L'Italia può battere l'Irlanda? Sulla carta no. Gli azzurri non vincono con gli irlandesi dal secolo scorso e, in particolare, non sono riusciti mai a superarli nel Sei Nazioni, mentre hanno portato a casa lo scalpo di Scozia, Galles e Francia. Però vale la pena ripartire proprio dall'ultimo Sei Nazioni. Il 5 febbraio scorso l'Irlanda è passata al Flaminio con uno scarto minimo: 13-11. Una meta per parte (O'Driscoll e McLean), decisivo un drop di O'Gara a tre minuti dalla fine. Un risultato che dunque incoraggia una certa dose di ottimismo, anche se molto mitigato dalle due imprese più recenti degli irlandesi: le vittorie contro Inghilterra e Australia.
Mischia chiusa. E' noto a tutti che questa la fase di gioco è il punto di forza dell'Italia. L'avanzamento del pack è forse l'unica certezza della squadra di Mallett. Dovesse venire a mancare, la partita non avrebbe probabilmente storia. Con una mischia dominante l'Italia potrebbe invece limitare il raggio d'azione delle terze linee irlandesi, che sono state una spina nel fianco dei Wallabies. Comunque anche in chiusa gli irlandesi non sono degli sprovveduti, come hanno dimostrato emergendo alla distanza proprio sul pack australiano.
Touche. L'Irlanda è tradizionalmente forte in rimessa laterale e gli italiani dovranno fare meglio che contro gli Usa per evitare di essere espropriati del pallone. Fare partita pari in questa fase sarebbe fondamentale, ma non sarà facile. Anche la rolling maul dovrà essere controllata con maggiore efficacia.
Gioco a terra. Contro gli Usa si sono alternate ottime giocate a momenti di amnesia, soprattutto nella tutela del mediano di mischia. L'Irlanda ha nel flanker Sean O'Brian uno giocatori rivelazione della stagione. Ma anche noi come terze linee non siamo messi male: Parisse è un numero 8 di classe mondiale e Zanni un giocatore cresciuto enormemente. Castrogiovanni e il nostro migliore portatore di palla, ma nel gioco aperto anche le seconde linee sono efficienti. Nei punti d'incontro sarà battaglia campale.
Mediana. Reddan e Sexton sono funzionali al gioco d'attaco irlandese, fatto di rapide penetrazioni del pack e veloci incursioni dei trequarti nel midfield. Sexton gioca più vicino alla linea del vantaggio di O'Gara, ma è meno esperto e sembra anche più fragile mentalmente. Semenzato è un mediano di mischia ruspante, generoso in difesa e opportunista in attacco. Contro gli Usa è stato poco lucido e gli verrà chiesto di fare bene le cose semplici. Orquera è un'apertura dotata di intelligenza tattica, sa esplorare i canali di corsa possibili, ma non è un grande difensore. Le due partite con Russia e Usa lo hanno riconciliato con il gioco d'attacco, ma contro l'Irlanda la difesa sarà decisiva.
Difesa. L'Italia difende relativamente bene intorno al pack, ma in questo mondiale ha avuto problemi inaspettati nel presidio del gioco allargato. Inaspettati perché sulla difesa a tutto campo gli azzurri avevano costruito le loro imprese migliori, compresa la “quasi vittoria” contro l'Irlanda. La scelta di attendere la collisione sul proprio campo fa molto discutere. In genere dovrebbe essere l'apertura a comandare l'avanzamento rapido dei trequarti in difesa. Contro l'Irlanda al Flaminio la cosa funzionò, ma all'apertura giocava Burton. E' probabile che proprio la fragilità del canale presidiato da Orquera abbia convinto i tecnici azzurri a far scivolare il focus della difesa verso i centri. Ma Canale e Garcia non hanno dimostrato finora un'efficacia devastante nelle collisioni e questo ha costretto spesso l'Italia a subire il gioco a terra arretrando. E la prima copertura portata da Mauro Bergamasco a volte non ha funzionato, anche se il flanker rimane un eccellente placcatore, sia pure forse con un raggio d'azione più limitato di un tempo. Contro avversari come O'Driscoll una difesa inefficace in mezzo al campo può diventare letale. La difesa irlandese è stata invece superlativa contro gli australiani, asfissiati dai placcaggi avvolgenti. Superarla sarà una vera impresa.
Calciatori. Mirco Bergamasco resta un calciatore adattato, ma anche Sexton non ha avuto finora percentuali da favola. Il probabile ingresso di O'Gara in corso d'opera potrebbe spostare l'ago della bilancia in un eventuale finale punto a punto. La buona notizia è che sul terreno della disciplina l'Italia è molto migliorata. Al Flaminio aveva concesso solo 7 penalty, gli irlandesi il doppio.
Conclusioni. Per provare a vincere ci vorranno una mischia dominante, una buona touche, una prestazione super nel gioco a terra, la capacità di vincere molte collisioni. Pochi errori in attacco, una difesa avanzante senza compromessi, un gioco tattico ineccepibile. E un'ottima percentuale nei calci piazzati. Come dire che l'Italia dovrà dare il 110 per cento e confezionare una partita vicina alla perfezione. Se l'Irlanda, per qualche motivo, verrà costretta a giocare sotto i suoi standard, la sorpresa storica potrebbe diventare qualcosa di concreto, non solo una speranza da tifosi. Forza azzurri.
Paolo Catella
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