L'Irlanda è una squadra di vecchi campioni, una generazione di fenomeni che è riuscita a scrivere un'altra pagina leggendaria. Un pezzo dell'Irish Times aiuta a capire il contesto emotivo in cui è maturata l'impresa di battere l'Australia.
A seconda della parte del mondo in cui eravate sabato, tutto è cominciato in pieno giorno e si è concluso nelle tenebre, o viceversa. O qualcosa del genere. Comunque questo è stato un grande giorno, mattina o notte, molto probabilmente tutti e tre, a essere irlandesi. Amiamo una squadra, ma per una volta non è una scusa, diamine, un epico 15-6 per battere l'Australia, campione del Tri-Nations, per amor del cielo, questo è successo.
C'è qualcosa di commovente, e anche triste, nel modo in cui siamo diventati qualcosa di più di una nazione di espatriati e abbiamo saputo cogliere importanti occasioni sportive come queste per trovare un senso per il nostro orgoglio nazionalistico. Cosa che rende notti come queste ancora più speciali. Non solo una piccola aiuola verde della Nuova Zelanda è diventata irlandese per una notte. Auckland è stata invasa. Pare che metà della diaspora irlandese sia approdata agli antipodi, e ora che la maggior parte ha trovato lavoro può permettersi di ricollegarsi con l'antica zolla. E aiuta il fatto che i neozelandesi non adorino esattamente i loro vicini, tanto meno quando si tratta di rugby e di Coppe del mondo. La gratitudine per i tifosi è stata espressa da Gordon D'Arcy, che l'ha paragonata ad una partita in casa. "Guardate quanto siamo lontani dall'Irlanda e quanta gente è qui. Persone che vivono in Nuova Zelanda, Australia, Hong Kong e posti del genere, che stanno facendo lo sforzo di venire. Abbiamo sostenitori ovunque andiamo in Europa o nell'emisfero australe ed è bello essere in grado di ripagare l'intensità che i tifosi ci hanno dato, e che oggi abbiamo restituito".
Come sempre all'estero (e i tifosi irlandesi non sono gli unici), hanno dipinto il loro volto e indossato vari toni di verde, alcuni oro e bianco dalla testa ai piedi. Hanno anche carburato i loro motori, per così dire, con largo anticipo e cantavano a squarciagola. Anche l'Ireland Call è stato cantato in piedi e ha dato la temperatura di ciò che si sarebbe dispiegato in campo, con gli australiani gagliardamente sovrastati.
Non sarà la più bella delle canzoni irlandesi, ma nelle notti come queste l'”olè, olè, olè” diventa una chiamata a raccolta, a metà del secondo tempo, però, l'Irlanda cresce e i 25.000 in verde capiscono con un senso di vertigine che sono testimoni di un piccolo pezzo di storia. The Fields of Athenry echeggia allora nello stadio rinnovato da 60.000 posti, sede della finale dei mondiali. Come molti veterani in tribuna stampa, l'Eden Park, cittadella degli All Blacks, non aveva mai visto o sentito niente di simile. Nei telegiornali neozelandesi la voce principale era dei tifosi irlandesi che festeggiavano su entrambi i lati del globo, e va aggiunto che si è trattato di una notte "libera da problemi" a Auckland. Tutto bene da queste parti.
Nel frattempo Brian O'Driscoll e soci hanno scosso la Coppa del mondo 2001. Tutti i pronostici sono stati triturati. E l'odissea continua lungo la Nuova Zelanda, con la squadra che è volata a Taupo per quattro notti. Stiramento al tendine del ginocchio per Paul O'Connell, mentre Gordon D'Arcy, stiramento di primo grado, si sono sottoposti a radiografie ma nessuno dei due sembra essere motivo di preoccupazione.
Ora, due vittorie contro Russia e Italia le prossime due domeniche a Rotorua e Dunedin significherebbero il primo posto nel Gruppo C e un possibile quarto di finale contro il Galles nel vento di Wellington. Si apre anche la possibilità concreta per gli europei di essere inclusi nella prima fascia dei sorteggi con i pesi massimi del Tri-Nations e forse l'Argentina. E' anche uno degli effetti delle precedenti prestazioni del rugby irlandese, ottenute con quella che è, molto probabilmente, la più grande generazione di giocatori d'Irlanda. Questo per dare la dimensione di una vittoria, la prima di un team irlandese nel sud del mondo dal doppio successo sull'Australia, poi vincitrice della Bledisloe Cup, nel 1979. E' certamente la più importante vittoria in Coppa del mondo e sarà sempre lì, anche se li hanno fatti impazzire tenendoli bendati, ammanettati, messi al muro e con il plotone di esecuzione pronto prima di uscire a giocare come sanno. Ma perché ci aspettiamo da giocatori datati - molti con un paio di Heineken Cup e un Grand Slam al loro attivo – che siano al meglio in partite di warm-up? All'inizio di agosto abbiamo detto che questa squadra (e tutti i tifosi irlandesi) avrebbe accettato lo scambio fra quattro sconfitte nel warm-up e quattro vittorie nella poule del mondiale. Ora questa è una possibilità molto realistica.
Per tutta la settimana si era percepito che qualcosa di speciale si stava preparando. "Sì, è qualcosa di difficile da leggere e prevedere", ha ammesso l'allenatore della difesa Les Kiss, "ma c'era sicuramente qualcosa: i ragazzi volevano prendere il controllo. Ci sono gli allenatori, ma alla fine sono i giocatori a definire quello che accade, e questa era una di quelle settimane. Penso che dipendesse dal fatto che sapevano di non essere troppo lontani da un paio di cose, io sapevo che non eravamo stati bravi come avremmo voluto essere, ma sotto sotto, c'era qualcosa di solido e bollente e dovevamo solo buttarlo fuori".
C'era abbondanza di eroi, il quasi demoniaco O'Connell e O'Driscoll - dicono che un uccello non possa volare con un'ala sola, ma lui ha dato tutto, a quanto sembra, con un braccio solo - ha aperto la strada. Si sospettava anche che la volpe d'argento, Kidney, avrebbe voluto tenere il campo, e secondo Kiss, ha magistralmente gestito gli umori per tutta la settimana. Aiuta anche avere nel trust dei cervelli gente come Kiss e Gert Smal, tra i migliori allenatori della difesa e degli avanti in campo mondiale, che hanno studiato la tattica difensiva e i piani di gioco del pack per mesi, forse anni. Questa vittoria è fondata prima di tutto sulla mischia irlandese, con Cian Healy soprattutto che ha fatto numeri contro Ben Alexander, con aggressività collettiva e precisione sul brekdown e in zona di placcaggio. Hanno corso veloce e dritto, placcato duro, nessuno più di Stephen Ferris e Sean O'Brien, e Kiss deve essere stato entusiasta di aver negato ai potenti Wallabies la meta e del modo in cui il playmaker Will Genia è stato pressato, concedendogli raramente un movimento o uno spazio. Performance irlandese d'annata disegnata dalle emozioni, anche se mescolate con l'intelligenza. Una furia controllata, per così dire. Per tutta la settimana i giocatori hanno parlato del loro obbligo di gratificare i sostenitori offrendo un rendimento più all'altezza delle loro capacità.
Come Kidney ha da tempo notato, possiamo essere i nostri critici più duri come nazione, e l'analisi più critica spesso comincia dall'interno. Ma il senso del tutti-per-uno uno-per-tutti era stato stabilito all'inizio della settimana da giocatori esperti rimasti fuori dalla lista dei 22 convocati per il match - Shane Jennings e Geordan Murphy. L'intensità emotiva è stata proiettata un po' oltre da Jerry Flannery, la cui Coppa del mondo era stata crudelmente interrotta da un altro infortunio il martedì precedente, quando ha distribuito le maglie durante la riunione del capitano il venerdì. Non c'era stato bisogno di molte parole, ma O'Driscoll e O'Connell avevano emozionato dicendo che non esistevano entità provinciali separate. Questo doveva essere il team Irlanda all'Eden Park. Questa squadra è stata l'Irlanda all'Eden Park. Gerry Thornley
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