martedì 5 luglio 2011

Super 15, la sfida delle stelle

La finale del Super 15 tra Queensland Reds e Canterbury Crusaders è anche un sfida tra due stelle di prima grandezza del rugby mondiale: i mediani di apertura Quade Cooper e Daniel Carter. Ecco il ritratto dei due fuoriclasse tracciato da Midi Olympique. 


Daniel Carter
Quade Cooper
 











Carter, la sesta dimensione

Daniel Carter è un monumento. Ha già vinto tre tornei di Super Rugby, ma un successo sabato contro i Reds del Queensland avrebbe un sapore speciale. Perché lui e i suoi compagni di squadra sono senza casa dal 22 febbraio, giorno del terribile terremoto che ha colpito Christchurch devastando l'Ami Stadium. Carter ha promesso che giocherà anche per tutte le persone colpite direttamente o indirettamente dal disastro. Più determinato che mai a costituire una garanzia per la sua gente dopo due semifinali perse (nel 2008 e 2009) contro i Bulls di Pretoria. Sarà, comunque, un pensiero speciale per le 180 vittime. "Vincere la competizione sarebbe davvero speciale dopo tutti i problemi che abbiamo vissuto. Dobbiamo vincere per il popolo di Christchurch ..." Fin dal debutto con la maglia dei Crusaders, nel 2003, la stella neozelandese ha sempre preso parte ai play-off. Questo fine settimana giocherà la sua sesta finale.

Confronto di stili

Il Carter millesimato dell'annata 2011 ha segnato la bellezza di 181 punti in dodici partite, con una percentuale di riuscita la piede del 72% nella stagione regolare. Contro gli Stormers ha ancora una volta messo in mostra il suo talento e la sua regolarità nei calci, con sette centri su nove tentativi. In finale, il mago di Southbridge trova Quade Cooper, per un duello ai ferri corti che già ci mette l'acqualina in bocca. Confronto di stili: la classe e il pragmatismo contro la follia e le traiettorie sconvolgenti. L'opportunità di dimostrare chi è la migliore apertura del momento. Carter, dall'alto dei suoi 29 anni e delle sei finali disputate, ha il vantaggio dell'esperienza. E c'è chi arrischia un pronostico... Pat Lam, coach dei Blues di Auckland sconfitto dai Reds di Cooper, ha dichiarato: "C'è Dan, e poi dietro, Quade ..." Carter, 79 caps per gli All Blacks e 1188 punti al suo attivo, potrebbe anche ritrovare il rivale australiano nel grande evento del 2011, la finale della Coppa del mondo. Una competizione che Carter non ha mai vinto (due apparizioni, 2003 e 2007). Ma quest'anno la situazione sarà diversa, perché gli All Blacks giocheranno in casa.

Diventare una leggenda

Avvicinato da alcuni club francesi in questa stagione, tra i quali il Metro-Racing di Parigi, Carter ha preferito declinare l'offerta del vecchio continente. Tuttavia, non ha nascosto il suo amore per la Francia. Alla fine ha scelto di prolungare il suo contratto con la federazione neozelandese fino al 2015, dopo la Coppa del mondo. La ragione? Vuole diventare una leggenda All Black e per fare questo deve giocare nel suo paese. Certamente. Ma qualunque sia l'esito della finale, Carter è e rimarrà un monumento del rugby.


Cooper, l'artista geniale

Dal cortile della scuola di Tokoara al Suncorp Stadium di Brisbane. Quade Cooper ha fatto molta strada per arrivare alla vetta dei Reds. Da ragazzo, ha trascorso parte della sua infanzia in Nuova Zelanda, con i genitori che si sacrificavano per dargli la migliore vita possibile. A scuola, quando gli hanno chiesto di scrivere le tre cose che voleva fare da adulto, ha risposto invariabilmente: 1. Il giocatore di rugby, 2. Il giocatore di rugby. 3. Il giocatore di rugby. Cosa che diventerà sempre di più. Oggi Cooper è una stella. Con la sua faccia, il suo taglio di capelli alla moda e i suoi tatuaggi. Ha più di 36.000 "seguaci" su Twitter, più di ogni altro giocatore australiano. Ma prima di esplodere nel Rugby Union, Cooper è prima passato attraverso la Rugby League. A 17 anni è poi entrato nel centro di formazione dei Reds. E poi...

"Per essere lo stesso giocatore" a prescindere dell'avversario

Dal suo passato tredicista, Quade Cooper ha mantenuto una straordinaria abilità di atleta elusivo, capace nel gioco alla mano e di far giocare chi è dietro di lui. Prima selezione del Wallabies a 20 anni, tre anni dopo si è già installato nella posizione di apertura. Si è permesso il lusso di spingere Matt Giteau, giocatore di talento se ce n'è uno, nella posizione di primo centro. Giocatore imprevedibile, i suoi incroci e le sue finte hanno fatto miracoli anche in semifinale. Prima della partita contro i Blues di Auckland, Cooper ha detto: "Non voglio adattare il mio gioco all'avversario, sarò lo stesso giocatore che sono stato durante tutto l'anno”. Vale a dire? Imprevedibile, aereo... Un talento del rugby, semplicemente. Cooper è un creativo di classe, forse il miglior mediano d'apertura attuale, sia pure su un diverso registro rispetto a Carter. Ha offerto la seconda meta della partita al suo compagno Ben Tapuai, dopo una doppia finta di passaggio. E ogni volta che ha toccato palla ha creato il panico nella difesa avversaria.

Curare i calci piazzati

L'anno scorso, i Queensland Reds non si erano neppure qualificati per le semifinali. Per la finale saranno questa volta davanti al loro pubblico. Ma attenzione, una finale si gioca anche sui dettagli. E Cooper avrà il compito di calcitore. Contro i Blues questa fantastica apertura non è stata impeccabile nell'esercizio (3 su 7). Anche sui placcaggi deve lavorare: con 38 tentativi andati a vuoto nella stagione, è stato uno dei giocatori più fragili anche in semifinale. Ma dunque, sarà il 2011 l'anno di Cooper e dei Reds? A lui e ai suoi compagni trasformare la meta.
Loup Krikorian

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