martedì 15 marzo 2011

Perché abbiamo battuto i francesi

Il selezionatore azzurro Nick Mallett
Nick Mallett ha scritto per il "Daily Telegraph" un commento alla vittoria dell'Italia sulla Francia. Il tecnico azzurro puntualizza il suo punto di vista sui motivi del successo e sul valore della sua squadra in campo internazionale.





 

Battere i francesi è una performance straordinaria, anche se loro sono arrivati ​​a Roma un po' compiaciuti e arroganti. Ho detto alla squadra che è stato uno dei migliori momenti della mia carriera di allenatore, l'equivalente di portare il Sud Africa in Nuova Zelanda a battere gli All Blacks. Ma come abbiamo fatto? Ecco cinque ragioni.
Crescente maturità
Sotto 18-6, a 10 minuti dall'inizio del secondo tempo, un vecchio team italiano non avrebbe mai pensato “possiamo ancora farcela”. Si sarebbe aspettato di perdere di 20 o 30 punti. Ma questi giocatori sanno di essere meglio di così. Nelle due precedenti partite in casa avevamo prodotto ottime prestazioni. Probabilmente avremmo potuto battere sia l'Irlanda sia il Galles. Il risultato è stato che così abbiamo ottenuto la fiducia in noi stessi per avanzare portando palla e attaccare i francesi. Il momento cruciale della partita è stato a 20 minuti dalla fine, quando abbiamo segnato 10 punti rapidamente e rimesso il match in equilibrio.
Continuità d'attacco

Abbiamo lavorato per portare i nostri avanti tutti insieme più nel vivo del gioco. Piuttosto che correre ad ogni ruck e fare un pick-up-and-go, che rallenta le cose, ci vuole qualcuno come Martin Castrogiovanni che assuma un ruolo di portatore di palla fluido dietro il mediano di mischia, così da essere più dinamici. Sabato ha funzionato e la Francia è stata sorpresa per il modo in cui i ragazzi della mischia hanno portato palla. Il trattamento di palla è stato eccellente per tutto l'arco del match. Abbiamo preso tutte i palloni alti scagliati dai francesi, abbiamo mantenuto il nostro possesso e siamo stati molto sicuri. Sergio Parisse è stato un vero fattore per la sua abilità nel gioco aereo, che ci ha permesso di conquistare un sacco di palloni in touche e nei calci d'avvio. L'unica preoccupazione è venuta dalla mischia chiusa, che non è stata competitiva come lo è normalmente.
Resilienza difensiva

Non abbiamo concesso nulla ai francesi. Molto merito va a Omar Mouneimne, un'aggiunta molto positiva allo staff tecnico, venuto nel novembre scorso dagli Stormers, la squadra con il miglior record difensivo dell'ultimo Super 14. Nel gioco moderno c'è bisogno di un allenatore per le abilità di contatto, come degli specialisti che si occupano di mischie e touche. La maggior parte delle squadre stanno utilizzando giocatori di rugby league, ma Omar è stato coinvolto nel kickboxing e nel wrestling, oltre a giocare il rugby a sette per il Sud Africa.
C
i ha aiutato a leggere gli attacchi dei nostri avversari. Tranne che contro l'Inghilterra, quando tutto è andato male, siamo concedendo meno di due mete a partita di media.
Visto ill modo in cui il rugby è arbitrato in questo momento, è necessario disporre di giocatori che gestiscono bene la palla e possono fare molti placcaggi.
I nostri avanti hanno lavorato duramente sabato e gente come Alessandro Zanni e Leonardo Ghiraldini meritano ogni plauso.
I calci
C'è sempre un pizzico di fortuna nel portare a casa una partita come questa. Nell'ultimo quarto del match è stata dalla parte del nostro calciatore, Mirco Bergamasco. In questa fase del match ha felicemente realizzato le sue chance, mentre contro il Galles aveva fallito quattro tentativi.
C
ompiacenza francese
La Francia ha giocatori molto bravi: non so quanti dei miei potrebbero giocare per la Francia, forse due o tre. Ma loro non erano concentrati e motivati come avrebbero dovuto. Ogni volta che vengono a Roma a questi giocatori viene detto "attenti all'Italia". Forse questa volta hanno dimenticato di ascoltare, ma è stato un errore, perché avrebbero dovuto imparare dalla nostra capacità di essere all'altezza di Galles e Irlanda. Negli anni precedenti erano stati in grado di vincere perché un paio di giocatori avevano fatto cose speciali, ma questo sabato non è accaduto. Da subito ci siamo scontrati duramente con loro, e all'inizio sembravano pronti alla lotta. Ma stai giocando in trasferta e ci sono 35.000 italiani che gridano. Penso che il cuore sia un po' mancato loro negli ultimi 20 minuti.
Una parola di avvertimento
Detto tutto questo, il rugby italiano non è improvvisamente diventato una potenza mondiale.
Gli Aironi non hanno vinto una sola partita nella Magners League e Treviso non ha vinto nessuna partita in Heineken Cup. Ma stiamo migliorando. Se una squadra ha una controprestazione contro di noi, e noi giochiamo al nostro meglio, abbiamo la possibilità di strappare una vittoria.
Nick Mallett


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