mercoledì 27 aprile 2011

Gavin Henson, un rugbista nello star system

Midi Olympique ha annunciato il licenziamento di Gavin Henson dal Tolone dopo una lite con i compagni. A 29 anni il centro gallese stava tentando di rilanciare in Francia la sua candidatura per la Coppa del mondo, dopo 18 mesi passati più in tivù che su un campo di gioco. La sua è la storia esemplare di un grande talento entrato nello star system. Leggendario il suo calcio piazzato decisivo per la vittoria (e il Grande Slam) del Galles sull'Inghilterra nel 2005. Poi molti infortuni, un'autobiografia controversa, alcuni episodi di cattiva condotta, la partecipazione ad alcuni reality show durante un periodo sabbatico concordato con gli Ospreys, la relazione con la cantante Charlotte Church, con la quale ha avuto due figli. Il ritorno al rugby giocato sembra fallito. In questo lungo articolo, una giornalista del quotidiano gallese Western Mail, traccia un ritratto del personaggio, ma anche della mutazione genetica del rugbista nell'era dello show business. 



Mentre  la verità sul più grande enigma del rugby gallese vaga tra due estremi, l'opinione su di lui è più polarizzata che mai. Per ogni romantico che sogna un figliol prodigo che rientra in squadra per ispirare il Galles alla gloria della Coppa del mondo, c'è un vecchio beffardo per il quale la sua sola meraviglia è stato un calcio piazzato. Per ogni guru del marketing impressionato da come Henson ha costruito il suo marchio c'è un cinico che ruota gli occhi di fronte al patto faustiano che ha firmato con il demone della celebrità. Per ogni donna che si è scaldata per il suo bell'aspetto metrosexual, c'è un maschio sconvolto dal fatto che un normale individuo gallese possa essere interessato ai metodi di depilazione.
Affascinante. Irritante. Esilarante. Esasperante. Sopravvalutato. Sottovalutato. Incompreso. O come uno scrittore di rugby una volta ha scherzato: "E' nei guai, ma non più di quanto valga la pena". Tutto dipende dalla vostra risposta personale al culto di Gavin. Quello che è certo è Henson rimane un paradosso. Dal momento in cui ha allacciato per la prima volta le sue scarpe d'oro ci ha legato in un nodo di messaggi contrastanti.
L'arroganza e l'introversione sono raramente qualità condivise nella stessa personalità, ma entrambe hanno fatto la loro parte nella psiche di Henson. Come adolescente incoronato giovane giocatore mondiale dell'anno era così timido che il suo allenatore di Swansea lo faceva lavorare alla ricezione del St Helen's per mescolarsi con il pubblico e farlo parlare di sé. Eppure in campo – con i capelli trasformati in spiedini e la pelle brunita con un bagliore di mandarino nel profondo inverno del West Glamorgan – il suo aspetto gridava: “Guardatemi”.
Nel corso della sua carriera le contraddizioni sono continuate. Ama l'attenzione dei media, ma si sente perseguitato dalla stampa. Nodosi vecchi avanti erano stupefatti per la sua immagine quasi effeminata, eppure la sua leggenda è cresciuta grazie ad atti di supremo machismo sul campo. Henson è noto per il suo bel corpo, ma anche per il fatto che le sue forme meticolosamente levigate hanno subito lesioni infinite. E' stato ignorato dagli allenatori e corteggiato dagli da allenatori. Divinizzato dai tifosi e demonizzato dai tifosi. E nella sua natura, il suo lato dolce è stato occasionalmente considerato come il suo lato oscuro.
Attraverso le pagine della rivista “OK!” si è presentato come un padre ciecamente innamorato, la maturità esaltata dalla responsabilità della paternità. Ma proprio mentre stavamo a tubare su Henson l'uomo nuovo immerso nella felicità domestica, Henson il mostro della birra sarebbe comparso su un tavolo da biliardo in un pub di Cardiff, costringendo con i suoi schiamazzi Mike Phillips a prendere un microfono per karaoke e a scusarsi per il suo comportamento. I presunti incidenti in treno dopo il trionfo del Galles nel 2005, che lo costrinsero ad avere un passaggio a casa da parte della polizia, hanno fatto crescere la sua reputazione di ragazzo selvaggio. Ma l'ironia non toglie che Henson non sia un gran bevitore e che curi il suo corpo con la diligenza di un atleta ossessivo.
Eppure, questa dedizione al fisico ci porta ad un'altra incongruenza. Il rugby è nel Dna di questo figlio di un pilone di Maesteg. Ma a volte ti chiedi se l'Henson che raccolse la sua prima palla da rugby a cinque anni stia usando il cerone piuttosto che un antidolorifico, tale è stato il richiamo delle luci della ribalta piuttosto che dell'illuminazione dello stadio. Molte volte l'Henson celebre ha soffocato l'Henson giocatore, più o meno allo stesso modo in cui quest'ultimo intercettò Mathew Tait e lo stese sul tappeto erboso del Millennium Stadium. Quindi, proprio quando pensavamo che fosse pronto a tornare alla palla ovale, dopo un anno sabbatico di 18 mesi che si era auto-imposto, la sfera stroboscopica ha cominciato a girare e lo ha sbattuto su una pista da ballo - la sua terza sortita in una reality show quell'anno.
Ma fin dall'inizio Henson si era immaginato di diventare il Beckham del rugby e aveva costruito il suo marchio di conseguenza. E' un prodotto della sua epoca. La sua carriera nel rugby sarebbe corsa esattamente in parallelo con il cambiamento nella cultura popolare. La sua è una generazione che potrebbe dar vita ad un rapporto completamente nuovo con la celebrità, dato che televisione e media ridefiniscono il concetto di fama attraverso la crescita dei reality show e
i servizi giornalistici che puntano sulla personalità.
Col senno di poi, quando ho intervistato un Henson adolescente sulle sue aspirazioni, c'erano già segnali che indicavano come questo ambiente in continua evoluzione lo avesse già influenzato. Il ragazzo simpatico, che descriveva il suo interesse per la moda e i prodotti per il viso, insisteva per portare un cappello perché non aveva capito che ci sarebbe stato un fotografo e non si era "fatto i capelli". Alla richiesta di nominare il suo eroe nel rugby, aveva citato David Campese. Una scelta intrigante per un idolo. Campo non era solo un cane sciolto in campo, era conosciuto per un giro di frasi controverse ed è stato probabilmente il primo giocatore a percepire se stesso come una merce. E' nota la sua vanteria: "Sono ancora un dilettante, ovviamente, ma sono diventato il primo milionario nel rugby, cinque anni fa". Anche Henson conosceva il proprio valore di mercato, e sfruttò il suo Grande Slam in una prematura autobiografia, raccogliendo ricchi sostegni e sponsorizzazioni, innamorandosi anche di una ragazza dotata dello stesso profilo.
Intorno a lui, è stato venduto ai giovani il sogno della celebrità immediata e del risultato ottenuto senza alcuno sforzo reale. Le icone dell'epoca precedente avevano lavorato per conquistare la vetta, la fama era arrivata come un sottoprodotto del loro talento. Ma la generazione del Grande Fratello sa che serve molto meno sforzo per essere famosi. L'ironia di Henson, naturalmente, è che a differenza della sua generazione di aspiranti alla serie C della celebrità, lui ha un talento genuino. La sua immagine pubblica è indubbiamente radicata nelle sue abilità sportive da qualche parte lungo la linea di equilibrio tra rugby e celebrità. La scelta di Campese come modello getta luce anche su un altro aspetto della personalità di Henson che lo ha reso fonte di controversie, la sua onestà. "Lui è la qualità. E 'arrogante, ma in senso buono, "ha detto Henson adolescente di Campo. "E 'bello da vedere, altre persone danno sempre la stessa vecchia intervista. Sapete già cosa diranno e per la maggior parte è spazzatura, ma con lui è diverso, non sai che cosa ha intenzione di dire e questo è sempre eccitante ".
Più o meno lo stesso potrebbe dire di se stesso Henson. Ha sempre dato un grande titolo. Chi può dimenticare la sua descrizione del tentativo mal consigliato di Alistair Campbell in un post-partita di parlare del disastroso tour dei Lions nel 2005? "Un'incredibile cagata", ha dichiarato il giocatore trattato piuttosto male sia dal portavoce sia dall'allenatore Clive Woodward: "Come giocatore puoi accettare questo tipo di cose da un ex nazionale, ma venivano invece da Campbell... era spazzatura e gli si è ritorta contro". Ma non quanto il suo libro, che ha provocato scalpore tra i compagni di squadra del Galles, che Henson aveva messo in discussione nelle sue pagine con un candore simile. Tale apparente disinteresse per i sentimenti degli altri è stato la ragione principale per cui Henson è stato accusato di egoismo nel corso degli anni, ma in un certo senso c'è più innocenza che arroganza. Il suo bisogno di dire la verità sembra renderlo cieco sulle conseguenze. Era sinceramente sorpreso dal clamore sul suo libro: "Seriamente, io credo di essere una persona onesta", ha detto in quel momento. "Non c'è nulla di veramente complicato in me, ho solo cercato di raccontare come la vedo".
Non ha neppure considerato il trambusto che si è creato quando ha accettato di fare da modello per il nuovo equipaggiamento del Galles lo scorso autunno. Accettando la linea di marketing piuttosto insincera della WRU secondo la quale stava aiutando la promozione del rugby di base, è stato confuso dal fatto che alcuni giocatori potessero dispiacersi perché era stato lui il prescelto, considerato che era stato così lontano dalla squadra negli ultimi tempi che ci sarebbe voluto il telescopio di un ammiraglio per localizzarlo.
Henson è migliore di persona che sulla stampa o nei poster di 30 metri. La comunità gallese del rugby ha perso la pazienza per il suo sabbatico di celebrità, ma potrebbe invece avergli fatto bene, cambiando la percezione della sua personalità. Un certo fascino ritroso emerse sulla pista da ballo si Strictly, mentre su 71 Degrees North la vanità di cui è spesso accusato si è rivelata essere in gran parte ironica e parte del suo appeal. Lui è molto più solare di quanto la gente gli dia credito. L' arguzia impassibile di Henson ha riscaldato molti nelle gelide notti norvegesi. Ma la forza del suo spirito competitivo ha lasciato la più grande impronta sulla neve delle celebrità. E se questo è ancora quello che lo spinge, la sua ambizione di tornare al rugby d'elite dovrebbe essere sostenuta e non derisa. Sotto l'abbronzatura, i capricci e le trappole della fama c'è un irriducibile giocatore di rugby dotato di istinto e talento. I suoi detrattori riducono i suoi risultati a un bel calcio e alla distruzione di Mathew Tait. Ma dal momento in cui brillava sulla scena come un adolescente su un campo di rugby – con i suoi capelli da folletto e il viso impassibile - era evidente che sarebbe diventato un giocatore di abilità singolare.
Nell'autunno del 2004, il Galles arrivò a un passo dal battere gli All Blacks e il Sud Africa e lui è stato sublime, un giocatore dalle mani morbide, forti placcaggi e break volanti. Le sue sottili capacità creative e le enormi capacità difensive sono state parte integrante dei Grandi Slam gallesi del 2005 e il 2008. Dovrebbe essere un membro della brigata dei 50-cap, anche se ancora non ha mai neppure partecipato a una Coppa del Mondo.
Ma la celebrità è davvero una colpa di Henson, così da collocarlo tra i due estremi della scala Jekyll e Hyde dell'opinione pubblica? La vera ragione per tanta attenzione focalizzata su quello che fa fuori dal campo è che non ha mai avuto la possibilità di avere una carriera ininterrotta dentro il campo. Purtroppo, dopo aver sopportato una serie di infortuni all'inguine, al tendine di Achille, ernie, lesioni alla caviglia e al polpaccio, il suo copione è più Holby City (una sit-com ospedaliera, ndr) che Hollywood. Henson ha sofferto emotivamente le battute d'arresto fisico che ha dovuto affrontare. Senza questi infortuni capaci di indebolire l'anima chissà quanto differente avrebbe potuto essere la sua storia. Se il suo corpo fosse rimasto intatto certamente non avrebbe speso così tanto tempo a cercare di capire cosa stava succedendo nella sua testa.
E' così cattivo? No. Io sostengo l'eroe che Gavin Henson è stato... e ancora potrebbe essere.
Carolyn Hitt

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