I Saracens di Londra hanno vinto il loro primo titolo nazionale in 135 anni di storia battendo in finale Leicester per 22-18. Così jha celebrato l'eventoun giornalista di Bbc Sport.
Mentre l'orologio della finale della Premiership 2011 ticchettava verso lo zero, tra le file dei Saracens c'era chi temeva che la storia stesse per ripetersi. Leicester, con il suo implacabile assalto alle sottile linea rossonera, sembrava pronto per ferirli di nuovo a morte. Il primo titolo nella Premiership sembrava scivolare tra le dita dei Saracena proprio come 12 mesi fa. "Non posso mentire", ha detto Jacques Burger, il flanker dei Sarries, un diavolo di difensore, "Ero fuori di testa, ci siamo solo detti: teniamoli fuori, teniamoli fuori. Sarebbe stato straziante perdere a quel punto". Ma gli scettici non avevano nulla da temere. In quel calderone incandescente, affrontando 32 fasi mozzafiato di Leicester, i Sarries hanno forgiato il loro futuro e creato la loro storia.
"In qualche insano modo forse era giusto che finisse così", ha detto l'allenatore Mark McCall, "Questo ti dice molto di Leicester come club, il loro modo di non mollare mai e di non perdere facilmente. Ma la dice anche lunga sul nostro carattere, il nostro spirito, di come ci siamo battuti l'uno per l'altro, di come ci siamo rifiutati di cedere. Vorrei che non fosse stato così duro, ma sono strafelice e così orgoglioso ".
Richard Hill, vincitore della Coppa del mondo e leale servitore dei Saracens per 15 anni, aveva parlato prima del match sull'enfasi posta dal club per creare memorie condivise, sul senso di unità della 'famiglia Saracens'. Si tratta di un ethos che ha visto la squadra affrontare viaggi ben pubblicizzati intesi a creare un legame, all'Oktoberfest in Germania come agli allenamenti con i Dolphins della NFL a Miami. L'innovazione, la professionalità, l'attenzione al dettaglio e la forza collettiva sono impressionanti.
Anche quest'anno la finale non è stata di grande qualità e ci sono stati errori in abbondanza da entrambi le parti. Ma era evidente che i Saracens, dopo anni di delusioni, erano finalmente in grado di rispettare le loro promesse. La loro vittoria segna la realizzazione di un sogno lungo 16 anni per il proprietario e presidente Nigel Wray, che ha sostenuto finanziariamente il club del nord di Londra sin dall'infanzia dell'era professionistica. L'imprenditore multi-milionario ha visto fuoriclasse come Francois Pienaar, Philippe Sella, Michael Lynagh, Tim Horan, Chris Jack e Thomas Castaignede, solo per citarne alcuni, passare per la sua porta solo con una Tetley's Bitter Cup vinta nel 1998. E' stato giusto quindi tributare credito al suo contributo dopo questa fantastica vittoria. "Per persone come Nigel Wray, che hanno dato suo cuore e anima al club, è stato un giorno memorabile", dice McCall. Lallenatore nordirlandese è anche felice di indicare il suo predecessore, Brendan Venter, come l'istigatore del progetto su cui si è basato il successo. La sua nomina come direttore del rugby ad inizio della scorsa stagione, dopo aver prestato servizio nello staff di Eddie Jones, è stata una rivelazione. Ispirata la sua scelta di mettere sotto contratto i sudafricani Schalk Brits e Ernst Joubert, e il flanker namibiano Burger. Venter ha inaugurato un nuovo spirito collettivo, un più alto senso di professionalità e ha pagato dividendi - portando gli uomini in nero in cima alla classifica dal Natale 2009 e fino alla fase finale. La sua partenza dal club in novembre - è tornato in Sudafrica per motivi familiari – non ha influito sulle performance dei Sarries, dato che McCall - in precedenza capo allenatore – gli è subentrato facilmente. "Brendan ha iniziato il progetto, ha dato impulso a questo club e le sue impronte sono dappertutto in questa squadra", ha detto McCall, "Entrare nelle sue scarpe era facile, perchè i sistemi di gioco, le persone e i valori erano già stati installati nel club".
Ma tutto questo è il passato. Nella calda luce di una vittoria storica, una nuova era è nella mente dei Sarries. "Vogliamo essere qui ogni anno e fare ciò che Leicester ha fatto come club," assicura McCall. Considerando che i Tigers sono stati il club inglese di maggior successo dell'epoca professionale - hanno vinto nove campionati e due Heineken Cup – questo è davvero qualcosa come dichiarazione di intenti. Ma il senso di fiducia era evidente tra i giocatori, non ultimo l'adolescente di ghiaccio Owen Farrell.
L'apertura diciannovenne si è presentato sul palcoscenico con l'acume tattico di un veterano, dimostrando nervi d'acciaio nel trasformare sei calci su sei e fare una serie di placcaggi efficaci nel respingere l'attacco finale dei Tigers. La sua gioia sfrenata era chiara agli occhi di tutti quando l'arbitro Wayne Barnes ha finalmente fischiato la fine. "E 'stata una sensazione incredibile", ha detto Farrell junior, il cui padre Andy - ex uomo superman di rugby league - è ora capo allenatore Sarries e suo mentore. "Ho visto papà sollevare trofei quando ero piccolo, quindi essere parte di questo oggi è incredibile. Lo abbiamo fatto l'uno per l'altro. Questo è ciò che siamo come squadra e come club. Questa è la nostra cultura. Siamo tutti l'uno per l'altro. Speriamo che questo sia solo un assaggio e ci siano molti altri trofei a venire".
Dopo una delle stagioni più impressionanti per una giovane apertura, sembra improponibile ora ricordare che Farrell ha avuto la sua occasione solo per effetto del ritiro di Glen Jackson, del lungo infortunio Derick Hougaard e della mancata riconversione di Alex Goode dal ruolo di estremo,che gli è più familiare. Nella prossima stagione Farrell dovrà affrontare la concorrenza di Charlie Hodgson e di Hougaard di nuovo disponibile, ma la prestazione di sabato lo ha messo certamente sul radar di Martin Johnson, visto che Toby Flood ha vissuto nella sua ombra per gran parte del pomeriggio. La rivalità per il numero 10 illustra la forza di una squadra come i Saracens, che ora sembra sulla buona strada per costruire su questo successo.
La Coppa del mondo sarà un fattore nei primi mesi della prossima stagione, ma rispetto agli altri semifinalisti (Tigers, Northampton e Gloucester) i Sarries hanno beneficiato quest'anno di meno problematiche chiamate internazionali. Burger, come capitano della Namibia, non sarà disponibile, ma i Sarries hanno dimostrato di potercela fare senza di lui, quando era infortunato e ha trovato un sostituto già pronto in Andy Saull. Kelly Brown viaggerà con la Scozia, mentre Matt Stevens, Brad Barritt, Alex Goode e David Strettle possono scommettere - ma senza certezze – su un biglietto aereo con l'Inghilterra per la Nuova Zelanda. Se i selezionatori del Sudafrica continuano a sfidare ogni logica e a ignorare gli “inglesi”, i fan dei Sarries saranno entusiasti.
Vincere è un'abitudine, e le abitudini sono difficili da spezzare, come i Sarries hanno dimostrato in Premiership con 12 vittorie consecutive per andare a conquistare il loro primo titolo. Il loro stile brutalmente efficace, costruito su una difesa fulminante, ha i suoi detrattori: sono stati classificati come "terribilmente noiosi ma molto efficaci” dal centro di Gloucester Eliota Fuimaono-Sapolu dopo la sconfitta in semifinale della sua squadra. Ma sabato hanno ricordato più il lato Sarries che ha illuminato gli ultimi mesi della scorsa stagione con un rugby scintillante. Hanno anche dimostrato di poter adattare il loro gioco, una touche rapida nella metà campo del Leicester ha condotto all'unica meta di James Short. Come ha sottolineato Burger: "Si fa quello che si deve fare per vincere e oggi abbiamo vinto". Il fatto che i Saracens abbiano superato questo ostacolo è inquietante per il resto della Premiership, Leicester incluso. "Penso che sono destinati a diventare sempre più forti, il che è scoraggiante per tutti gli altri", ha detto il numero otto dell'Inghilterra e degli Harlequins Nick Easter, che ha assistito al match di Twickenham. Quando i Saracens hanno sollevato il trofeo è stato chiaro che non era solo una sera d'estate illuminata dal sole, ma anche una nuova alba per il rugby inglese.
Adam Jones
Dopo una delle stagioni più impressionanti per una giovane apertura, sembra improponibile ora ricordare che Farrell ha avuto la sua occasione solo per effetto del ritiro di Glen Jackson, del lungo infortunio Derick Hougaard e della mancata riconversione di Alex Goode dal ruolo di estremo,che gli è più familiare. Nella prossima stagione Farrell dovrà affrontare la concorrenza di Charlie Hodgson e di Hougaard di nuovo disponibile, ma la prestazione di sabato lo ha messo certamente sul radar di Martin Johnson, visto che Toby Flood ha vissuto nella sua ombra per gran parte del pomeriggio. La rivalità per il numero 10 illustra la forza di una squadra come i Saracens, che ora sembra sulla buona strada per costruire su questo successo.
La Coppa del mondo sarà un fattore nei primi mesi della prossima stagione, ma rispetto agli altri semifinalisti (Tigers, Northampton e Gloucester) i Sarries hanno beneficiato quest'anno di meno problematiche chiamate internazionali. Burger, come capitano della Namibia, non sarà disponibile, ma i Sarries hanno dimostrato di potercela fare senza di lui, quando era infortunato e ha trovato un sostituto già pronto in Andy Saull. Kelly Brown viaggerà con la Scozia, mentre Matt Stevens, Brad Barritt, Alex Goode e David Strettle possono scommettere - ma senza certezze – su un biglietto aereo con l'Inghilterra per la Nuova Zelanda. Se i selezionatori del Sudafrica continuano a sfidare ogni logica e a ignorare gli “inglesi”, i fan dei Sarries saranno entusiasti.
Vincere è un'abitudine, e le abitudini sono difficili da spezzare, come i Sarries hanno dimostrato in Premiership con 12 vittorie consecutive per andare a conquistare il loro primo titolo. Il loro stile brutalmente efficace, costruito su una difesa fulminante, ha i suoi detrattori: sono stati classificati come "terribilmente noiosi ma molto efficaci” dal centro di Gloucester Eliota Fuimaono-Sapolu dopo la sconfitta in semifinale della sua squadra. Ma sabato hanno ricordato più il lato Sarries che ha illuminato gli ultimi mesi della scorsa stagione con un rugby scintillante. Hanno anche dimostrato di poter adattare il loro gioco, una touche rapida nella metà campo del Leicester ha condotto all'unica meta di James Short. Come ha sottolineato Burger: "Si fa quello che si deve fare per vincere e oggi abbiamo vinto". Il fatto che i Saracens abbiano superato questo ostacolo è inquietante per il resto della Premiership, Leicester incluso. "Penso che sono destinati a diventare sempre più forti, il che è scoraggiante per tutti gli altri", ha detto il numero otto dell'Inghilterra e degli Harlequins Nick Easter, che ha assistito al match di Twickenham. Quando i Saracens hanno sollevato il trofeo è stato chiaro che non era solo una sera d'estate illuminata dal sole, ma anche una nuova alba per il rugby inglese.
Adam Jones
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