mercoledì 27 luglio 2011

Dominguez, siamo ancora a caccia dell'erede

Luciano Orquera
Riccardo Bocchino

Sono, minuto più minuto meno, le 15.30 di sabato 22 febbraio 2003, un soleggiato pomeriggio romano. Dopo aver segnato i suoi ultimi tre punti in azzurro, al 7' della ripresa di un match del Sei Nazioni contro l'Irlanda esce dal campo un dolorante Diego Dominguez. Sarà la sua ultima apparizione con la maglia dell'Italia. Più di otto anni dopo la nazionale sta ancora cercando il suo erede.
Per la Coppa del mondo in Nuova Zelanda Nick Mallett ha scelto per il ruolo di mediano di apertura Riccardo Bocchino e Luciano Orquera, lasciando a casa Gower e Burton e contando su McLean e Masi in caso di emergenza. Bocchino, viterbese di 23 anni, ha esordito in maglia azzurra nel 2010 proprio contro l'Irlanda a Dublino. Vanta 6 presenze. Orquera, 29 anni, è nato a Cordoba, in Argentina, da una famiglia di origini italiane. E' stato lanciato in nazionale da John Kirwan nel 2004, debuttando contro il Canada. Ventidue le sue presenze. Mallett lo considera il titolare della maglia numero 10, ma che non sia esattamente un fenomeno è dimostrato proprio dalla sua voltatile carriera azzurra. Dopo aver disputato tutto il Sei Nazioni 2005, Orquera non è stato reclutato per la Coppa del mondo 2007, quando Berbizier gli aveva preferito Pez e De Marigny. Solo quest'anno è riuscito a riemergere, partecipando alla storica vittoria sulla Francia e battendo alla fine la concorrenza di Burton, grazie soprattutto ai suoi migliori fondamentali difensivi. Bocchino è un giovane promettente, ma la sua esperienza internazionale è ancora troppo recente per garantire affidabilità e continuità.
Pochi dubitano, dunque, che, dopo Dominguez, il ruolo di apertura resti uno dei grandi problemi irrisolti dell'Italia ovale. O, per meglio dire, chiusa l'epoca di Dominguez e Troncon, la scelta dell'intera cabina di regia del gioco azzurro è andata avanti per tentativi ed errori. Tanti tentativi e tanti errori. Ricostruiamo questa storia scandita da sei mondiali.
1987. In Nuova Zelanda per l'esordio contro gli All Blacks Bollesan e Franceschini affidano la maglia numero 10 a Rodolfo Ambrosio. Stefano Bettarello è rimasto a casa. Perdiamo 70-6 e l'italo-argentino finisce sotto accusa. Contro l'Argentina lo sostituisce Oscar Collodo. E' la partita che si poteva vincere, se solo Fabio Gaetaniello avesse segnato una meta facile e lo stesso Collodo fosse stato un calciatore più preciso. Con il numero 9 gioca entrambe le partite Fulvio Lorigiola, ma per quella contro le Figi, che avrebbe potuto farci volare ai quarti, la mediana è Collodo-Ghini. Vinciamo 18-15, ma non basta.
1991. In Inghilterra comincia l'era Dominguez, qui in coppia con Ivan Francescato. Ivan segna una meta indimenticabile agli Usa (30-9), poi facciamo una figuraccia con gli inglesi. Fourcade se la prende con Zanon, il capitano, ma contro gli All Blacks spedisce anche Dominguez a fare il trequarti centro. Apertura gioca Bonomi e segna la meta di un ottimo 31-21, con lo stesso Dominguez che avrebbe meritato l'assegnazione di una meta tecnica.
1995. Georges Coste non ha dubbi su chi portare in Sudafrica. La coppia regina è Dominguez-Troncon, che giocano tutte e tre le partite del mondiale. Una delusione contro Samoa, poi il riscatto con l'Inghilterra, battuti 27-20, e finalmente la vittoria contro l'Argentina (31-25) con meta decisiva di Dominguez. Si dirà che in quel momento Diego è diventato veramente italiano.
1999. Si torna in Inghilterra e per la nazionale di Massimo Mascioletti è il mondiale più traumatico. Sessanta punti dagli inglesi, poi il clamoroso ko con Tonga, per finire con il 101-3 rifilato agli azzurri dagli All Blacks di Jonah Lomu (che contro di noi gioca anche numero 8). Dominguez e Troncon restano un punto di riferimento ineliminabile, anche se il mediano di apertura disputa solo 3 minuti del match con i neozelandesi, sostituito subito da Mazzariol.
2003. Proprio “Cocco” Mazzariol parte titolare, ancora contro gli All Blacks, nel mondiale australiano. Kirwan gli preferisce però Rima Wakarua nelle tre partite successive: vittorie con Tonga e Canada, sconflitta che ci esclude dai quarti con il Galles. Troncon non è più inamovibile, ora se la deve vedere con Mazzantini che parte titolare contro gli All Blacks, salvo poi ripiegare in panchina.
2007. In Francia Pierre Berbizier arriva con un cantiere aperto in mediana. Nel Sei Nazioni ha provato tre soluzioni diverse: Scanavacca-Griffen contro la Francia, Scanavacca-Troncon contro Inghilterra e Scozia, Pez-Troncon contro Galles e Irlanda. L'Italia vince in Scozia e batte il Galles al Flaminio. Ma Scanavacca resta a casa. Al mondiale due partite le gioca all'apertura De Marigny, le altre due Pez. Troncon, che nei mesi precedenti ha sofferto la concorrenza di Griffen, è titolare con De Marigny nella consueta disfatta con gli All Blacks. Poi però, per battere la Romania, al suo posto viene scelto Griffen, con Pez numero 10. Si torna alla formula precedente con il Portogallo, mentre per il match decisivo, Italia-Scozia, Berbizier schiera Pez e Troncon. Finisce tra le lacrime dopo un penalty sbagliato di poco da Bortolussi: la Scozia vince 18-16 e va ai quarti.
Vale ora la pena seguire più in dettaglio quanto accaduto nell'ultimo quadriennio gestito da Nick Mallett. Prenderemo in esame solo le scelte fatte per il Sei Nazioni.
2008. Il tecnico sudafricano si inventa Andrea Masi apertura. Contro Irlanda e Inghilterra due sconfitte di misura in coppia con Travagli. Poi al mediano di mischia i subentra Picone: un disastro in Galles, un discreto rimbalzo in Francia (25-13) e la rivincita cono gli scozzesi, sconfitti 23-20.
2009. Si cambia di nuovo. Mallett lancia Andrea Marcato numero 10 a Twickenham, ma gli mette al fianco non un mediano di mischia di ruolo ma un terza linea, Mauro Bergamasco: è un incubo. Brusca retromarcia. Nelle altre quattro partite del torneo si affida alla coppia McLean-Griffen: quattro sconfitte, compreso un 50-8 subito dalla Francia al Flaminio.
2010. E' l'anno di Gower. Per le prime quattro partite fa coppia con Tebaldi, poi gli tocca Canavosio. Con il primo l'Italia sfiora l'impresa contro l'Inghilterra (17-12) e batte la Scozia (16-12), prima di crollare contro la Francia. Il secondo ticket non ha migliore fortuna in Galles.
2011. In cinque partire Mallett schiera tre aperture e due mediani di mischia. Si parte con Burton e Gori: l'Italia perde per un soffio con l'Irlanda al Flaminio (13-11). Poi della maglia numero 9 si impossessa Semenzato, autentica rivelazione dell'ultima stagione. Gioca due volte con Burton e l'Italia perde con Galles e Scozia. Le altre due con Orquera. E dopo il diluvio inglese un raggio di sole che ancora ci illumina: il trionfo con la Francia.
Paolo Catella

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