sabato 22 ottobre 2011

Nuova Zelanda-Francia: i protagonisti

Ecco i due XV di partenza per la finale. La scheda dei protagonisti è stata redatta dall'agenzia AP.

I capitani: Richie McCaw e Thierry Dusatoir

Nuova Zelanda
15 Israel Dagg ha fatto suo il posto di estremo All Blacks con alcune superbe esibizioni di rugby d'attacco e con la sua abilità sui palloni alti. Ha triturato il midfield australiano due volte all'inizio della semifinale e creato la meta di apertura facendo fuori la difesa con un buon angolo verso la bandierina destra e scaricando poi su Ma'a Nonu completamente smarcato.
14 Cory Jane ha disputato due partite eccezionali sulla fascia destra dopo essere stato rimproverato per una notte alcolica dopo la fase eliminatoria. È stato votato man-of-the-match della semifinale con l'Australia, quando è stato fenomenale nel disinnescare i calci alti e i contrattacchi dei Wallabies.

Villepreux: la Francia in trincea

Su Midi Olympique, Pierre Villepreux illustra le priorità della squadra francese nella finale contro gli All Blacks superfavoriti.


In questa finale, se i francesi hanno una speranza di sconvolgere le probabilità, è logico pensare che la difesa sarà l'arma strategica chiave. Se funziona la difesa, potranno cercare di cogliere tutte le opportunità, sperando che la pressione costringa gli All Blacks a perdere qualche palla per strada nel gioco alla mano o su eventuali calci mal negoziati. L'opzione di sfruttare il gioco dell'avversario non sarà sufficiente, ma la sua efficacia condizionerà il gioco dei Blues quando dovranno utilizzare la palla da situazioni strutturate. Non sarà allora il caso di riconsegnare la palla velocemente al piede come è avvenuto in semifinale contro il Galles.

Nuova Zelanda-Francia: una favola e un pronostico

Il sito PlanetRugby presenta il percorso della Francia verso la finale come la favola del genio della lampada. Elenca tutte le possibilità dei Blues, ma conclude con un pronostico che non dà loro scampo.


All'inizio del torneo era l'incubo peggiore per i fans degli All Blacks: la loro squadra contro lo spauracchio della Francia in finale... senza Dan Carter. La migliore cura per gli incubi è una favola. Così riunitevi intorno a me, se volete, e vi raccontano la storia di Marc Le Moustache e la Lucente Coppa d'Oro.

Jerome Kaino, come nasce una stella

Jerome Kaino è forse il giocatore che ha più impressionato tra gli All Blacks durante la Coppa del mondo. Con McCaw e Reid forma una terza linea dominante e inimitabile. E' stato inserito fra i candidati a giocatore dell'anno. Ma la sua storia non è stata priva di difficoltà, come raccontato dal New Zealand Herald un mese prima del torneo.

  
Tim Connolly stava guardando un robusto paio di reggilibri quando una sfera da demolizione ha catturato la sua attenzione. Per quanto colpito dal giocatore adolescente, ha tenuto i suoi pensieri per sé. Chi poteva sapere come avrebbero reagito i genitori e lo staff tecnico della squadra della Papakura High School sapendo che c'era un bracconiere in mezzo a loro? Sarebbero stati più sorpresi o arrabbiati? Dopo tutto la loro squadra faceva sempre fatica a emergere e quel sabato era stata battuta nettamente dal College di Aorere. Ma Connolly vedeva l'oro nella loro sconfitta e come neo allenatore del primo XV di St. Kentigern aveva la possibilità di seguire la chiamata alle armi dei ragazzi del rugby. Questo accadeva nel 1999 e, dopo il successo della squadra dei Kelston Boys di Graham Henry, tutte le scuole di Auckland con ambizioni di gloria nel rugby erano sfacciatamente pronte a concedere borse di studio a i migliori talenti grezzi provenienti dalle periferie meno ricche. Connolly si era presentato per visionare i fratelli Afoa, John e James, che erano i piloni della mischia di Papakura. Conosceva il loro pedigree dai tempi in cui allenava le squadre giovanili di Counties - ma fu un ragazzo samoano longilineo che giocava centro a catturare la sua attenzione.

venerdì 21 ottobre 2011

Pazzo ovale/5

Domanda diretta. Dan Carter è tornato davanti ai giornalisti a pochi giorni dalla finale, che non lo vedrà presente per l'infortunio all'inguine. La prima domanda è stata molto diretta: ciao Dan, come vanno le palle? “Non male – è stata la sua risposta – Ho avuto un buon medico che si è tenuto alla larga”.
Debolezza. Imanol Harinordoquy parla inglese, ma qualche parola non la conosce. Quando un giornalista gli ha chiesto se la Francia avesse qualche “weakness” (debolezza) si è dovuto far tradurre la parola non una ma cinque volte. Poi ha detto che la Francia ha molte debolezze.
Haka. Ali Williams ha svelato come e dove avviene la scelta dell'haka. “La decisione – ha detto – viene presa sull'autobus che ci porta allo stadio. Richie McCaw scrive un messaggino e c'è una serie di bip bip, così sappiamo che haka fare. Dico sul serio”.
Gelo. Prima del match con il Galles a Robbie Deans è stato chiesto se ritenesse opportuno utilizzare la terapia del freddo sperimentata in Polonia dai gallesi per migliorare il recupero muscolare. “Beh – ha risposto il tecnico dell'Australia – la Polonia è maledettamente lontana”.
Scapolo. Tatafu Polota-Nau, il tallonatore australiano che si è autoproclamato lo scapolo più disponibile del mondiale, ha improvvisamente cambiato look. E' uscito dall'albergo completamente rasato. “Qualcuno – ha detto – lo ha fatto mentre dormivo”. Poi ha concesso un'intervista a una giornalista in bikini.
Graham version. Graham Henry sta facendo di tutto per ridimensionare il suo ruolo. Due battute del selezionatore All Black. “La finale si gioca alle 21. Chiederò ai miei assistenti di svegliarmi, se mi dovessi appisolare”. “Ora è tutto nelle mani dei giocatori. Sono molto felice di passare la mattinata con i giornalisti, perché non ho nulla da fare”.

La Francia può arginare la marea nera?

Shaun Edwards è uno dei tecnici protagonisti del rinascimento gallese. Allenatore della difesa, è uno dei principali collaboratori di Warren Gatland. Sul Guardian spiega quali possibilità ha realisticamente la Francia di mettere in difficoltà gli All Blacks in finale.


E' una strana sensazione. In circostanze meno controverse queste note sarebbero state scritte mentre preparavo una finale dei mondiali. Dopo il quarto di finale contro l'Irlanda, mi sono seduto e ho cominciato ad annotare tutto ciò che sapevo sugli All Blacks 2011 di Graham Henry, come giocano e come giocare contro di loro. La maggior parte degli appunti provengono dal quarto di finale contro l'Argentina, che ha esposto qualche nervo scoperto per 60 minuti, ma il resto è un'aggiunta compulsiva dalla semifinale con l'Australia, quando il Galles già sapeva di essere fuori dalla finale e che i Wallabies sarebbero stati i nostri avversari per il terzo posto. Scrivendo questo secondo capitolo, e dopo una chiacchierata con alcuni allenatori All Black, è stata aggiunta la nota "intensità claustrofobica",  non una frase proprio accattivante, d'accordo, ma era questa la linea piantata da quegli allenatori nella mente dei loro giocatori prima di mandarli ad affrontare l'Australia. Il che riassume quanto accaduto nel quarto di apertura della semifinale all'Eden Park e ho il sospetto che nella finale di domenica sia probabile che vada allo stesso modo.La domanda è se la Francia possa confrontarsi con l'intensità degli All Blacks laddove l' Australia, squadra per natura molto più fluida, non ha potuto farlo. Prima, però, bisogna capire quello che i Blacks cercano di fare alle squadre che sospettano non essere all'altezza della sfida fisica, dallo spietato macinare nel gioco ordinato alla punizione inflitta nelle collisioni in campo aperto.

Terzo posto all'Australia

AUSTRALIA-GALLES 21-18

La meta di Berrick Barnes
L'Australia conquista il terzo posto battendo il Galles nella finalina di Auckland. Due mete per parte, ma salvo una parentesi di quattro minuti dopo la meta di Shane Williams, la sua cinquantasettesima con il Galles, i Wallabies sono stati sempre in vantaggio. Subito a segno Berrick Barnes, mentre il Galles paga l'imprecisione di Hook nei piazzati: 7-3 al cambio campo. Poi la meta di Shane Williams, con un altro passaggio in avanti non visto dall'arbitro Barnes. Ma O' Connor riporta subito al comando gli australiani con due penalty, mentre Barnes allarga il gap con un drop. Un penalty di Stephen Jones per il 16-11, poi la meta di NcCalman che decide la partita. Allo scadere va a segno anche Halfpenny, ma è solo il simbolo dello smisurato orgoglio del Galles, che chiude il mondiale con tre sconfitte per comlessivi 5 punti di scarto.

Verso la finale: le formazioni

Saranno gli stessi All Blacks che hanno eliminato l'Australia a scendere in campo domentica nella finale contro la Francia. Unico cambiamento in panchina, dove Adam Thompson verrà collocato al posto di Victor Vito. Immutata anche la formazione francese, rispetto a quella che ha sconfitto di un punto il Galles. In panchina si rivede Traille.
Nuova Zelanda: 15 Israel Dagg; 14 Cory Jane, 13 Conrad Smith, 12 Ma'a Nonu, 11 Richard Kahui; 10 Aaron Cruden, 9 Piri Weepu; 1 Tony Woodcock, 2 Keven Mealamu, 3 Owen Franks, 4 Brad Thorn, 5 Sam Whitelock, 6 Jerome Kaino, 7 Richie McCaw (capt), 8 Kieran Read.
Riserve: Andrew Hore, Ben Franks, Ali Williams, Adam Thomson, Andy Ellis, Stephen Donald, Sonny Bill Williams.
Francia: 15 Maxime Medard; 14 Vincent Clerc, 13 Aurelien Rougerie, 12 Maxime Mermoz, 11 Alexis Palisson; 10 Morgan Parra, 9 Dimitri Yachvili; 1 Jean-Baptiste Poux, 2 William Servat, 3 Nicolas Mas; 4 Pascal Pape, 5 Lionel Nallet; 6 Thierry Dusautoir (capt), 7 Julien Bonnaire, 8 Imanol Harinordoquy.
Riserve: Dimitri Szarzewski, Fabien Barcella, Julien Pierre, Fulgence Ouedraogo, Jean-Marc Doussain, Francois Trinh-Duc, Damien Traille.


giovedì 20 ottobre 2011

Parla Joubert, l'arbitro della finale

E' piuttosto insolito che un arbitro si faccia intervistare prima di una partita. Che lo faccia a pochi giorni dalla finale di Coppa del mondo non è probabilmente mai accaduto. Craig Joubert ha infranto il tabù e questo potrebbe significare che anche l'ambiente tradizionalmente chiuso e autoreferenziale dei direttori di gara si sta aprendo al mondo, come osserva il New Zealand Herald.


L'arbitro della finale di domenica tra Francia e All Blacks dice che dovrà meritarsi il rispetto dei giocatori nelle prime fasi del match decisivo. "Io credo nella filosofia dell'essere fermo fin dall'inizio", afferma Craig Joubert. "E' come crescere i bambini: vogliono solo sapere dove sono i confini. E questi ragazzi sono così disciplinati che reagiranno nel modo giusto".
La scelta di Joubert per la finale potrebbe preannunciare una nuova era per il rugby. A 33 anni, il sudafricano rappresenta una nuova generazione di ufficiali di gara. Ma non è solo la sua nomina ad essere importante, così incoraggiante per lo sport. E' la sua filosofia, il suo atteggiamento. Joubert è una boccata d'aria fresca nei corridoi, un tempo chiusi, del mondo arbitrale. Ha una visione chiara del gioco e del ruolo dell'arbitro. Fa il suo lavoro con tono calmo e impassibile. Interpreta l'arbitraggio con senso di responsabilità. Dice che gli arbitri dovrebbero essere aperti ai media.

Terzo posto: interessa a qualcuno?

E' la più inutile delle partite. La finale degli sconfitti, che vale il terzo posto e una precedenza quasi ininfluente nel prossimo sorteggio mondiale, è destinata agli archivi. Forse solo la prima e l'ultima sono rimaste nella memoria di qualcuno. Nell'87 il Galles vince di un punto con una trasformazione di Thorburn dall'angolo. Nel 2007 a Parigi un'Argentina rampante demolisce, per la seconda volta in quel mondiale, la Francia. Ecco i precedenti.

1987 Galles-Australia 22-21
1991 Nuova Zelanda-Scozia 13-6
1995 Francia-Inghilterra 19-9
1999 Sudafrica-Nuova Zelanda 22-18
2003 Nuova Zelanda-Francia 40-13
2007 Argentina-Francia 34-10

Anche per il terzo posto quest'anno si replica la sfida dell'87. L'Australia, dopo la sconfitta con gli All Blacks,cambia cinque ottavi della mischia, compresa l'intera prima linea, e festeggia il centesimo cap di Nathan Sharp. Il Galles sarà capitanato dal pilone Gethin Jenkins in assenza dello squalificato Sam Warburton, sostituito da Ryan Jones che però vestirà il numero otto, con Faletau dirottato a flanker. Rispetto allo sfortunato match con la Francia, fuori Adam Jones e Alun-Wyn Jones, al loro posto Paul James e Bradley Davies.

Australia: 15 Kurtley Beale; 14 James O'Connor, 13 Adam Ashley-Cooper, 12 Berrick Barnes, 11 Digby Ioane; 10 Quade Cooper, 9 Will Genia; 1 James Slipper, 2 Tatafu Polota-Nau, 3 Salesi Ma'afu; 4 James Horwill (capt), 5 Nathan Sharpe; 6 Scott Higginbotham, 7 David Pocock, 8 Ben McCalman.
Riserve: Saia Faingaa, Ben Alexander, Rob Simmons, Radike Samo, Luke Burgess, Anthony Faingaa, Rob Horne.
Galles: 15 Leigh Halfpenny; 14 George North, 13 Jonathan Davies, 12 Jamie Roberts, 11 Shane Williams; 10 James Hook, 9 Mike Phillips; 1 Gethin Jenkins (capt), 2 Huw Bennett, 3 Paul James; 4 Bradley Davies, 5 Luke Charteris; 6 Dan Lydiate, 7 Toby Faletau, 8 Ryan Jones.
Riserve: Lloyd Burns, Ryan Bevington, Alun-Wyn Jones, Andy Powell, Lloyd Williams, Stephen Jones, Scott Williams.

Wayne Smith, ultima chiamata All Black

Wayne Smith, assistente allenatore degli All Blacks, darà l'addio all'incarico dopo la finale contro la Francia. L'Independent gli rende omaggio con un ritratto in cui c'è anche parecchia Italia. Wayne Smith ha allenato a Treviso e Casale sul Sile.

 
Wayne Smith prova un amore profondo e duraturo per il rugby francese, per cui se avesse sentito, un paio di giorni fa, le parole di André Boniface, il maestro del midfield di Mont-de Marsan, sullo spettacolare assalto iniziale degli All Blacks contro i Wallabies nella semifinale dello scorso weekend, quelle parole sarebbero state musica per le sue orecchie. "Per la prima volta nella mia vita", ha detto Boniface, 78 anni "mi sentivo come se stessi guardando un film. Mai prima d'ora, come giocatore o come spettatore, ho provato un'esperienza simile. Per questo ringrazio gli All Blacks". Smith è uno dei due assistenti di Graham Henry in questo torneo, l'altro è Steve Hansen, ma tale è stata la qualità del contributo dato da questo venerato uomo dell'Isola del Nord al gioco in questo paese negli ultimi tre decenni – salvi i soggiorni all'estero, in particolare con Northampton tra il 2001 e il 2004 – che non c'è nessuno nel mondo degli dei del rugby che lo possa considerare meno di un faro. Ora il suo rapporto con la nazionale sta volgendo al termine, circa 31 anni dopo aver fatto il suo debutto con la felce argentata nel ruolo di apertura. Ha un'ultima partita davanti a sé, e dato che si tratta di una finale dei Mondiali, proprio contro i francesi, promette di essere davvero un grande addio.

mercoledì 19 ottobre 2011

La battaglia per la vita di Jonah Lomu

Jonah Lomu è stato dimesso dall'ospedale di Auckland, ma le sue condizioni sono sempre preoccupanti. La crisi di rigetto del rene trapiantato nel 2004 è affrontata con una terapia molto forte, una dieta a basso contenuto di potassio e il ricorso alla dialisi quattro volte la settimana. L'ex giocatore soffre di stanchezza e nausea. Il suo sistema immunitario è indebolito e questo gli impone per il momento di evitare contatti potenzialmente contagiosi. Lomu ha parlato della sua situazione solo con il settimanale New Zealand Woman's Weekly, al quale sarebbe legato da un contratto di esclusiva. Ecco il servizio della rivista.


Quando Jonah Lomu è sceso in campo per la cerimonia di apertura della Coppa del mondo di quest'anno, un pubblico mondiale di milioni persone si è entusiasmato per la prima superstar veramente globale del rugby - leggendario non solo sul campo, ma anche fuori – alla sua entrata all'Eden Park. Il grande campione, la cui ombra sul terreno di gioco era riconoscibile anche prima che qualcuno potesse vedere la sua faccia, andava a sostenere il paese e il gioco che lui ritiene gli abbiano cambiato la vita. Ma mentre la folla applaudiva e lo salutava, nessuno poteva prevedere che solo due settimane dopo, Jonah sarebbe finito esausto e sofferente nel reparto renale dell'Auckland Hospital.Parlando con il settimanale New Zealand Woman's Weekly dal suo letto d'ospedale, con la moglie Nadene al fianco, Jonah prega che il suo rene - donatagli nel 2004 dal dj della radio ZM Grant Kereama – riesca a sfidare le probabilità.

Cosa significa affrontare gli All Blacks

Paul Ackford ha affrontato gli All Blacks con l'Inghilterra quattro volte e ha sempre perso. Ora, sul Telegraph, spiega perché è così difficile batterli.

 
La mia storia d'amore con il rugby della Nuova Zelanda di rugby è cominciata 33 anni fa. Dico storia d'amore ma è inesatto. E' più una storia di paura, perché nel 1978, all'età di 20 anni, mi sono trovato a giocare contro gli All Blacks di Graham Mourie in tour vestendo la maglia della selezione Sud e Sud-Ovest, come si usava in quei giorni lontani.

Nuova Zelanda-Francia: la finale dell'87



Eden Park, 20 giugno 1987
Nuova Zelanda: 15 John Gallagher (Wellington); 14 John Kirwan (Auckland), 13 Joe Stanley (Auckland), 12 Warwick Taylor (Canterbury), 11 Craig Green (Canterbury); 10 Grant Fox (Auckland), 9 David Kirk (Auckland - capt); 1 Steve McDowell (Auckland), 2 Sean Fitzpatrick (Auckland), 3 John Drake (Auckland), 4 Murray Pierce (Wellington), 5 Gary Whetton (Auckland), 6 Alan Whetton (Auckland), 7 Michael Jones (Auckland), 8 Wayne Shelford (North Harbour). Riserve: Bernie McCahill (Auckland), Frano Botica (North Harbour), Bruce Deans (Canterbury), Zinzan Brooke (Auckland), Richard Loe (Waikato), Andy Dalton (Counties).
All. Brian Lochore.
Francia: 15 Serge Blanco (Biarritz); 14 Didier Camberabero (Beziers), 13 Philippe Sella (Agen), 12 Denis Charvet (Toulouse), 11 Patrice Lagisquet (Bayonne); 10 Frank Mesnel (Racing), 9 Pierre Berbizier (Agen); 1 Pascal Ondarts (Biarritz), 2 Daniel Dubroca (Agen - capt), 3 Jean-Pierre Garuet (Lourdes), 4 Alain Lorieux (Aix-les-Bains), 5 Jean Condom (Biarritz), 6 Eric Champ (Toulon), 7 Dominique Erbani (Agen), 8 Laurent Rodriguez (Montferrand).
Riserve: Philippe Dintrans (Tarbes), Louis Armary (Lourdes), Jean-Luc Joinel (Brive), Rodolphe Modin (Brive), Marc Andrieu (Nimes), Jean-Baptiste Lafond (Racing).
All. Jacques Foroux.
Marcatori: 14' drop Fox, 17' m. Jones t. Fox; 45' cp Camberabero, 47' cp Fox, 53' cp Fox, 60' m. Kirk, 62' m. Kirwan, 66' cp Fox, 75' cp Fox, 80' m. Berbizier t. Camberabero.
Arbitro: Kerry Fitzgerald (Australia).
Note: scrosci di pioggia, spettatori 48035, primo tempo 9-0, nessuna sostituzione.


L'immagine di David Kirk che solleva per la prima volta la Webb Elli Cup è diventata l'icona del nuovo inizio che avrebbe portato il rugby, otto anni dopo, ad archiviare l'epoca del gioco amatoriale. Forse solo Nelson Mandela con la maglia numero 6 degli Springboks ha lasciato una traccia più significativa nella storia di questo sport. Quella partita tra Nuova Zelanda e Francia resta comunque una pietra miliare, oltre che un ricordo indelebile per chi ha avuto la fortuna di esserne testimone. E il fatto che 24 anni dopo si ripeta la sfida chiude un cerchio magico che cominciò ad essere disegnato quel 20 giugno 1987.

domenica 16 ottobre 2011

All Blacks in finale, demolita l'Australia

NUOVA ZELANDA-AUSTRALIA 20-6

Ma'a Nonu: sua l'unica meta del match
Sarà dunque Nuova Zelanda-Francia, come 24 anni fa, la finale della Coppa del mondo. Gli All Blacks hanno battuto l'Australia in una semifinale controllata dall'alto di una superiore consistenza del pack e di una maggiore aggressività nei punti di collisione. I neozelandesi hanno dato subito il loro tono al match, costringendo gli australiani ad asserragliarsi nella loro zona difensiva, un po' come era loro accaduto contro gli Springboks. Solo che rispetto ai sudafricani gli All Blacks posseggono una marcia in più nella linea veloce. Un'invenzione e uno splendido offload di Israel Dagg ha proiettato in meta Ma'a Nonu dopo soli 5 minuti. L'arbitro Joubert ha controllato con molta attenzione il gioco a terra, penalizzando i primi due interventi di Pocock. Weepu, complessivamente poco preciso nei piazzati, ha così portato gli All Blacks sull'8-0. L'Australia ha reagito con alcune fiammate di Genia, O'Connor e soprattuto Ioane, ma ha raccolto solo il piazzato dell'8-3. Ancora una volta deludente la prestazione di Quade Cooper all'apertura, mentre Aaron Cruden non ha sempre fatto le scelte giuste, ma ha comnque dato propulsione alla manovra All Black. E ha avuto il merito di segnare il drop dell'11-3. A sua volta Cooper ha cercato di tenere in partita l'Australia con un drop. Il secondo penalty di Weepu ha mandato le squadre al riposo sul 14-6. Nella ripresa i neozelandesi si sono limitati a giocare semplice e a vanificare ogni iniziativa degli avversari. Fantastica la prestazione delle terze linee, nettamente superiori a quelle australiane. L'Australia si è progressivamente spenta e nei secondi 40 minuti non è riuscita a mettere a segno nemmeno un punto. Il dominio territoriale degli All Blacks e quello della loro mischia hanno portato invece ai neozelandesi altri 6 punti di sicurezza. Richie McCaw uomo del match.