Nuova Zelanda-Australia, la semifinale più attesa, con tutti gli ingredienti per diventare un match leggendario. Così lo presenta Planetrugby.com, sito "neutrale" con base in Sudafrica. Pronostico? Si potrebbe andare ai supplementari, lieve preferenza per gli All Blacks.
Richie McCaw e David Pocock |
Non c'è niente di meglio! Su un campo di rugby non esiste una sfida più feroce che tra Nuova Zelanda e Australia, con le nazioni ai primi due posti del ranking una di fronte all'altra per un posto nella finale dei Mondiali. Dopo un mese ricco di eventi, le ultime quattro squadre rimaste arivano all'Eden Park di Auckland per due avvincenti semifinali: la rivelazione del torneo Galles contro il grande enigma della Francia e un altro capitolo della lunga rivalità All Blacks-Wallabies.
Ironia della sorte, sono le stesse semifinaliste della Coppa del mondo inaugurale in Nuova Zelanda, anche se intrecciate diversamente. Ma la grande domanda sulla bocca di tutti è se vedremo una ripetizione della finale 1987. Perché ciò accada, Nuova Zelanda e Francia devono prevalere nelle rispettive semifinali. Più facile a dirsi che a farsi.
Ironia della sorte, sono le stesse semifinaliste della Coppa del mondo inaugurale in Nuova Zelanda, anche se intrecciate diversamente. Ma la grande domanda sulla bocca di tutti è se vedremo una ripetizione della finale 1987. Perché ciò accada, Nuova Zelanda e Francia devono prevalere nelle rispettive semifinali. Più facile a dirsi che a farsi.
La pressione è certamente sulla nazione ospitante, che non solo non è riuscita a giocare una finale dal 1995, ma ha alzato l'ultima volta quella piccola coppa gialla (la Webb Ellis Cup) 24 anni fa. La Nuova Zelanda ha sviluppato l'abitudine nervosa di farsi cacciare dalla Coppa del mondo dopo il primo trionfo sul terreno di casa tanti anni fa, quando “Tre scapoli e un bebè” era il film campione di incassi e “Walk Like An Egyptian” delle Bangles stava in cima alle classifiche statunitensi. Per due volte i neozelandesi sono stati eliminati nella semifinale dalll'Australia, nel 1991 e nel 2003, e ora sono di fronte a una monumentale prova di forza con il loro nemici trans-Tasman in una delle partite chiave del torneo. Solo un mese prima di questa Coppa del mondo, i Wallabies hanno battuto gli All Blacks a Brisbane 25-20 per rivendicare il loro primo Tri-Nations in un decennio. Anche se perdere in Australia fa sempre male ai kiwi (in tutti i codici sportivi), una sconfitta domenica sarebbe catastrofica per una nazione pazza per il rugby.
Dal 1903 gli All Blacks hanno avuto il sopravvento sui Wallabies. Questo fine settimana si disputerà il loro incontro internazionale numero 168, con gli All Blacks vincenti 115 volte, i Wallabies 47 e cinque pareggi. Ora, prendete tutte queste statistiche e gettatele nel cestino, perché i risultati precedenti passano sempre in secondo piano quando si tratta di Coppa del mondo, in particolare delle partite a eliminazione diretta come questa. Anche l'incapacità dell'Australia di vincere sul terreno dell'Eden Park da 25 anni non dovrebbe essere presa in considerazione. Quello che è successo in passato, rimane nel passato. Ora tutto accade negli 80 minuti dopo il calcio d'inizio di domenica.
Per arrivare qui, i Wallabies sono stati messi all'angolo ma sono riusciti in qualche modo a strappare una vittoria per 11-9 che ha eliminato i campioni in carica del Sudafrica, mentre la Nuova Zelanda ci ha messo un'ora prima di sottomettere i resistenti Pumas argentini. L'Australia sarà incoraggiata dalla loro resistenza agli Springboks in un match che ha visto il Sudafrica dominare nelle statistiche ma non sul tabellone. Ora può mangiare un'altra ciliegia, dopo essere sopravvissuta all'assalto dello scorso fine settimana. Come un gatto con nove vite, se, come alcuni sostengono, i Wallabies non meritano nemmeno di essere in semifinale dopo aver perso con l'Irlanda e vinto un quarto di finale con il Sudafrica che avrebbero dovuto perdere. Ma a loro importa? Certo che no. Alla fine della giornata, sono riusciti a utilizzare la loro carta "uscite di prigione" e a realizzare ciò che altre 16 squadre non sono riuscite a fare: ottenere un posto in semifinale. Non importa come l'Australia ci sia arrivata, tutto ciò che conta è che - nonostante le preoccupazioni per gli infortuni - è ancora viva e vegeta, con l'opportunità di fare la loro quarta finale di Coppa del mondo, cercando di vincere il terzo titolo.
A differenza dei Wallabies, la Nuova Zelanda è passata attraverso questa Coppa del mondo imbattuta, ma più dell'Australia la sua campagna è stata afflitta da una crisi dopo l'altra per gli infortuni, cosa che ha quasi messo in ombra le prestazioni degli All Blacks nel corso degli ultime settimane e che sta ora iniziando a pretendere il suo pedaggio dalla prima squadra del ranking. La star, il mediano d'apertura Dan Carter, è fuori dal torneo, così come il suo allievo Colin Slade e il centurione Mils Muliaina, mentre una nuvola grigia pende ancora sulla testa del capitano Richie McCaw e su quel suo piede destro che sta raggiungendo velocementee lo stesso status di celebrità di quello di David Beckham.
Infortuni a parte, si potrebbe dire che gli All Blacks hanno avuto finora sfide più facili rispetto al 2007 quando trovarono la Francia nei quarti... e io sono convinto che i padroni di casa non siano stati testati a fondo tanto da correre il rischio di apparire ancora una volta come i conigli abbagliati dai fari se le cose non andranno per il verso giusto contro gli australiani. Hanno vinto facile su Tonga, Giappone e Canada, come ci si aspettava, mentre gli avversati più "tosti" (una specie di Francia) sono stati spazzati via abbastanza agevolmente. L'Argentina ha dimostrato di essere una squadra difficile da tenere a bada, ma non è stata in grado di arrivare fino al traguardo ed è stata sopraffatta nel finale. Gli All Blacks sono ancora da verificare mentalmente e fisicamente per gli interi 80 minuti, e potrebbero scollarsi contro i Wallabies, una squadra che sa assorbire la pressione come dimostrato contro i Boks. Per i Wallabies non c'è momento migliore di questo per balzare sulla preda.
Un altro intrigante intreccio sarà la sfida tattica tra il coach degli All Blacks Graham Henry e quello Kiwi dei Wallabies Robbie Deans. Henry era già a capo degli All Blacks alla Coppa del mondo di quattro anni fa, ma è sopravvissuto a spese di Deans dopo che la Nuova Zelanda ha sofferto la sua peggiore uscita dal torneo. Una sconfitta che il pubblico neozelandese non dimenticherà, almeno fino a quando gli All Blacks non porranno fine ai loro 24 anni di attesa per una seconda corona mondiale.
Dal 1903 gli All Blacks hanno avuto il sopravvento sui Wallabies. Questo fine settimana si disputerà il loro incontro internazionale numero 168, con gli All Blacks vincenti 115 volte, i Wallabies 47 e cinque pareggi. Ora, prendete tutte queste statistiche e gettatele nel cestino, perché i risultati precedenti passano sempre in secondo piano quando si tratta di Coppa del mondo, in particolare delle partite a eliminazione diretta come questa. Anche l'incapacità dell'Australia di vincere sul terreno dell'Eden Park da 25 anni non dovrebbe essere presa in considerazione. Quello che è successo in passato, rimane nel passato. Ora tutto accade negli 80 minuti dopo il calcio d'inizio di domenica.
Per arrivare qui, i Wallabies sono stati messi all'angolo ma sono riusciti in qualche modo a strappare una vittoria per 11-9 che ha eliminato i campioni in carica del Sudafrica, mentre la Nuova Zelanda ci ha messo un'ora prima di sottomettere i resistenti Pumas argentini. L'Australia sarà incoraggiata dalla loro resistenza agli Springboks in un match che ha visto il Sudafrica dominare nelle statistiche ma non sul tabellone. Ora può mangiare un'altra ciliegia, dopo essere sopravvissuta all'assalto dello scorso fine settimana. Come un gatto con nove vite, se, come alcuni sostengono, i Wallabies non meritano nemmeno di essere in semifinale dopo aver perso con l'Irlanda e vinto un quarto di finale con il Sudafrica che avrebbero dovuto perdere. Ma a loro importa? Certo che no. Alla fine della giornata, sono riusciti a utilizzare la loro carta "uscite di prigione" e a realizzare ciò che altre 16 squadre non sono riuscite a fare: ottenere un posto in semifinale. Non importa come l'Australia ci sia arrivata, tutto ciò che conta è che - nonostante le preoccupazioni per gli infortuni - è ancora viva e vegeta, con l'opportunità di fare la loro quarta finale di Coppa del mondo, cercando di vincere il terzo titolo.
A differenza dei Wallabies, la Nuova Zelanda è passata attraverso questa Coppa del mondo imbattuta, ma più dell'Australia la sua campagna è stata afflitta da una crisi dopo l'altra per gli infortuni, cosa che ha quasi messo in ombra le prestazioni degli All Blacks nel corso degli ultime settimane e che sta ora iniziando a pretendere il suo pedaggio dalla prima squadra del ranking. La star, il mediano d'apertura Dan Carter, è fuori dal torneo, così come il suo allievo Colin Slade e il centurione Mils Muliaina, mentre una nuvola grigia pende ancora sulla testa del capitano Richie McCaw e su quel suo piede destro che sta raggiungendo velocementee lo stesso status di celebrità di quello di David Beckham.
Infortuni a parte, si potrebbe dire che gli All Blacks hanno avuto finora sfide più facili rispetto al 2007 quando trovarono la Francia nei quarti... e io sono convinto che i padroni di casa non siano stati testati a fondo tanto da correre il rischio di apparire ancora una volta come i conigli abbagliati dai fari se le cose non andranno per il verso giusto contro gli australiani. Hanno vinto facile su Tonga, Giappone e Canada, come ci si aspettava, mentre gli avversati più "tosti" (una specie di Francia) sono stati spazzati via abbastanza agevolmente. L'Argentina ha dimostrato di essere una squadra difficile da tenere a bada, ma non è stata in grado di arrivare fino al traguardo ed è stata sopraffatta nel finale. Gli All Blacks sono ancora da verificare mentalmente e fisicamente per gli interi 80 minuti, e potrebbero scollarsi contro i Wallabies, una squadra che sa assorbire la pressione come dimostrato contro i Boks. Per i Wallabies non c'è momento migliore di questo per balzare sulla preda.
Un altro intrigante intreccio sarà la sfida tattica tra il coach degli All Blacks Graham Henry e quello Kiwi dei Wallabies Robbie Deans. Henry era già a capo degli All Blacks alla Coppa del mondo di quattro anni fa, ma è sopravvissuto a spese di Deans dopo che la Nuova Zelanda ha sofferto la sua peggiore uscita dal torneo. Una sconfitta che il pubblico neozelandese non dimenticherà, almeno fino a quando gli All Blacks non porranno fine ai loro 24 anni di attesa per una seconda corona mondiale.
Quelli da guardare
Nuova Zelanda: mentre agli All Blacks senza dubbio manca la gestione del gioco garantita da Dan Carter, il fatto che il resto della squadra abbia assunto maggiori responsabilità servirà almeno a lenire il dolore. Ma nello stomaco di Aaron Cruden voleranno le farfalle quando si troverà al centro di una partita rovente. Dopo essere stato lasciato fuori dai 30 All Blacks per la RWC, il ventiduenne Cruden è stato promosso da terza scelta a mediano d'apertura di prima scelta nel giro di una settimana. La partita di domenica sarà solo la sua seconda dall'inizio e tutto il mondo del rugby starà a guardare per vedere come se la caverà nel calderone di una semifinale di Coppa del mondo. Nessuna pressione, allora!
Australia: il mediano di mischia Will Genia ha dimostrato di essere una spina nel fianco degli All Blacks e tiene la chiave dei Wallabies per scatenare qualcosa di speciale davanti al tutto esaurito dell'Eden Park. Con Quade Cooper che ha fatto cilecca più delle volte in questa Coppa del mondo – quanto ci sarebbe bisogno di Matt Giteau, eh Robbie? - toccherà a Genia cercare di inchiodare la Nuova Zelanda. Probabilmente il miglior numero nove in circolazione, Genia legge bene la gara, ha una visione eccellente e sceglie il tempo giusto per attaccare. E' la vera mente della squadra australiana e in particolare della sua linea veloce.
Testa a testa: ci saranno succulenti duelli in tutto il campo, ma senza dubbio la battaglia del breakdown tra Richie McCaw e David Pocock sarà da leccarsi i baffi. Si chiamano con vari nomi: fetchers, snafflers, pilferers. Sono i flanker openside e la Coppa del mondo metterà in scena una delle sue gare più affascinanti quando i migliori del mondo in quella posizione saranno faccia a faccia in uno show senza appello. Questo confronto tra maestro e allievo ha tutti gli ingredienti per essere una delle più grandi sfide dello sport.
Australia: il mediano di mischia Will Genia ha dimostrato di essere una spina nel fianco degli All Blacks e tiene la chiave dei Wallabies per scatenare qualcosa di speciale davanti al tutto esaurito dell'Eden Park. Con Quade Cooper che ha fatto cilecca più delle volte in questa Coppa del mondo – quanto ci sarebbe bisogno di Matt Giteau, eh Robbie? - toccherà a Genia cercare di inchiodare la Nuova Zelanda. Probabilmente il miglior numero nove in circolazione, Genia legge bene la gara, ha una visione eccellente e sceglie il tempo giusto per attaccare. E' la vera mente della squadra australiana e in particolare della sua linea veloce.
Testa a testa: ci saranno succulenti duelli in tutto il campo, ma senza dubbio la battaglia del breakdown tra Richie McCaw e David Pocock sarà da leccarsi i baffi. Si chiamano con vari nomi: fetchers, snafflers, pilferers. Sono i flanker openside e la Coppa del mondo metterà in scena una delle sue gare più affascinanti quando i migliori del mondo in quella posizione saranno faccia a faccia in uno show senza appello. Questo confronto tra maestro e allievo ha tutti gli ingredienti per essere una delle più grandi sfide dello sport.
Risultati recenti:
2011: Australia 20-25, Brisbane
2011: Nuova Zelanda 30-14, Auckland
2010: Australia 26-24, Hong Kong
2010: Nuova Zelanda 23-22, Sydney
2010: Nuova Zelanda 20-10, Christchurch
2010: Nuova Zelanda 49-28, Melbourne
2009: Nuova Zelanda 32-19, Tokyo
2009: Nuova Zelanda 33-6, Wellington
2009: Nuova Zelanda 19-18, Sydney
2009: Nuova Zelanda 22-16, Auckland
2008: Nuova Zelanda 19-14, Hong Kong
2011: Australia 20-25, Brisbane
2011: Nuova Zelanda 30-14, Auckland
2010: Australia 26-24, Hong Kong
2010: Nuova Zelanda 23-22, Sydney
2010: Nuova Zelanda 20-10, Christchurch
2010: Nuova Zelanda 49-28, Melbourne
2009: Nuova Zelanda 32-19, Tokyo
2009: Nuova Zelanda 33-6, Wellington
2009: Nuova Zelanda 19-18, Sydney
2009: Nuova Zelanda 22-16, Auckland
2008: Nuova Zelanda 19-14, Hong Kong
Pronostico: Wallabies che non hanno nulla da perdere contro All Blacks pietrificati dalla possibilità di perdere rendono il pronostico eccezionalmente difficile. La Nuova Zelanda ha perso solo due delle ultime 13 partite contro l'Australia, però queste due sconfitte sono arrivate negli ultimi 12 mesi. Questo rende l'esito particolarmente incerto, con la possibilità addirittura di andare ai supplementari. Ma se c'è un terreno sul quale gli All Blacks possono battere qualsiasi squadra in un dato giorno, questo è l'Eden Park: uno stadio che è diventato la fortezza degli uomini in nero da due decenni. La Nuova Zelanda vincerà di tre punti.
Data: domenica 16 Ottobre
Luogo: Eden Park, Auckland
Fischio d'inizio: 21.00 (ora locale)
Arbitro: Craig Joubert (Sudafrica)
Assistenti: Nigel Owens (Galles), Romain Poite (Francia)
Tmo: Shaun Veldsman (Sud Africa)
Dave Morris
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