martedì 24 gennaio 2012

Heineken, in forse i due posti assegnati all'Italia

Dall'Inghilterra arriva una pesante insidia alla partecipazione di due squadre italiane alla Heineken Cup. I club inglesi chiedono una riforma della manifestazione che riduca il numero delle squadre provenienti dal Pro 12 e che aumenti quello dei club inglesi e francesi. Ecco un quadro della questione elaborato dal sito australiano Roar.

Un'immagine di Benetton-Saracens
Il direttore esecutivo della Premier inglese vuole che il Pro 12 modifichi il suo sistema di qualificazione per la Heineken Cup, in modo che più club inglesi possano approdare alla fase a eliminazione diretta. Sembra ridicolo, ma è vero. Questo è in sostanza ciò che ha detto Mark McCafferty in una recente intervista, quando ha affermato che ci dovrebbero essere almeno tre squadre inglesi qualificate per l'eliminazione diretta in ogni stagione, mentre questa si è conclusa con una sola qualificata, i Saracens, tutto a causa di forze esterne.
Uno sguardo retrospettivo alla partecipazione inglese alla fase finale di questo torneo di grande successo mostra che l'epoca d'oro si è verificata circa un decennio fa con club importanti come Bath, Northampton, Leicester e Wasps regolarmente alla fase finale e spesso vincenti. Interessante notare che in alcuni di quegli anni, solo due club inglesi sono approdati ai quarti. Mentre nel 2007 quattro squadre si sono qualificate e si è disputata una finale tutta inglese tra Leicester e Wasps - giorni inebrianti per il rugby inglese. Da allora, però, le fortune delle squadre inglesi sono andate in retromarcia, con le irlandesi e le francesi che hanno dominato la competizione. In particolare, Munster e Leinster hanno vinto quattro delle ultime sei coppe, e lo scorso fine settimana ha visto tre province irlandesi qualificarsi per i quarti per la prima volta, con l'Ulster, vincitrice nel 1999, arrivata tra le migliori otto. La quarta provincia d'Irlanda, Connacht, era in gara per la prima volta e ha perso tutte le partite tranne l'ultima. Contro i leader della Premiership, gli Harlequins, allenati dall'ex nazionale irlandese Conor O'Shea, Connacht ha vinto con una fantastica prestazione difensiva, buttando giù dal torneo il club inglese. I Saracens, per coincidenza allenati da un altro irlandese, Mark McCall, sono secondi in Premiership, ma ce l'ha fatta contro contro un club di Pro 12, Treviso, che è stato sfortunato nel mancare la meta della vittoria nei minuti finali. Tolosa e Clermont compongono la rappresentanza francese nella fase finale, insieme con un'altra regolarmente qualificata del Pro12, Cardiff. L'ultima squadra approdata solo per la seconda volta alla fase finale è l'Edimburgo, (allenata anche questa da un irlandese, Michael Bradley), cosa che ha portato a 5 le squadre del Pro12 qualificate.
McCafferty e, secondo lui altri club francesi leader, non ne possono più. Pensano che il processo di qualificazione per la Coppa H dovrebbe cambiare. Quando la Coppa Europa è nata si è stabilito di dare alle cinque nazioni partecipanti la possibilità di mettere di fronte in una competizione europea le migliori squadre di ogni paese entro limiti determinati. Alle federazioni inglese e francese sono stati assegnati sei posti ciascuna, mentre per quanto riguarda le nazioni celtiche sono stati assegnati tre posti all'Irlanda, cinque al Galles (che era allora aveva una struttura operativa basata sui club) e due alla Scozia. Con l'avvento dell'Italia nel Sei Nazioni la struttura è stata modificata, con tre posti a testa assegnati a Galles e Irlanda, due a Scozia e Italia. I posti rimanenti per raggiungere quota 24 vengono assegnati alle migliori squadre qualificate della fase a eliminazione diretta.
A ogni federazione è stato concesso di determinare autonomamente il modo di scegliere le squadre partecipanti. Inghilterra e Francia hanno deciso di promuovere le 6 o 7 squadre al top dei loro rispettivi campionati. Le federazioni celtiche hanno deciso di utilizzare le squadre migliori classificate nel loro campionato. Così ad esempio, nel caso dell'Irlanda, se Munster, Leinster, Ulster e Connacht finiscono prima, terza, settima e nona nella Celtic League, Connacht resta fuori come peggiore classificata. Il Galles ha un accordo simile con le sue quattro regioni, mentre Scozia e Italia nominano semplicemente le loro due squadre a prescindere dal piazzamento.
Questa intesa ha funzionato bene nei primi anni, ma con il calo dell'influenza inglese nella competizione è stato chiesto un cambiamento. D'ora in poi, dice McCafferty, il campionato Pro12 dovrebbe nominare solo 8 squadre (invece di 10), e dovrà farlo basandosi rigorosamente sulla classifica del torneo. Se questo significa che alcuni paesi come Scozia o Italia potrebbero non qualificarsi affatto, lui non modifica la sua posizione secondo cui la coppa è destinata a raccogliere il meglio da ogni campionato, ignorando così abilmente i principi che hanno fondato questa manifestazione.
Il fatto che il Pro12 preveda retrocessioni irrita l'amministrazione della Premier, perché le squadre francesi e inglesi devono lottare con le unghie e con i denti ogni settimana per evitare la retrocessione e si danno battaglia per conquistare uno dei sei primi posti che danno diritto a partecipare alla coppa nella stagione successiva. Propone che due posti in più tolti al Pro 12 vadano a Inghilterra e Francia assegnando a ognuna delle tre leghe una più meritocratica quota di 8 squadre ciascuna (cosa che ignora tranquillamente il fatto che il Top 14 francese è dotato di due squadre in più rispetto al campionato inglese). McCafferty ritiene che se le squadre irlandesi, gallesi, scozzesi e italiane dovessero lottare per uno degli otto primi posti in classifica e contemporaneamente giocare nella Heineken, non potrebbero permettersi di far riposare i giocatori, e così si indebolirebbe la capacità delle squadre del Pro12 di competere su due fronti.
La Premier da tempo lamenta il fatto di essere ostacolata da un tetto salariale, mentre i francesi effettivamente non sembrano avere uno, cosa che dà loro la possibilità di avere rose più ampie. Lamenta anche che con l'assenza di retrocessione in Pro 12 c'è meno intensità e meno fatica, con i giocatori che possono essere gestiti meglio e arrivare più riposati ai grandi appuntamenti europei. La Premiership persiste nella tradizione e nelle retrocessioni.
Anche se qualcuno può provare simpatia per la posizione di McCafferty e dei proprietari di club inglesi, è l'approccio unilaterale della sua proposta per ottenere dalle altre federazioni modifiche alle loro strutture di qualificazione e alle loro intese in modo che i team inglesi possono fare meglio, che pone le fondamenta della sua idea nella sabbia piuttosto che nella pietra. Al centro del problema c'è una verità che viene taciuta: il denaro. Inghilterra (e Francia) generano sostanziosi accordi televisivi per la Heineken Cup attraverso Sky Broadcasting. Hanno i numeri per l'audience. Ma non può essere sfuggito a McCafferty che le partite di punta trasmesse sabato scorso alle 13.30, 15,30 e 17,30 avevano come protagoniste Munster, Leinster e Ulster.
La proposta di McCafferty potrebbe cambiare tutto questo con una riduzione del numero delle squadre celtiche e di quelle italiane, e con un aumento della partecipazione dei team inglesi, insieme a un freno alla sfida competitiva proveniente da oltre il mare d'Irlanda. In altre parole “il normale servizio riprenderà tra breve”, come usa scrivere la BBC sugli schermi televisivi quando c'è qualche temporanea interferenza. E tutto sarebbe molto più meritocratico, come McCafferty potrebbe osservare.
Pot Hale


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