martedì 20 settembre 2011

Australia, nulla è perduto, però...

Australia sotto choc dopo il ko con l'Irlanda. Ma nulla è perduto, anche se molto dipenderà dai risultati dell'Italia. Ecco come si consola l'inviato dell'Australian.


Sembra la fine del mondo per i Wallabies, ma non lo è. A dire il vero, il destino l'Australia non è più nelle sue mani dopo la sconvolgente sconfitta contro l'Irlanda, ma può ancora finire in testa alla Poule C e andare a vincere la Coppa del Mondo. L'Italia, il team battuto dai Wallabies nel loro match d'apertura alla Coppa del mondo, è la chiave del destino australiano.
Dicono che la Coppa del mondo è diversa dal Tri-Nations, ma questo è vero solo nella fase a eliminazione. Nei gironi i punti di bonus sono a disposizione come nel Tri-Nations. Il fatto che l'Irlanda non sia riuscita a raccogliere un punto bonus nella sua vittoria 22-10 contro gli Stati Uniti ha messo gli uomini in verde in una posizione potenzialmente vulnerabile, nonostante la loro vittoria contro i Wallabies. Se l'Italia ottiene il punto di bonus contro la Russia e gli Stati Uniti e supera l'Irlanda senza bonus, i Wallabies concluderanno il girone in testa, ammesso che raccolgano punti di bonus vincendo contro Stati Uniti e Russia come hanno fatto contro gli italiani. C'è un grande “se” perché l'Italia non è rinomata per la sua abilità di segnare mete, ma è ancora nel regno delle possibilità. Ma arrivare primi nella poule è molto più vantaggioso del secondo posto?
La reazione immediata alla sconfitta dei Wallabies con l'Irlanda è stata morte e distruzione, perché sembrano destinati ad affrontare i campioni in carica del Sudafrica e la nazione ospitante e favorita del torneo, la Nuova Zelanda, nei quarti di finale e in semifinale rispettivamente. Come possono i Wallabies battere Springboks e All Blacks di seguito per raggiungere la finale? Bene, lo hanno già fatto per vincere il Tri-Nations. I Wallabies hanno vinto i loro ultimi due test contro gli Springboks e due dei loro ultimi tre contro gli All Blacks. Perché dovrebbero avere paura? Non c'è nulla che garantisca che Galles e Inghilterra sarebbero passaggi più facili per la finale. E' vero che il Galles ha lottato per battere Samoa, ma i dragoni rossi avrebbero dovuto sconfiggere gli Springboks nella gara d'esordio, mentre l'Inghilterra è stata una bestia nera per i Wallabies, battuti in due precedenti Coppe del mondo. L'unica certezza è che, indipendentemente da chi i Wallabies incontrano nella fase a eliminazione diretta, dovranno migliorare notevolmente rispetto alla prestazione con l'Irlanda, ma ci sono buone probabilità che saranno più in forma fra tre settimane. Era abbastanza ovvio che i Wallabies avrebbero pagato duramente la perdita degli infortunati Digby Ioane (pollice), David Pocock (schiena) e Stephen Moore (sfortunato). Saranno tutti di nuovo disponibili per i quarti di finale, se non prima. Senza Ioane, ai Wallabies mancava una potenza di fuoco straordinaria. Quando l'ala tornerà, Adam Ashley-Cooper dovrebbe spostarsi al centro esterno per sostituire Anthony Faingaa.
Il gioco irlandese ha mostrato che i Wallabies dipendono da Pocock quanto gli All Blacks si basano su Richie McCaw, forse di più. L'assenza di un'alternativa nel ruolo di openside flanker è tornata a perseguitarli. Ben McCalman, è un seconda-terza linea industrioso, ma non è la risposta al problema del numero 7. Se Pocock non sarà disponibile, per i Wallabies sarebbe molto meglio giocare con Rocky Elsom e Scott Higginbotham come flanker sinistro e destro, non come openside e blindside. Gli australiani hanno bisogno di liberare la corsa dei loro avanti. In questo momento stanno giocando tre giocatori di prima linea e cinque seconde linee. Elsom e Higginbotham dovrebbero essere lasciati liberi di giocare ai lati della mischia. L'unico portatore di palla designato tra le terze linee è il numero otto Radike Samo, ma è stato ben letto dalla difesa irlandese e gli è stato negato l'impatto. La mischia irlandese ha dominato, ma non sarebbe stato il caso se Moore non si fosse infortunato durante il warm-up. Il problema era che il sostituto di Moore, Tatafu Polota-Nau, aveva giocato solo tre partite in tre mesi per infortunio e non era in forma per disputare gli 80 minuti. Polota-Nau è un potente uomo di mischia e i Wallabies erano dominanti nel gioco ordinato all'inizio della partita, ma quando è affiorata la stanchezza gli irlandesi hanno preso il sopravvento.

Ma nonostante il predominio della mischia irlandese, la superiorità nel breakdown e l'efficacia della difesa, i Wallabies avrebbero vinto se la loro gestione del gioco fosse stata migliore. Nessuno vuole limitare l'entusiasmo di match-winner come Quade Cooper e Kurtley Beale, ma c'è un tempo e un luogo per ogni cosa, compresi il riciclo miracoloso e i calcetti a seguire. Eppure, questo è il tipo di squadra che scende in campo: così tanto talento, eppure così immatura. Col senno di poi, era illusorio pensare che i Wallabies marciassero trionfalmente attraverso sette partite verso la gloria della Coppa del mondo. Dopo tutto non hanno inanellato quattro vittorie di fila dal 2008. Ma una volta superata la fase a gironi avranno da vincere solo tre partite consecutive per rivendicare la Coppa del mondo e di questo sono capaci. In questo contesto, forse l'Irlanda è stata la sconfitta che ci doveva essere. Nessuna squadra ha vinto la Coppa del mondo dopo aver perso una partita, ma forse non c'era altro modo perché i Wallabies potessero vincerla. Bret Harris

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