mercoledì 5 ottobre 2011

Le (non tutte) magnifiche otto

Coppa del mondo verso i quarti di finale. Ecco uno sguardo critico e ironico sulle otto squadre rimaste in gara. E' stato pubblicato dal Daily Mail di Città del Capo.


Danie Roosouw contro Samoa

Inghilterra
UMORI: mentalità da assedio. I giocatori si sentono vittime di notizie negative e sono risentiti per le reazioni che arrivano da casa. Devono incanalare questa frustrazione.
STILE: più corpo a corpo che spaccata. L'Inghilterra ha balbettato contro la Scozia e avrà partita tesa contro la Francia. Semplicemente devono dimostrare più spirito d'avventura.
ALLENATORE: Martin Johnson è stato dignitoso nonostante le situazioni imbarazzanti fuori campo. E' stato meno diplomatico a porte chiuse. Le cose senza senso non saranno più tollerate.
IL PROBLEMA: esplode il dibattito sul mediano d'apertura. C'è una pressione per dare alle qualità di attaccante di Toby Flood una nuova occasione e l'infortunio al gomito di Jonny Wilkinson potrebbe rendere più facile la decisione di Johnson.
STAR: Manu Tuilagi è stata una boccata d'aria fresca, che ha portato passo e potenza in una zona centrale del campo priva di entrambe.
PUO' VINCERE? Il sorteggio non potrebbe essere stato più gentile. Quanto al fatto che lo meriti...


Francia
UMORI: ammutinati. La Francia ha annullato gli impegni con i media  e la tradizionale bevuta di birra post-match con l'allenatore è stata disertata dai giocatori.
STILE: dr Jekyll e mr Hyde. Nonostante i problemi, i francesi hanno ancora fluidità sufficiente per innescare un contrattacco da ogni angolo del campo.
ALLENATORE: Marc Lievremont è il clown in carica. Due anni fa ha accusato la sua squadra di tradire la maglia. Provate a guidare una riunione del gruppo dopo una cosa come questa.
IL PROBLEMA: se qualcosa può riportare la Francia in pista è un quarto di finale contro l'Inghilterra. Che Lievremont possa bastonare e la sua selezione e svoltare è un'altra questione.
STAR: mentre la squadra è crollata intorno a lui, William Servat ha almeno offerto una solida base.
PUO' VINCERE: baruffe in casa, giocatori in rivolta, un allenatore senza rispetto... sarebbe tipico, no?

Irlanda
UMORI: effervescenti. Dopo un'estate disastrosa e un warm-up con quattro sconfitte, l'imboscata all'Australia ha sollevato il campo e l'esercito di fans.
STILE: forti nei primi cinque uomini, ancora più forti in terza linea, questo dà ai talentuosi trequarti una piattaforma da cui partire. Abbastanza duri da soffocare gli avversari (chiedere ai Wallabies) e anche per giocare un po'.
ALLENATORE: Declan Kidney è il tattico dalla parlata dolce che ha conquistato il Grande Slam. La sua preparazione estiva è stata criticata, ma appare piuttosto intelligente ora.
IL PROBLEMA: un dibattito stile Inghilterra sul mediano d'apertura tra il vecchio titolare Ronan O'Gara e lo sfidante Jonathan Sexton. E in passato gli irlandesi sono implosi sotto la pressione dell'eliminazione diretta.
STAR: il flanker Sean O'Brien si è imposto tra i migliori. Un potente portatore di palla.
PUO' VINCERE? Sulla carta ha i giocatori, ma manca la spietatezza necessaria per arrivare fino alla fine.

Galles
UMORI: fiduciosi e uniti. E' una coincidenza che la squadra con il divieto di alcol sia stata la più disciplinata dentro e fuori campo?
STILE: una preparazione immensa li porta a un rugby avventuroso. I trequarti si accendono e gli avanti non sono troppo male.
ALLENATORE: Warren Gatland è stato criticato, ma appartiene alla scuola mondiale di sir Clive Woodward. Merito suo aver dato fiducia a Sam Warburton.
IL PROBLEMA: scegliere la linea dei trequarti. C'è tanto talento nel dispositivo di Gatland che due Lions possono finire in panchina.
STAR: il capitano Warburton, ha 22 anni e la testa di un giocatore con 100 caps. Non ditelo in giro, ma potrebbe essere il prossimo Richie McCaw.
PUO' VINCERE? Più in forma, quadrati, forti... i gallesi non sono mai stati in una posizione migliore per arrivare alla finale. E non ci sono isole del Pacifico in vista.

Argentina
UMORI: da ultimo appuntamento. Senza l'infortunato Juan Martin Fernandez Lobbe hanno ridotto alla metà la loro minaccia.
STILE: hanno nel pacchetto tutta la loro artiglieria e offrono poco altrove. Dispongono di buoni corridori al largo, ma per portare la palla sembrano mancare di magia in mezzo al campo.
ALLENATORE: Santiago Phelan ha avuto un compito impossibile prendendo il posto di Marcelo Loffreda che ha portato i Pumas al terzo posto nel 2007, ma ha coltivato con successo nuovi talenti, come il sensazionale pilone Juan Figallo.
IL PROBLEMA: come ottenere il meglio da Felipe Contemponi. E' di gran lunga il giocatore più dotato rimasto in piedi e Phelan ha bisogno di scatenare il suo regista, il che potrebbe significare un suo schieramento come centro interno piuttosto che all'apertura.
STAR: Lucas Gonzalez Amorosino, l'ala di riserva che è passato attraverso quattro scozzesi per portare i Pumas ai quarti di finale.
PUO' VINCERE? Nessuna possibilità. Ha fatto il suo miracolo quattro anni fa. Questa volta seguirà il copione e uscirà di scena eroicamente.
Nuova Zelanda
UMORI: come se il divieto di Twitter e l'aspettativa di una nazione intera non fossero abbastanza difficili da affrontare, è arrivato lo choc dello strappo all'inguine di Dan Carter. Il vice mediano d'apertura Colin Slade ha un compito ingrato.
STILE: affilato e letale. Gli All Blacks riciclano la palla a velocità incredibili e semplicemente continuano a colpire. I centri hanno un gioco di offload dal quale non ci si può difendere.
ALLENATORE: Graham Henry ha a che fare con un milione di esperti che ogni giorno gli dicono come fare il suo lavoro. Ora è accusato di non aver allevato un sostituto di Carter.
IL PROBLEMA: come sistemare Ma'a Nonu, Sonny Bill Williams e Conrad Smith nelle due posizioni di centro e se sostenere il ragazzo Israel Dagg o il vecchio Mils Muliaina come estremo.
STAR: Dagg è vicino a usurpare Muliaina grazie al suo passo elettrico, il cambio di direzione ingannevole, il contrattacco esplosivo.
PUO' VINCERE? Non sembra che la pressione abbia avuto la meglio sugli All Blacks, anche senza il loro messia. E non perdono all'Eden Park da quasi 18 anni.

Sudafrica
UMORI: Incavolati. La fase a gironi non poteva fare molto di più per cancellare un Tri-Nations da incubo, con i grandi giocatori a riposo.
STILE: la fisicità prepotente per imporre sottomissione a qualsiasi squadra e la folle determinazione su qualsiasi campo.
ALLENATORE: Peter de Villiers ha guadagnato il rispetto dai suoi giocatori, nonostante alcune assurde divagazioni pubbliche, tra cui la sua difesa infame delle dita negli occhi durante il tour 2009 dei Lions.
IL PROBLEMA: Bismarck Du Plessis sta giocando così bene che ha cacciato due volte il capitano John Smit dal XV di partenza.
STAR: Heinrich Brüssow è un flanker galoppante con le mani di un'apertura. Ha creato due mete contro le Fiji, una con un calcio trasversale, l'altra con un semplice passaggio inverso. Non ti capita di vedere Louis Deacon fare lo stesso.
PUO' VINCERE? La pura solidità mentale rende i campioni in carica difficili da battere, ma perdere Frans Steyn, l'uomo con il calcio a più lunga gittata, potrebbe costare nelle partite equilibrate a eliminazione diretta.

Australia
UMORI: cauto ottimismo. La loro lista infortunati ha costretto il numero 8 Radike Samo a giocare ala contro la Russia, ma i Wallabies hanno recuperato bene dalla scionfitta con l'Irlanda.
STILE: il flusso libero dei Wallabies si esprime meglio senza un sistema. La questione è se sono in grado di battersi davanti.
ALLENATORE: Robbie Deans ha un gruppo assurdamente sapiente di giocatori e così la pressione arriva. Vincere la Coppa del mondo in Nuova Zelanda assicurerebbe all'ex All Black birra Foster per sempre nel suo paese di adozione.
IL
PROBLEMA: la forza degli Springboks impone all'Australia di aprire il gioco senza scendere in un braccio di ferro. Quade Cooper è la chiave.
STAR: l'openside flanker David Pocock ha assunto il mantello di Richie McCaw come miglior bracconiere nel gioco.
PUO' VINCERE? No, visto che deve battere Sudafrica e Nuova Zelanda solo per raggiungere la finale.

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