Wayne Barnes |
Il centro del Leicester, Manu Tuilagi, è stato sospeso per cinque settimane per aver colpito con un diretto destro da ko l'ala del Northampton Chris Ashton durante la semifinale del campionato inglese. Rischiava una sospensione di un anno e quindi anche l'eventuale partecipazione alla Coppa del mondo nelle file dell'Inghilterra. Una decisione destinata a far discutere per la brutalità dell'aggressione, ma anche per il comportamento dell'arbitro Wayne Barnes, non nuovo a decisioni controverse.
Il pugno di Manu Tuilagi a Chris Ashton |
Il fatto. E' il 32' del primo tempo. Tuilagi placca alto e senza palla Ashton, che corre a sostegno di Lee Dickinson dopo un calcio giocato veloce. Ashton reagisce con una spinta nemmeno troppo forte sulla schiena di Tuilagi. Il giocatore di origine samoana, 20 anni, replica con due ganci sinistri e un maestoso diretto destro che manda al tappeto Ashton con l'arcata sopracciliare sinistra sanguinante.
Barnes si rivolge al giudice di linea più vicino alla scena, Robin Goodliffe. La tivù documenta un colloquio piuttosto imbarazzante durante il quale Goodliffe riferisce all'arbitro di aver visto i due giocatori scambiarsi pugni l'un l'altro. Barnes estrae il cartellino giallo per entrambi. Tuilagi avrebbe invece meritato il rosso e Ashton al massimo una predica. Il Leicester vincerà la partita, ma in 14 forse non ce l'avrebbe fatta.
Le reazioni. La decisione arbitrale è stata criticata molto civilmente sui giornali inglesi. Anche da parte del Northampton nessuna concessione a teorie del complotto così frequenti nei post-partita del calcio italiano. Va già considerata una manifestazione di grande disappunto il commento del proprietario della squadra, Keith Barwell: “Gli arbitri devono migliorare”.
I precedenti. Il problema è che Barnes, uno dei due arbitri inglesi che fischieranno anche alla prossima Coppa del mondo, ha già commesso un errore di enorme impatto mediatico. Nel 2007 a Cardiff non vide un clamoroso passaggio in avanti di Traille a Michalak nell'azione della meta di Jauzion decisiva per l'eliminazione ai quarti di finale degli All Blacks ad opera della Francia. In quella partita, finita poi 20-18, Barnes esibì anche un immeritato giallo a Luke McAllister. La sconfitta si trasformò in un lutto nazionale per i neozelandesi, che potrà essere cancellato solo vincendo il prossimo mondiale.
Chi è Barnes. Nato nel Gloucestershire, Wayne Barnes ha cominciato a giocare a rugby a 8 anni e ad arbitrare a 15. E' un avvocato penalista, ma a 25 anni è diventato il più giovane arbitro professionista inglese. Internazionale dal 2003, ha esordito nella Heineken Cup nel gennaio 2006 a Treviso (Benetton-Ulster). Poco dopo primo test match (Figi-Samoa). Nel 2007 debutto nel Sei Nazioni al Flaminio (Italia-Francia). Poi la Coppa del mondo.
Dopo Cardiff. Le reazioni alla terribile svista del Millennium Stadium hanno coperto tutto lo spettro delle possibilità: dalle minacce di morte alla satira più divertente e feroce. Nelle analisi a mente fredda molti neozelandesi, compresi giornalisti specializzati e membri dello staff tecnico All Black, ammisero che la bruciante sconfitta non era da attribuire all'arbitro, ma alla squadra che non aveva saputo risolvere il problema nemmeno tirando un drop, pur essendosi insediata per tutto il secondo tempo nella metà campo avversaria. Ma non tutto è filato liscio neanche nel match della riconciliazione, quando Barnes è stato chiamato a dirigere Scozia-Nuova Zelanda (32-6) a Murrayfield nel 2008. Dopo il match, l'assistente allenatore Steve Hansen era infuriato: “Dovessi dire quello che penso dell'arbitro sarei multato, presenteremo le nostre proteste all'International Board”. Secondo i resoconti giornalistici, quel giorno Barnes estrasse ingiustamente due cartellini gialli, lasciò in campo due giocatori che meritavano la sin-bin più degli altri e non seppe gestire i problemi in mischia chiusa. Un'accusa questa che gli rivolgeranno alcuni mesi dopo anche gli Springboks.
Attacchi sul web. Inutile dire che su Barnes sono piovuti insulti di ogni tipo nei blog che accettano di diventare sfogatoio di tifosi non educati al fair-play del mondo ovale. Ma è accaduto anche, il giorno dopo la partita di Cardiff, che Wikipedia fosse attaccata da un hacker capace di introdurre un necrologio nella pagina dedicata all'arbitro inglese. Il mediano di mischia inglese Danny Care (Harlequins) ha dovuto poi chiedere pubblicamente scusa per i tweet su Barnes postati dopo un match Leicester-Harlequins. Aveva scritto: “Vuole Wayne Barnes prendere altre decisioni shock per aiutare il Leicester? Wayne Barnes, impiccati amico. Premia la squadra che vuole giocare a rugby, non solo calciare punizioni”.
Burle. Fra le curiosità più divertenti generate da questo arbitro la “notizia” diffusa recentemente dal sito neozelandese “The Cup is Coming Home” a firma Martin Moodie. Wayne Barnes sarebbe stato ingaggiato per un ruolo da protagonista nello spettacolo “Mr Magoo, il musical” in programma a Broadway e nel West End londinese nel 2011. “Come l'originale Mr Magoo – si legge nell'articolo – Barnes rifiuta di portare gli occhiali e di conseguenza finisce nei guai, come quella volta che ha espulso i pali per aver fatto ostruzione al calciatore”.
Tazze e t-shirt. Ma la cosa più incredibile è che c'è anche chi ha pensato di sfruttare commercialmente il movimento anti-Barnes. C'è un sito, www.urbandictionary.com, che vende su internet tazze, magliette e quant'altro, dedicate all'arbitro inglese. Si possono personalizzare, ma le scritta proposta è questa: “Wayne Barnes. Vedi anche la definizione di pirla, segaiolo, cieco. Ormai ampiamente noto come l'arbitro dei quarti di finale della Coppa del mondo di rugby 2007 giocata tra Nuova Zelanda e Francia, quando gli All Blacks sono stati eliminati dal torneo. Ha commesso due errori fondamentali che la maggior parte dei neozelandesi non gli perdonerà mai: non ha visto un passaggio in avanti e ha decretato un'espulsione ingiustificata. Wayne Barnes, l'arbitro che ha bisogno di farsi controllare la vista”. La t-shirt costa 25 dollari e 05, la tazza da caffè 21.95, il boccale di birra 32.90.
Paolo Catella
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