche del coach alle sue truppe dopo la vittoria laboriosa sul Giappone nella settimana d'apertura del mondiale e la sconfitta shock contro Tonga nell'ultimo match della poule hanno fatto poco per fermare le speculazioni secondo le quali i giocatori stavano progettando un ammutinamento. Harinordoquy ha ora rivelato che i nodi sono venuti al pettine dopo la qualificazione fortunosa ai quarti di finale.

domenica 30 ottobre 2011

Treviso, una vittoria storica

Fantastica vittoria del Benetton nella settima giornata del Pro 12. I trevigiani hanno segnato 50 punti ai Newport Gwent Dragons, conquistando per la prima volta un successo con il punto di bonus. Il risultato finale è stato 50-24, ma a dieci minuti dalla fine i gallesi erano sotto 50-10. Brendan Williams ha festeggiato la duecentesima partita con Treviso marcando due mete. A segno anche Zanni, Nitoglia, Botes, Barbieri e Derbyshire. Per il Benetton è la quarta vittoria consecutiva e la classifica comincia a farsi interessante. I biancoverdi salgono al quinto posto, a un solo punto dai Cardiff Blues, a tre da Munster e Leinster e a cinque dagli Ospreys capolista. Prossimo match ancora a Monigo contro Edimburgo.

Sudafrica, ai Lions la Currie Cup

L'orgoglio dei Lions di Johannesburg ha prevalso sul blasone degli Sharks nella finale del campionato delle province sudafricane. I Lions riconquistano la coppa dopo 12 anni strappandola proprio alla selezione del Natal, vincitrice l'anno scorso. Ecco il resoconto di planetrugby.com.

Elton Jantjies, 24 punti

I Lions sono campioni della Currie Cup dopo un enfatico 42-16 contro gli Sharks a Johannesburg. E' stata la prima vittoria della squadra con sede a Johannesburg dal 1999 e gli Sharks sono stati sconfitti con tre mete a una. Il mediano d'apertura Elton Jantjies è stato l'eroe della sua squadra, con 24 punti segnati grazie a cinque penalty, tre trasformazioni e un drop.

giovedì 27 ottobre 2011

RWC, tutti i record: c'è anche l'Italia


9177 – Giorni dall'ultima vittoria dell'Australia all'Eden Park (dal 6 settembre 1986 al 27 ottobre 2011).
8891 – Giorni tra la prima finale del 1987 e quella del 2011, entrambe vinte dalla Nuova Zelanda all'Eden Park.
2435 – Giocatori scesi in campo nella storia della RWC.
2245 – Punti segnati nella RWC 2011. La media di 46.8 punti per match è la seconda più bassa: peggio solo i 37.4 punti della RWC 1991.
1250 – Il record mondiale di punti detenuto da Dan Carter dopo il 21 messi a segno nelle sue due partite alla RWC 2011.

mercoledì 26 ottobre 2011

Pazzo ovale/6

Il piccolo Webb Ellis
Placcato in aereo. Il caso ha voluto che Sam Warburton, il capitano del Galles espulso nella semifinale con la Francia per un placcaggio illegale su Vincent Clerc, abbia dovuto viaggiare da Auckland a Brisbane, sulla via del ritorno, proprio al fianco del giocatore francese. “Seduto a fianco di Clerc, quante probabilità c'erano? Comunque è un bravo ragazzo”, questo il tweet postato da Warburton.

martedì 25 ottobre 2011

Cosa resta del mondiale

La Francia dovrà pagare quasi tremila euro di multa per il suo comportamento di fronte all'haka degli All Blacks prima della finale. Una scelta che invece è piaciuta ad alcuni degli esperti del Telegraph, ai quali il giornale londinese ha chiesto di descrivere cosa resterà impresso nella memoria di questo mondiale. C'è anche una citazione per Martin Castrogiovanni.

 
 
PAUL ACKFORD
Il tesoro nella mia memoria.

La Francia che si tiene per mano e avanza in formazione a freccia verso gli All Blacks che danzano la loro haka. Ha fatto sapere che i francesi erano pronti alla lotta.
Il mio incubo.
Il primo tempo dell'Inghilterra nei quarti di finale. Andare sotto di 16 punti era già abbastanza brutto, ma era la rilassatezza, la mancanza di forma e gli errori di base che hanno fatto più male.
Cosa mi ha fatto balzare dalla sedia.
La meta di Thierry Dusautoir. Criticato per la sua leadership in un gruppo spaccato, è emerso nella finale con un'incredibile performance individuale. Contro McCaw, per giunta.

Thierry Dusatoir giocatore dell'anno


Thierry Dusatoir, capitano della Francia vicecampione del mondo e uomo del match della finale persa 8-7, è stato nominato giocatore dell'anno IRB da una giuria indipendente presieduta dall'ex capitano dell'Australia John Eales. Questi i riconoscimenti assegnati nella serata d'onore che ha fatto seguito alla finale.
Giocatore dell'anno: Thierry Dusautoir (Francia)
Squadra dell'anno: Nuova Zelanda
Allenatore dell'anno: Graham Henry (Nuova Zelanda)
Giovane giocatore dell'ann: George Ford (Inghilterra)
Giocatore dell'anno Rugby a 7: Cecil Afrika (Sudafrica)
Personalità femminile dell'anno: Ruth Mitchell (Hong Kong)
Premio all'arbitro: Keith Lawrence (Nuova Zelanda)
Premio speciale Vernon Pugh: Jock Hobbs (Nuova Zelanda)
Premio sviluppo: programma Rookie Rugby (Usa)
Premio spirito del rugby: associazione di volontariato Wooden Spoon (Inghilterra)
Premio speciale associazione giocatori: George Smith (Australia)
Meta dell'anno: Radike Samo, Australia v New Zealand
Entrano nella IRB Hall of Fame: Roger Vanderfield, Richard Littlejohn, Nicholas Shehadie, John Kendall-Carpenter, David Kirk, Brian Lochore, Nick Farr-Jones, Bob Dwyer, Francois Pienaar, Kitch Christie, Rod Macqueen, Martin Johnson, Clive Woodward, John Smit, Jake White, Gareth Rees, Agustín Pichot, Brian Lima, Jonah Lomu.

All Blacks in parata, il governo è salvo

Il premier John Key aveva già scherzosamente, ma non troppo, nominato Richie McCaw primo ministro. Con gli All Blacks campioni del mondo che sfilano nelle principali città neozelandesi festeggiati da migliaia di persone, l'Australian spiega il significato politico della vittoria.


Dopo un anno tragico, un quarto di milione di neozelandesi si è riversato nelle strade di Auckland per salutare la Coppa del mondo vinta dagli All Blacks, sollevati quanto felici. Il sollievo è stato avvertito soprattutto dal primo ministro John Key, che affronta le elezioni il 26 novembre. Dopo aver visto i kiwi vincere all'Eden Park, insieme con altri 60.000 tifosi, ha detto che è stato l'orgoglio nazionale che "ha dato loro il coraggio per farcela negli ultimi 50 minuti" della nervosa vittoria per 8-7 sulla Francia.

lunedì 24 ottobre 2011

Una finale dominata dalle difese


E' stata una finale dominata dalle difese, come spesso è accaduto. Le analogie maggiori sono forse con la finale di Twickenham del 1991, quando l'Australia eresse un muro di mattoni gialli (e beneficiò di un trucco astuto di Campese) a difesa di un 12-6 timbrato anche allora dalla meta di un pilone. Contro un'Inghilterra andata come la Francia molto vicina al risultato clamoroso, fu un classico peel-off da touche di Daly a rompere l'equilibrio. Ancora più semplice il movimento che ha portato Woodcock oltre la linea: doppio blocco neozelandese, lancio a fondo touche su Kaino e francesi un po' polli a lasciare un varco centrale enorme. Ma che lo schema All Black fosse stato allenato è confermato dalle congratulazioni in diretta di Graham Henry a Steve Hansen. 

domenica 23 ottobre 2011

All Blacks campioni del mondo

NUOVA ZELANDA-FRANCIA 8-7

La meta di Woodcock
La Nuova Zelanda vince di un punto una finale drammatica e conquista la Coppa del mondo.
Primo tempo nervoso, con predominio neozelandese, ma una sola meta e una prestazione da incubo di Weepu nei piazzati. Gli All Blacks cominciano male in rimessa laterale, ma proprio da una touche nasce la loro meta. Lancio su Kaino che deflette sul pilone Toni Woodcock, completamente privo di marcatura al centro dello schieramento. Cinque punti facili. Ma saranno gli unici del primo tempo. Continua la maledizione dei numeri 10. Un placcaggio su Ma'a Nonu costa la partita a Parra. Poi è costretto a uscire anche Aaron Cruden, infortunio al ginocchio. Gli All Blacks mandano in campo la quarta apertura, Stephen Donald. La Francia ritrova Trinh-Duc, che ha un ottimo impatto sulla partita.
In avvio di ripresa, dopo un errore al piede di Yashvili, è proprio Donald a portare gli All Blacks oltre il break (fallo a terra su ruck impostata da Nonu). Ma una follia di Weepu lancia un contrattacco micidiale dei francesi, concluso in meta da Dusatoir: 8-7. Trinh-Duc sbaglia il calcio del sorpasso da metà campo. La Francia continua ad attaccare, ma non riesce a ottenere un calcio o la posizione per un drop. I neozelandesi passano 20 minuti terribili nella loro metà campo, ma riescono a riconquistare palla a tre minuti dalla fine. Poi una serie interminabile di ruck per conservare il possesso, fino al fischio liberatorio. La Nuova Zelanda è campione del mondo dopo 24 anni.

Una squadra di 4 milioni di neozelandesi

Questo è l'editoriale pubblicato in prima pagina dal New Zealand Herald il giorno della finale della Coppa del mondo.


Gli Originals. Il nome della squadra è un soffio di leggenda, anche se i nomi dei giocatori quasi si perdono nella notte dei tempi. Dopo il tour trionfale del 1905-1906 in Gran Bretagna, Irlanda, Francia e Stati Uniti, gli uomini si imbarcarono su una nave per tornare a casa dalle loro famiglie e al loro lavoro: ferrovieri, giornalisti, agricoltori. Sei di loro passarono al nuovo codice professionistico del rugby, con il quale avrebbero potuto guadagnarsi da vivere e sostenere i figli. Alcuni sono morti giovani, alcuni sono morti dimenticati.

sabato 22 ottobre 2011

Nuova Zelanda-Francia: i protagonisti

Ecco i due XV di partenza per la finale. La scheda dei protagonisti è stata redatta dall'agenzia AP.

I capitani: Richie McCaw e Thierry Dusatoir

Nuova Zelanda
15 Israel Dagg ha fatto suo il posto di estremo All Blacks con alcune superbe esibizioni di rugby d'attacco e con la sua abilità sui palloni alti. Ha triturato il midfield australiano due volte all'inizio della semifinale e creato la meta di apertura facendo fuori la difesa con un buon angolo verso la bandierina destra e scaricando poi su Ma'a Nonu completamente smarcato.
14 Cory Jane ha disputato due partite eccezionali sulla fascia destra dopo essere stato rimproverato per una notte alcolica dopo la fase eliminatoria. È stato votato man-of-the-match della semifinale con l'Australia, quando è stato fenomenale nel disinnescare i calci alti e i contrattacchi dei Wallabies.

Villepreux: la Francia in trincea

Su Midi Olympique, Pierre Villepreux illustra le priorità della squadra francese nella finale contro gli All Blacks superfavoriti.


In questa finale, se i francesi hanno una speranza di sconvolgere le probabilità, è logico pensare che la difesa sarà l'arma strategica chiave. Se funziona la difesa, potranno cercare di cogliere tutte le opportunità, sperando che la pressione costringa gli All Blacks a perdere qualche palla per strada nel gioco alla mano o su eventuali calci mal negoziati. L'opzione di sfruttare il gioco dell'avversario non sarà sufficiente, ma la sua efficacia condizionerà il gioco dei Blues quando dovranno utilizzare la palla da situazioni strutturate. Non sarà allora il caso di riconsegnare la palla velocemente al piede come è avvenuto in semifinale contro il Galles.

Nuova Zelanda-Francia: una favola e un pronostico

Il sito PlanetRugby presenta il percorso della Francia verso la finale come la favola del genio della lampada. Elenca tutte le possibilità dei Blues, ma conclude con un pronostico che non dà loro scampo.


All'inizio del torneo era l'incubo peggiore per i fans degli All Blacks: la loro squadra contro lo spauracchio della Francia in finale... senza Dan Carter. La migliore cura per gli incubi è una favola. Così riunitevi intorno a me, se volete, e vi raccontano la storia di Marc Le Moustache e la Lucente Coppa d'Oro.

Jerome Kaino, come nasce una stella

Jerome Kaino è forse il giocatore che ha più impressionato tra gli All Blacks durante la Coppa del mondo. Con McCaw e Reid forma una terza linea dominante e inimitabile. E' stato inserito fra i candidati a giocatore dell'anno. Ma la sua storia non è stata priva di difficoltà, come raccontato dal New Zealand Herald un mese prima del torneo.

  
Tim Connolly stava guardando un robusto paio di reggilibri quando una sfera da demolizione ha catturato la sua attenzione. Per quanto colpito dal giocatore adolescente, ha tenuto i suoi pensieri per sé. Chi poteva sapere come avrebbero reagito i genitori e lo staff tecnico della squadra della Papakura High School sapendo che c'era un bracconiere in mezzo a loro? Sarebbero stati più sorpresi o arrabbiati? Dopo tutto la loro squadra faceva sempre fatica a emergere e quel sabato era stata battuta nettamente dal College di Aorere. Ma Connolly vedeva l'oro nella loro sconfitta e come neo allenatore del primo XV di St. Kentigern aveva la possibilità di seguire la chiamata alle armi dei ragazzi del rugby. Questo accadeva nel 1999 e, dopo il successo della squadra dei Kelston Boys di Graham Henry, tutte le scuole di Auckland con ambizioni di gloria nel rugby erano sfacciatamente pronte a concedere borse di studio a i migliori talenti grezzi provenienti dalle periferie meno ricche. Connolly si era presentato per visionare i fratelli Afoa, John e James, che erano i piloni della mischia di Papakura. Conosceva il loro pedigree dai tempi in cui allenava le squadre giovanili di Counties - ma fu un ragazzo samoano longilineo che giocava centro a catturare la sua attenzione.

venerdì 21 ottobre 2011

Pazzo ovale/5

Domanda diretta. Dan Carter è tornato davanti ai giornalisti a pochi giorni dalla finale, che non lo vedrà presente per l'infortunio all'inguine. La prima domanda è stata molto diretta: ciao Dan, come vanno le palle? “Non male – è stata la sua risposta – Ho avuto un buon medico che si è tenuto alla larga”.
Debolezza. Imanol Harinordoquy parla inglese, ma qualche parola non la conosce. Quando un giornalista gli ha chiesto se la Francia avesse qualche “weakness” (debolezza) si è dovuto far tradurre la parola non una ma cinque volte. Poi ha detto che la Francia ha molte debolezze.
Haka. Ali Williams ha svelato come e dove avviene la scelta dell'haka. “La decisione – ha detto – viene presa sull'autobus che ci porta allo stadio. Richie McCaw scrive un messaggino e c'è una serie di bip bip, così sappiamo che haka fare. Dico sul serio”.
Gelo. Prima del match con il Galles a Robbie Deans è stato chiesto se ritenesse opportuno utilizzare la terapia del freddo sperimentata in Polonia dai gallesi per migliorare il recupero muscolare. “Beh – ha risposto il tecnico dell'Australia – la Polonia è maledettamente lontana”.
Scapolo. Tatafu Polota-Nau, il tallonatore australiano che si è autoproclamato lo scapolo più disponibile del mondiale, ha improvvisamente cambiato look. E' uscito dall'albergo completamente rasato. “Qualcuno – ha detto – lo ha fatto mentre dormivo”. Poi ha concesso un'intervista a una giornalista in bikini.
Graham version. Graham Henry sta facendo di tutto per ridimensionare il suo ruolo. Due battute del selezionatore All Black. “La finale si gioca alle 21. Chiederò ai miei assistenti di svegliarmi, se mi dovessi appisolare”. “Ora è tutto nelle mani dei giocatori. Sono molto felice di passare la mattinata con i giornalisti, perché non ho nulla da fare”.

La Francia può arginare la marea nera?

Shaun Edwards è uno dei tecnici protagonisti del rinascimento gallese. Allenatore della difesa, è uno dei principali collaboratori di Warren Gatland. Sul Guardian spiega quali possibilità ha realisticamente la Francia di mettere in difficoltà gli All Blacks in finale.


E' una strana sensazione. In circostanze meno controverse queste note sarebbero state scritte mentre preparavo una finale dei mondiali. Dopo il quarto di finale contro l'Irlanda, mi sono seduto e ho cominciato ad annotare tutto ciò che sapevo sugli All Blacks 2011 di Graham Henry, come giocano e come giocare contro di loro. La maggior parte degli appunti provengono dal quarto di finale contro l'Argentina, che ha esposto qualche nervo scoperto per 60 minuti, ma il resto è un'aggiunta compulsiva dalla semifinale con l'Australia, quando il Galles già sapeva di essere fuori dalla finale e che i Wallabies sarebbero stati i nostri avversari per il terzo posto. Scrivendo questo secondo capitolo, e dopo una chiacchierata con alcuni allenatori All Black, è stata aggiunta la nota "intensità claustrofobica",  non una frase proprio accattivante, d'accordo, ma era questa la linea piantata da quegli allenatori nella mente dei loro giocatori prima di mandarli ad affrontare l'Australia. Il che riassume quanto accaduto nel quarto di apertura della semifinale all'Eden Park e ho il sospetto che nella finale di domenica sia probabile che vada allo stesso modo.La domanda è se la Francia possa confrontarsi con l'intensità degli All Blacks laddove l' Australia, squadra per natura molto più fluida, non ha potuto farlo. Prima, però, bisogna capire quello che i Blacks cercano di fare alle squadre che sospettano non essere all'altezza della sfida fisica, dallo spietato macinare nel gioco ordinato alla punizione inflitta nelle collisioni in campo aperto.

Terzo posto all'Australia

AUSTRALIA-GALLES 21-18

La meta di Berrick Barnes
L'Australia conquista il terzo posto battendo il Galles nella finalina di Auckland. Due mete per parte, ma salvo una parentesi di quattro minuti dopo la meta di Shane Williams, la sua cinquantasettesima con il Galles, i Wallabies sono stati sempre in vantaggio. Subito a segno Berrick Barnes, mentre il Galles paga l'imprecisione di Hook nei piazzati: 7-3 al cambio campo. Poi la meta di Shane Williams, con un altro passaggio in avanti non visto dall'arbitro Barnes. Ma O' Connor riporta subito al comando gli australiani con due penalty, mentre Barnes allarga il gap con un drop. Un penalty di Stephen Jones per il 16-11, poi la meta di NcCalman che decide la partita. Allo scadere va a segno anche Halfpenny, ma è solo il simbolo dello smisurato orgoglio del Galles, che chiude il mondiale con tre sconfitte per comlessivi 5 punti di scarto.

Verso la finale: le formazioni

Saranno gli stessi All Blacks che hanno eliminato l'Australia a scendere in campo domentica nella finale contro la Francia. Unico cambiamento in panchina, dove Adam Thompson verrà collocato al posto di Victor Vito. Immutata anche la formazione francese, rispetto a quella che ha sconfitto di un punto il Galles. In panchina si rivede Traille.
Nuova Zelanda: 15 Israel Dagg; 14 Cory Jane, 13 Conrad Smith, 12 Ma'a Nonu, 11 Richard Kahui; 10 Aaron Cruden, 9 Piri Weepu; 1 Tony Woodcock, 2 Keven Mealamu, 3 Owen Franks, 4 Brad Thorn, 5 Sam Whitelock, 6 Jerome Kaino, 7 Richie McCaw (capt), 8 Kieran Read.
Riserve: Andrew Hore, Ben Franks, Ali Williams, Adam Thomson, Andy Ellis, Stephen Donald, Sonny Bill Williams.
Francia: 15 Maxime Medard; 14 Vincent Clerc, 13 Aurelien Rougerie, 12 Maxime Mermoz, 11 Alexis Palisson; 10 Morgan Parra, 9 Dimitri Yachvili; 1 Jean-Baptiste Poux, 2 William Servat, 3 Nicolas Mas; 4 Pascal Pape, 5 Lionel Nallet; 6 Thierry Dusautoir (capt), 7 Julien Bonnaire, 8 Imanol Harinordoquy.
Riserve: Dimitri Szarzewski, Fabien Barcella, Julien Pierre, Fulgence Ouedraogo, Jean-Marc Doussain, Francois Trinh-Duc, Damien Traille.


giovedì 20 ottobre 2011

Parla Joubert, l'arbitro della finale

E' piuttosto insolito che un arbitro si faccia intervistare prima di una partita. Che lo faccia a pochi giorni dalla finale di Coppa del mondo non è probabilmente mai accaduto. Craig Joubert ha infranto il tabù e questo potrebbe significare che anche l'ambiente tradizionalmente chiuso e autoreferenziale dei direttori di gara si sta aprendo al mondo, come osserva il New Zealand Herald.


L'arbitro della finale di domenica tra Francia e All Blacks dice che dovrà meritarsi il rispetto dei giocatori nelle prime fasi del match decisivo. "Io credo nella filosofia dell'essere fermo fin dall'inizio", afferma Craig Joubert. "E' come crescere i bambini: vogliono solo sapere dove sono i confini. E questi ragazzi sono così disciplinati che reagiranno nel modo giusto".
La scelta di Joubert per la finale potrebbe preannunciare una nuova era per il rugby. A 33 anni, il sudafricano rappresenta una nuova generazione di ufficiali di gara. Ma non è solo la sua nomina ad essere importante, così incoraggiante per lo sport. E' la sua filosofia, il suo atteggiamento. Joubert è una boccata d'aria fresca nei corridoi, un tempo chiusi, del mondo arbitrale. Ha una visione chiara del gioco e del ruolo dell'arbitro. Fa il suo lavoro con tono calmo e impassibile. Interpreta l'arbitraggio con senso di responsabilità. Dice che gli arbitri dovrebbero essere aperti ai media.

Terzo posto: interessa a qualcuno?

E' la più inutile delle partite. La finale degli sconfitti, che vale il terzo posto e una precedenza quasi ininfluente nel prossimo sorteggio mondiale, è destinata agli archivi. Forse solo la prima e l'ultima sono rimaste nella memoria di qualcuno. Nell'87 il Galles vince di un punto con una trasformazione di Thorburn dall'angolo. Nel 2007 a Parigi un'Argentina rampante demolisce, per la seconda volta in quel mondiale, la Francia. Ecco i precedenti.

1987 Galles-Australia 22-21
1991 Nuova Zelanda-Scozia 13-6
1995 Francia-Inghilterra 19-9
1999 Sudafrica-Nuova Zelanda 22-18
2003 Nuova Zelanda-Francia 40-13
2007 Argentina-Francia 34-10

Anche per il terzo posto quest'anno si replica la sfida dell'87. L'Australia, dopo la sconfitta con gli All Blacks,cambia cinque ottavi della mischia, compresa l'intera prima linea, e festeggia il centesimo cap di Nathan Sharp. Il Galles sarà capitanato dal pilone Gethin Jenkins in assenza dello squalificato Sam Warburton, sostituito da Ryan Jones che però vestirà il numero otto, con Faletau dirottato a flanker. Rispetto allo sfortunato match con la Francia, fuori Adam Jones e Alun-Wyn Jones, al loro posto Paul James e Bradley Davies.

Australia: 15 Kurtley Beale; 14 James O'Connor, 13 Adam Ashley-Cooper, 12 Berrick Barnes, 11 Digby Ioane; 10 Quade Cooper, 9 Will Genia; 1 James Slipper, 2 Tatafu Polota-Nau, 3 Salesi Ma'afu; 4 James Horwill (capt), 5 Nathan Sharpe; 6 Scott Higginbotham, 7 David Pocock, 8 Ben McCalman.
Riserve: Saia Faingaa, Ben Alexander, Rob Simmons, Radike Samo, Luke Burgess, Anthony Faingaa, Rob Horne.
Galles: 15 Leigh Halfpenny; 14 George North, 13 Jonathan Davies, 12 Jamie Roberts, 11 Shane Williams; 10 James Hook, 9 Mike Phillips; 1 Gethin Jenkins (capt), 2 Huw Bennett, 3 Paul James; 4 Bradley Davies, 5 Luke Charteris; 6 Dan Lydiate, 7 Toby Faletau, 8 Ryan Jones.
Riserve: Lloyd Burns, Ryan Bevington, Alun-Wyn Jones, Andy Powell, Lloyd Williams, Stephen Jones, Scott Williams.

Wayne Smith, ultima chiamata All Black

Wayne Smith, assistente allenatore degli All Blacks, darà l'addio all'incarico dopo la finale contro la Francia. L'Independent gli rende omaggio con un ritratto in cui c'è anche parecchia Italia. Wayne Smith ha allenato a Treviso e Casale sul Sile.

 
Wayne Smith prova un amore profondo e duraturo per il rugby francese, per cui se avesse sentito, un paio di giorni fa, le parole di André Boniface, il maestro del midfield di Mont-de Marsan, sullo spettacolare assalto iniziale degli All Blacks contro i Wallabies nella semifinale dello scorso weekend, quelle parole sarebbero state musica per le sue orecchie. "Per la prima volta nella mia vita", ha detto Boniface, 78 anni "mi sentivo come se stessi guardando un film. Mai prima d'ora, come giocatore o come spettatore, ho provato un'esperienza simile. Per questo ringrazio gli All Blacks". Smith è uno dei due assistenti di Graham Henry in questo torneo, l'altro è Steve Hansen, ma tale è stata la qualità del contributo dato da questo venerato uomo dell'Isola del Nord al gioco in questo paese negli ultimi tre decenni – salvi i soggiorni all'estero, in particolare con Northampton tra il 2001 e il 2004 – che non c'è nessuno nel mondo degli dei del rugby che lo possa considerare meno di un faro. Ora il suo rapporto con la nazionale sta volgendo al termine, circa 31 anni dopo aver fatto il suo debutto con la felce argentata nel ruolo di apertura. Ha un'ultima partita davanti a sé, e dato che si tratta di una finale dei Mondiali, proprio contro i francesi, promette di essere davvero un grande addio.