martedì 14 febbraio 2012

Galles ok: e adesso l'Inghilterra

Come contro l'Irlanda, l'estremo Halfpenny è stato tra i grandi protagonisti della vittoria contro la Scozia a Cardiff. Ha segnato 22 punti. Sulle colonne del Western Mail il giocatore fa il punto della situazione in casa gallese prima della sfida con l'Inghilterra.

 

GALLES-SCOZIA 27-13

Galles: Halfpenny; Cuthbert, J Davies, Roberts (S Williams, 78), North (Hook, 410); Priestland, Phillips (L Williams, 75); Jenkins, Bennett (Owens, 41), A Jones (James, 73); R Jones (capt; Reed, 75), Evans; Lydiate (Powell, 73), Shingler, Faletau.
Marcatori: mete di Cuthbert (41) e 2 Halfpenny (50, 55), cp 2 Halfpenny (29, 45), trasf. 3 Halfpenny (43, 52, 56).
Scozia: R Lamont; Jones, De Luca, S Lamont, Evans (Hogg, 16); Laidlaw, Cusiter (Blair, 49); Jacobsen, Ford (capt; Lawson, 72), Cross (Kalman, 58); Gray, Hamilton (Kellock, 58); Strokosch (Barclay, 46), Rennie, Denton.
Marcatori: meta Laidlaw (63), cp 2 Laidlaw (22, 48), trasf. Laidlaw (64).
Arbitro: Romain Poite.


La partita di ieri non sarà ricordata come uno dei classici di ogni tempo, ma realizzare 22 punti e due mete in quella che è stata una buona vittoria di squadra mi ha fatto felice. Lo scorso fine settimana tutti volevano parlare di quel calcio nel finale, ma non c'è niente di meglio di attraversare la linea per una meta con i colori del Galles.
Venivo da cinque partite senza mete, avendo segnato l'ultima contro le Figi alla Coppa del Mondo, quindi mi sono sentito come se queste due contro la Scozia fossero arrivate un po' in ritardo. Ero abbastanza soddisfatto dei miei calci e mi sono gustato la responsabilità. Neil Jenkins era venuto da me dopo una delle nostre sessioni di allenamento in settimana e mi aveva detto che sarei stato il calciatore in questa partita, cosa che mi ha dato una vera emozione. Ho avuto il pieno sostegno di Rhys Priestland e ora spero di poter gestire il compito almeno per il resto del campionato.
E' stato un po' un racconto diviso in due capitoli quello di ieri, eravamo frustrati per il nostro gioco nel primo tempo quando per qualche motivo siamo andati un po' nel panico quando abbiamo attaccato. Abbiamo scelto un paio di opzioni mediocri e abbiamo perso la palla in zone vitali. Durante l'intervallo, non c'è stata una lavata di capo da Warren e dagli altri allenatori, era più il caso di guardare con calma a quello che si doveva fare. Tutti ritenevamo che, mantenendo la  nostra compostezza e recuperando i nostri schemi e le strutture, avremmo avuto la capacità di prendere il controllo del gioco, e per fortuna nel secondo tempo lo abbiamo fatto.
Penso che il fatto di non concedere una meta alla fine del primo tempo, quando gli scozzesi venivano verso di noi a ondate, abbia agito come una spinta psicologica enorme, perché fin dal riavvio li abbiamo stretti in una morsa. Abbiamo meritato di vincere alla fine perché abbiamo lavorato duro passando momenti difficili. Mentirei se dicessi che non ero un po' nervoso sul 3-3, ma in questi tempi c'è una grande fiducia in noi stessi all'interno della squadra e questo ci può far superare le situazioni complicate.
Subito dopo la partita di ieri era difficile non pensare alla prospettiva di andare a Twickenham, con una Triple Crown in palio. Ho giocato lì tre volte per tre squadre diverse: per il Galles due anni fa, i Blues nella finale anglo-gallese del 2009 e i Barbarians contro la Nuova Zelanda nel dicembre dello stesso anno. Ho perso con il Galles, ma ho vinto gli altri due incontri, quindi suppongo che due su tre non sia male. Ma è un luogo imponente dove andare a giocare, specialmente quando ci si trova ad affrontare l'Inghilterra. I libri di storia mostrano che il Galles non ha vinto lì molto spesso negli ultimi 25 anni e nessuno si fa illusioni su quanto difficile sarà. L'Inghilterra ha le sue ambizioni, non ultima quella di continuare la sua striscia vincente dopo aver battuto l'Italia e la Scozia. Ha un sacco di giovani giocatori, alcuni dei quali giocheranno la loro prima partita del Sei Nazioni in casa, e  saranno infiammati dal desiderio di dimostrare una cosa o due. Mi aspetto che la partita sia il nostro test più severo, ma anche noi non avremmo potuto avere un incentivo più forte per vincere. L'Inghilterra a Twickenham non è mai un compito facile, ma ci andremo con quella fiducia in noi stessi di cui ho già parlato. Abbiamo già dimostrato battendo l'Irlanda che possiamo andare in trasferta e ottenere un risultato contro un top team, e dobbiamo essere sicuri di poterci ripetere.
Mentre non è andato tutto per il verso giusto ieri, la gente dovrebbe ricordare che abbiamo avuto la nostra buona dose di guai a causa degli infortuni. C'era già qualche ragazzo importante che mancava prima che Sam Warburton si dovesse chiamare fuori, e perdere un giocatore e un leader del suo calibro è stato un duro colpo. Ma i ragazzi che sono subentrati sono stati brillanti. Siamo stati fortunati ad avere uno come Ryan Jones che assumesse il ruolo di skipper, un giocatore che ha fatto il lavoro così bene in passato da non essere affatto turbato dalla responsabilità. Penso che sia straordinario. Poi c'è stato Aaron Shingler, che non solo ha dovuto sopportare la pressione del debutto, ma anche di doverlo fare in una posizione che non aveva mai coperto prima, quella di flanker dal lato aperto. Eppure ci sono stati momenti in cui mi è sembrato che ogni volta che lo guardavo stesse facendo una corsa o un placcaggio importante. Penso che abbia avuto un pomeriggio eccezionale. E' di buon auspicio per noi come squadra. Qualche anno fa, se avevamo uno o due esclusi per infortunio si diceva che non potevamo farvi fronte, ma ora c'è una profondità di talenti da convocare. E la prova è in ciò che è successo in queste ultime due partite.
Stiamo andando a prenderci un paio di giorni di riposo ora, dovremo usarli saggiamente per riposare, recuperare e superare qualche guaio fisico. Ma il duro lavoro riprenderà mercoledì e sono sicuro che l'atmosfera in campo sarà vivace e positiva come lo era la scorsa settimana. Dicono che il Sei Nazioni sta tutto nel costruire slancio e questo è vero. Abbiamo eliminato i primi due ostacoli ed ora è importante non lasciare che nulla del buon lavoro fatto vada sprecato.
Leigh Halfpenny

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