The Herald, giornale di Glasgow, dedica questo articolo al match Scozia-Italia, ultimo atto del Sei Nazioni 2011.
Nello sport, come nella vita, l'uso delle parole "ciò che avrebbe potuto" rappresentano un intimo rimpianto o anche un inutile tentativo di riscrivere la storia.
Eppure, quando Italia e Scozia si affronteranno questa settimana, lo faranno nella peculiare posizione di chi combatte per evitare il cucchiaio di legno, quando potrebbero essere state a caccia del migliore risultato mai ottenuto nel Sei Nazioni.
Eppure, quando Italia e Scozia si affronteranno questa settimana, lo faranno nella peculiare posizione di chi combatte per evitare il cucchiaio di legno, quando potrebbero essere state a caccia del migliore risultato mai ottenuto nel Sei Nazioni.
E, giusto per completare uno scenario leggermente surreale nella loro visita a Edimburgo, gli azzurri staranno crogiolandosi al bagliore della loro straordinaria vittoria sulla Francia, ma anche riflettendo malinconicamente su come avrebbero potuto battere l'Irlanda e il Galles a Roma con un calciatore più accurato di Mirco Bergamasco.
La storia testimonia l'esistenza di due volti italiani completamente diversi in questi confronti. C'è quello ferocemente competitivo, che sfida ringhiando qualsiasi avversario nella città Eterna, e rappresenta una sfida maledettamente difficile per le nazionali in visita, che si tratti di Australia o Inghilterra, che avrebbero entrambe facilmente potuto cedere alla squadra di Nick Mallett l'anno scorso, o della Francia. Poi c'è la versione che soffre un mal di viaggio della peggiore specie e che ha concesso agli inglesi otto mete a Twickenham il mese scorso, un lavoro di demolizione che farà finire l'Italia in fondo alla classifica in caso di sconfitta in Scozia.
Quindi la domanda è questa: che l'Italia sarà quella di Murrayfield sabato? Se personaggi come il capitano e ispiratore Sergio Parisse, Andrea Masi, Tommaso Benvenuti, Martin Castrogiovanni e il già menzionato Bergamasco si esibiranno all'altezza del loro valore, allora sicuramente saranno un esame severo per le credenziali scozzesi. Soprattutto se la partita, come al solito, si trasformerà in un ballo lento tra due pacchetti con molto da dimostrare e opposti trequarti con capitali insufficienti da mettere a bilancio. Anche in questo campo, l'Italia è stata terribile contro l'Inghilterra, una pallida ombra della squadra di combattenti che ha esibito prestazioni sufficienti a battere tutte le nazioni celtiche, se solo Bergamasco avesse fatto il lavoro necessario al piede.
La storia testimonia l'esistenza di due volti italiani completamente diversi in questi confronti. C'è quello ferocemente competitivo, che sfida ringhiando qualsiasi avversario nella città Eterna, e rappresenta una sfida maledettamente difficile per le nazionali in visita, che si tratti di Australia o Inghilterra, che avrebbero entrambe facilmente potuto cedere alla squadra di Nick Mallett l'anno scorso, o della Francia. Poi c'è la versione che soffre un mal di viaggio della peggiore specie e che ha concesso agli inglesi otto mete a Twickenham il mese scorso, un lavoro di demolizione che farà finire l'Italia in fondo alla classifica in caso di sconfitta in Scozia.
Quindi la domanda è questa: che l'Italia sarà quella di Murrayfield sabato? Se personaggi come il capitano e ispiratore Sergio Parisse, Andrea Masi, Tommaso Benvenuti, Martin Castrogiovanni e il già menzionato Bergamasco si esibiranno all'altezza del loro valore, allora sicuramente saranno un esame severo per le credenziali scozzesi. Soprattutto se la partita, come al solito, si trasformerà in un ballo lento tra due pacchetti con molto da dimostrare e opposti trequarti con capitali insufficienti da mettere a bilancio. Anche in questo campo, l'Italia è stata terribile contro l'Inghilterra, una pallida ombra della squadra di combattenti che ha esibito prestazioni sufficienti a battere tutte le nazioni celtiche, se solo Bergamasco avesse fatto il lavoro necessario al piede.
Parlando in positivo, è sempre più evidente che Mallett e i suoi luogotenenti hanno approfittato dell'inserimento di Benetton Treviso e, in misura minore, degli Aironi nella Magners League, dove l'esposizione a un regime regolare di appuntamenti ad alto contenuto di ottani ha rafforzato i giocatori leader. Eppure, in termini più negativi, gli italiani restano un collettivo abbastanza monodimensionale, sempre dipendente dall'aggressività dei loro in avanti per creare una piattaforma di gioco. Questo potrebbe andare bene se ci fosse ancora Diego Dominguez ad accordare lo strumento e a sfidare il metronomo di Chris Paterson, ma l'inconsistenza di Bergamasco è esasperante e può ridurre i suoi sforzi al piede nella performance di un golfista della domenica.
In breve, gli uomini di Parisse devono dimostrare una mentalità diversa quando si avventurano da queste parti, altrimenti rischiano un altro appuntamento con l'ignominia. La Scozia, da parte sua, deve costruire sugli aspetti positivi della sconfitta di stretta misura nella Calcutta Cup, ma mi chiedo se sarà possibile per gli scozzesi gettare in campo la stessa quantità di orgoglio, passione e professionalità che è stata espressa in un Twickenham gremito, con tutte le probabilità contro di loro. Torneranno a giocare in uno stadio in cui ci potrebbero essere fino a 20.000 posti vuoti, e dove la vittoria non sarà percepita come un'impresa enorme dalla maggior parte dei sostenitori.
E' importante, naturalmente. Nessuno vuole essere ultimo, e soprattutto non nella stagione della Coppa del Mondo. Ma questo epilogo di campionato, per definizione, è un anti-climax per due nazionali che hanno vinto una sola volta nelle ultime otto partite.
In definitiva, possiamo forse aspettarci un altro match equilibrato fra squadre che inseguono il vertice. Ma, per la Scozia almeno, questo rappresenta uno schiacciante ridimensionamento delle aspettative che c'erano sette settimane fa.
In breve, gli uomini di Parisse devono dimostrare una mentalità diversa quando si avventurano da queste parti, altrimenti rischiano un altro appuntamento con l'ignominia. La Scozia, da parte sua, deve costruire sugli aspetti positivi della sconfitta di stretta misura nella Calcutta Cup, ma mi chiedo se sarà possibile per gli scozzesi gettare in campo la stessa quantità di orgoglio, passione e professionalità che è stata espressa in un Twickenham gremito, con tutte le probabilità contro di loro. Torneranno a giocare in uno stadio in cui ci potrebbero essere fino a 20.000 posti vuoti, e dove la vittoria non sarà percepita come un'impresa enorme dalla maggior parte dei sostenitori.
E' importante, naturalmente. Nessuno vuole essere ultimo, e soprattutto non nella stagione della Coppa del Mondo. Ma questo epilogo di campionato, per definizione, è un anti-climax per due nazionali che hanno vinto una sola volta nelle ultime otto partite.
In definitiva, possiamo forse aspettarci un altro match equilibrato fra squadre che inseguono il vertice. Ma, per la Scozia almeno, questo rappresenta uno schiacciante ridimensionamento delle aspettative che c'erano sette settimane fa.
Neil Drysdale
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