sabato 16 aprile 2011

Stadio Flaminio, questione di Nervi


Il Flaminio nel 1959

 









Il Sei Nazioni si trasferisce a Firenze? Questa l'ipotesi ritenuta ormai probabile da numerosi addetti ai lavori dopo la lettera inviata dalla famiglia Nervi alla Fir sul progetto di ristrutturazione dello stadio Flaminio. I contenuti della lettera non sono noti, ma i familiari del grande ingegnere scomparso nel 1979, forti delle norme di tutela del diritto d'autore, hanno evidentemente negato, almeno per ora, l'ok al progetto di ristrutturazione affidato all'architetto Eloy Suarez. Per la verità non sono noti neppure i dettagli della ristrutturazione. Si sa soltanto che sono previste tribune in ferro all'esterno delle curve e della tribuna scoperta, che non nasconderebbero la struttura esistente. L'obiettivo è portare la capienza dagli attuali 24 mila posti (8 mila coperti) a 41.845. Ironia della sorte, salvo imprevedibili svolte, tempio del rugby azzurro potrebbe diventare un'altra opera di Nervi, lo stadio “Artemio Franchi” di Firenze.
Il Flaminio è uno dei capolavori di Pier Luigi Nervi. Nato a Sondrio nel 1891, Nervi ha lasciato un segno indelebile nella storia dell'architettura, firmando opere come la sala delle udienze del Papa, la torre della Borsa di Montreal, il grattacielo Pirelli di Milano, la cattedrale di Santa Maria a San Francisco. Per le Olimpiadi di Roma del 1960 l'ingegnere lombardo progettò e costruì quattro edifici: il Palazzetto dello sport all'Eur e tre opere nel quartiere Flaminio: lo stadio, il palasport e un viadotto. Tutti realizzati in tempi record. Lo stadio fu inaugurato il 12 marzo 1959 e ai Giochi ospitò le finali del torneo di calcio vinto dalla Yugoslavia.
Nei venti anni precedenti la costruzione del Flaminio, Nervi aveva sperimentato un nuovo materiale di costruzione, il cosiddetto “ferrocemento”, e un processo di costruzione fondato sulla prefabbricazione strutturale. Due innovazioni forgiate nei tempi difficili dell'autarchia di regime e nell'esigenza di razionalizzare le risorse nell'immediato dopoguerra. Così, la volta sferica del palazzetto dello sport, composta di oltre 1600 pezzi, venne realizzata utilizzando solo 19 elementi. E la copertura della tribuna dello stadio è concepita in modo ancora più semplice, con un solo identico elemento ripetuto dozzine di volte. L'eleganza formale delle costruzioni di Nervi si fonda sempre sulla funzionalità delle soluzioni tecniche nei loro aspetti statici. Come è stato detto, Nervi riponeva fiducia nella naturale espressione estetica di una buona soluzione costruttiva. Era un ingegnere con l'audacia e l'immaginazione di un architetto, e la concretezza di un imprenditore.
Anche per questi motivi, quando nel 2000 il Flaminio divenne la casa del rugby italiano la scelta sembrò particolarmente felice (non a tutti, naturalmente: i tifosi della Lazio ne pretendevano l'utilizzo per la loro squadra). Comunque vada a finire, rimarranno legati al Flaminio alcuni eventi memorabili: la vittoria all'esordio nel Sei Nazioni contro la Scozia, i due successi contro il Galles, il trionfo sulla Francia il 12 marzo scorso, giusto nel giorno del 52° compleanno dello stadio.
Paolo Catella

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