sabato 26 marzo 2011

Villepreux: perdere è normale

Pierre Villepreux, già tecnico della Francia e dell'Italia, guru del gioco totale, su Midi Olympique ha analizzato cosa accade all'interno di una squadra sconfitta (in questo caso la Francia battuta dall'Italia) e come si può tornare vincenti passando attraverso un fallimento.
  
Questa settimana non ho avuto tempo di scrivere della sconfitta francese contro l'Italia. Sull'evento è stato versato molto inchiostro. Naturalmente, quando si verifica una battuta d'arresto non prevista, lo staff tecnico subisce critiche e deve affrontare opinioni di ogni tipo. Tutti gli allenatori, indipendentemente dal livello sanno che devono fare i conti con risultati buoni e cattivi, che rafforzano o indeboliscono, talvolta distruggono. Al più alto livello, successi e fallimenti possono trasformare i meriti di un allenatore in demeriti, e viceversa. A seconda dei casi, si possono apprezzare le competenze o condannarle. Questa credibilità o questo deficit di competenze si perdono e ritornano altrettanto velocemente, ma le situazioni negative, quando si trasformano in una sconfessione, creano un enorme spreco nel contesto di un progetto di quattro anni messo in atto per rendere possibili alla nostra squadra nazionale le migliori prestazioni nella successiva Coppa del Mondo.

Rugby ad alto rischio

Diego Forti, fotoreporter segnalato su tutti i leggendari campi da rugby del mondo, compresi quelli dalle parti di Bologna, ci invia queste immagini che documentano quanto il rugby sia uno sport ad alto rischio. Dedicato a mamme e fidanzate.

martedì 22 marzo 2011

Sei Nazioni, il meglio e il peggio

Il Daily Telegraph ha dedicato ampi servizi al bilancio del Sei Nazioni. Nei giudizi dei suoi commentatori più prestigiosi l'Italia è citata più volte. Quattro su sette "votano" Parisse miglior giocatore del torneo.
Canale, Castrogiovanni e Parisse
BRIAN MOORE (ex tallonatore degli Harlequins e dell'Inghilterra):
Squadra del torneo: Inghilterra
Tecnico del torneo: Marc Lievremont (Francia)
Giocatore del torneo: Sergio Parisse (Italia)
Meta del torneo: Andrea Masi per l'Italia contro la Francia, un ampio movimento di circa 70 metri, cruciale per una vittoria storica.
Il meglio del torneo: la venticinquesima meta record di Brian O’Driscoll, un simbolo dell'abbattimento dell'Inghilterra da parte dell'Irlanda, un buon momento per rendere omaggio a uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi.
Il peggio del torneo: la triste prestazione della Scozia nel primo tempo contro il Galles, senz'anima a senza una scintilla della passione scozzese.

lunedì 21 marzo 2011

Scozia-Italia 21-8, un'altra analisi


Scozia-Italia è stata una di quelle partite che piacciono agli allenatori, anche se le perdono. A Nick Mallett l'Italia di Murrayfield è piaciuta per il predominio territoriale, ancorché piuttosto sterile, degli azzurri e per la loro capacità di conservare un buon possesso di palla nonostante una rimessa laterale da incubo, almeno nel primo quarto di gioco, e una mischia chiusa ininfluente.

venerdì 18 marzo 2011

Storico accordo per l'Haka

Storica firma tra New Zealand Rugby Union e tribù maori Ngati Toa per dirimere la controversia sull'uso dell'Haka da parte degli All Blacks. Ecco la cronaca del Dominion Post.





Prima che le gocce di inchiostro toccassero il documento, Taku Parai, capo della tribù Ngati Toa, ha indicato l'arma sul tavolo. L'elegante pietra di nefrite era appartenuta a un suo antenato, il famoso capo Te Rauparaha. Con un sorriso, Parai ha detto al chief executive della New Zealand Rugby Union, Steve Tew, che l'arma non sarebbe stata usata in questa occasione. "Ha un paio di ammaccature, però," ha scherzato, prima che la coppia firmasse un accordo storico tra Ngati Toa e Union, dando agli All Blacks il diritto di continuare a danzare l'haka Ka Mate.

giovedì 17 marzo 2011

Kirwan: in Giappone i miei giocatori hanno perso tutto

John Kirwan
La Tribuna di Treviso ha intervistato John Kirwan, attuale tecnico del Giappone, dopo il terremoto che ha duramente colpito il paese del sol levante.


Il destino è talvolta tragicamente beffardo. Neanche un mese fa, per la finale del campionato di rugby nipponico, era stata promossa una raccolta fondi in favore dei terremotati neozelandesi. John Kirwan, trevigiano d’adozione (risiede qui da 9 anni, sposato con Fiorella Tomasi, 3 figli), icona mondiale dell’ovale, ha le sue radici nella «terra dei Maori». Terra, colpita nelle scorse settimane da un violento sisma a Christchurch. Ma l’ex giocatore Benetton ed ex ct azzurro allena dal 2007 la Nazionale del Giappone. E adesso è proprio il paese del Sol Levante ad essere devastato da un gigantesco cataclisma. Le immagini del terremoto e dello tsunami che hanno distrutto la regione di Sendai, insieme all’incubo nucleare, toccano nel profondo Kirwan. Che oggi avrebbe volentieri commentato solo il trionfo dell’Italrugby con la Francia nel Sei Nazioni.
Kirwan, ha preso contatti col Giappone dopo il terribile terremoto?
«Ho chiamato il mio staff, stanno bene. Ma il pensiero va a due nostri giocatori, che vivono proprio nella zona devastata dal terremoto. Stanno bene, ma hanno perso tutto, casa inclusa. E siamo preoccupati, soprattutto, per la famiglia di uno dei due: c’erano stati dei contatti subito dopo la scossa, ma poi non si sono avute più notizie. Speriamo bene».




I due volti dell'Italia, visti dalla Scozia

The Herald, giornale di Glasgow, dedica questo articolo al match Scozia-Italia, ultimo atto del Sei Nazioni 2011.

Nello sport, come nella vita, l'uso delle parole "ciò che avrebbe potuto" rappresentano un intimo rimpianto o anche un inutile tentativo di riscrivere la storia.
Eppure, quando Italia e Scozia si affronteranno questa settimana, lo faranno nella peculiare posizione di chi combatte per evitare il cucchiaio di legno, quando potrebbero essere state a caccia del migliore risultato mai ottenuto nel Sei Nazioni.
E, giusto per completare uno scenario leggermente surreale nella loro visita a Edimburgo, gli azzurri staranno crogiolandosi al bagliore della loro straordinaria vittoria sulla Francia, ma anche riflettendo malinconicamente su come avrebbero potuto battere l'Irlanda e il Galles a Roma con un calciatore più accurato di Mirco Bergamasco.