lunedì 10 ottobre 2011

La maledizione del numero 10

Aaron Cruden
Dopo Dan Carter, Colin Slade. Anche il mediano di apertura designato per sostituire il fuoriclasse dei Crusaders si è infortunato durante il match con l'Argentina ed è fuori dal mondiale. Problemi all'inguine, proprio come Carter. A casa anche Mils Muliaina, che si è rotto una spalla giocando la sua centesima partita con gli All Blacks. Al loro posto i selezionatori neozelandesi hanno convocato Stephen Donald e Hosea Gear. Ma è il ventunenne Aaron Cruden ora al centro dell'attenzione.
E' toccato a lui prendere il posto di Slade contro i Pumas, tra l'altro in un momento particolarmente delicato, con gli argentini in vantaggio 7-6. Dopo qualche istante di incertezza, Cruden ha giocato bene, molto meglio di quando fu sperimentato contro l'Australia un anno fa. Gli ha giovato anche l'ottima performance di Piri Weepu a mediano di mischia, un giocatore che sembra finalmente aver aggiunto razionalità all'istinto. Proprio questa prestazione ha indotto qualcuno dei quattro milioni di commissari tecnici neozelandesi a ipotizzare l'utilizzo del più esperto Weepu all'apertura contro l'Australia. Ma Graham Henry ha subito precisato che ora la prima scelta per la maglia numero 10 è Cruden. Sgravato dal compito di calciatore, vista l'affidabilità dimostrata da Weepu contro l'Argentina, Cruden potrà concentrarsi sulle sue qualità migliori, che sono quelle di attaccante, anche se la difesa neozelandese dovrà essere resettata per sopperire alle sue prevedibili lacune difensive. Qualche preoccupazione, in questo contesto, viene dalle amnesie piuttosto inedite evidenziate da Kieran Reed e Richie McCaw di fronte al gioco rotto degli argentini. Una situazione in cui gli australiani sono maestri.
Anche in casa dei Wallabies, comunque, i problemi non mancano. Sono riusciti a sopravvivere al Sudafrica e questo ha fatto giustamente dire a Robbie Deans che si è trattato di una prova di maturità per la squadra più giovane del torneo. Ma aver concesso agli Springboks il 76 per cento del territorio significa che si è trattato di un'impresa epica, ma anche fortunata e quasi certamente irripetibile. Gli australiani hanno avuto nel cacciatore di palloni David Pocock il loro eroe, ma difficilmente troveranno un arbitro così tollerante nel governare il gioco a terra come è stato il neozelandese Lawrence. Se ad arbitrare Australia-Sudafrica ci fosse stato un direttore di gara dell'emisfero nord, come ad esempio il Nigel Owens di Nuova Zelanda-Argentina, gli Springboks avrebbero probabilmente portato a casa la vittoria a calci.
Ma ogni partita fa storia a sè, e Robbie Deans ha la fondata speranza che Quade Cooper non possa continuare a giocare così male. Un aiuto potrebbe venire paradossalmente dall'infortunio di Pat McCabe. Quando è stato sostituito a trequarti centro da Berrick Barnes, l'Australia ha goduto di un'iniezione di razionalità. E' stato lui a trovare la touche che ha prodotto il penalty decisivo di O'Connor, tramite lo sciagurato fallo di Rossow. Se l'Australia riuscirà a ristabilire l'equilibrio territoriale potrà giocarsela alla pari con gli All Blacks. E provare a vincere destabilizzando le poche certezze residue degli All Blacks.
Paolo Catella

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