venerdì 14 ottobre 2011

Nessun fuoriclasse all'apertura, comanda il numero 9

Quattro squadre rimaste in gara e nessun fuoriclasse all'apertura. Non era mai accaduto. Uscito dal torneo Dan Carter, restano sulla scena registi inesperti, anche ricchi di talento, ma non ancora capaci di garantire standard di eccellenza assoluta. Sembra che il baricentro delle scelte di gioco si sia spostato dai numeri 10 ai numeri 9. Il New Zealand Herald analizza la novità.

Will Genia
Fox, Lynagh, Stransky, Larkham e Wilkinson. Leggende facili da ricordare anche senza i nomi di battesimo. Sono state figure cardine nelle squadre che si sono avvicendate alla Coppa del mondo. Grant Fox e Michael Lynagh non erano solo registi, ma anche voci dominanti nelle loro rispettive squadre. Stephen Larkham e Jonny Wilkinson avevano qualità marcatamente differenti, ma i piani di gioco delle loro squadre erano elaborati attorno a ciò che loro potevano offrire. Nel confronto con gli altri, il fascino di Joel Stransky era più limitato - ha giocato solo 22 test - ma era un'apertura perfetta di "sistema" per una squadra che si affidava alla potenza degli avanti alla conquista del territorio. Quando si analizza il ruolo avuto da questi giocatori nelle campagne di Coppa del mondo, e lo si confronta con quello che abbiamo in questa coppa orfana di Dan Carter, la conclusione inevitabile che il livello mondiale delle aperture non è mai stato così basso.
Guardate alle final four. La Nuova Zelanda, a causa delle circostanze, sta facendo giocare un novizio come Aaron Cruden, mentre Stephen Donald è stato chiamato in sostituzione di un altro novellino, Colin Slade. L'Australia utilizza Quade Cooper, il cui stato di forma è così infelice che è impossibile riconoscere in lui l'uomo che ha contribuito a orientare i Reds verso il loro primo titolo di Super Rugby. La Francia schiera Morgan Parra, più a suo agio come mediano di mischia che come apertura. Anche il Galles, che da sempre ha avuto un solido contributo dai suoi numeri 10, sarà senza il favorito Rhys Priestland, con il più esperto James Hook chiamato a riempire il vuoto causato da un infortunio.
Non è certo la Hall of Fame dei registi. Si pone così la questione: è possibile vincere una Coppa del mondo senza un numero 10 di classe mondiale? "Un'apertura", dice Peter Thorburn, ex selezionatore All Black e da una vita analista di questo sport, "deve essere un responsabile delle scelte veramente buono, ma per me il requisito principale del numero 10 è la visione immediata di cosa sta succedendo 2-5 metri davanti a lui". Thorburn sostiene che quelli veramente buoni - le rarità - sono in grado di valutare simultaneamente ciò che accade davanti a loro e cosa sta succedendo nella profondità del campo. "E' come se avessero un'immagine in 3D nella loro mente... e poi devono avere le qualità per gestirla, come essere in grado di calciare corto e lungo con entrambi i piedi, di aggredire la linea o di effettuare passaggi brevi e lunghi". Carter ha queste capacità, pochi altri le hanno, anche se per confortare l'ansia di una nazione Thorburn assicura che vede lampi di genio in Cruden più che in ogni altra apertura rimasta nel torneo.
I più attenti tra voi avranno notato un nome mancante dalla catena sciorinata all'inizio dell'articolo. Butch James potrebbe essere la chiave per affrontare la questione. Difensore affidabile e forte corridore, sì, ma regista di classe in nessun modo, James era semplicemente un legame tra il mediano dominante Fourie du Preez e i suoi esterni utilizzati raramente. Era il numero 10 più vicino a essere superfluo nello schema generale delle cose.
Questa tendenza è continuata nell'attuale Coppa del mondo. Dimitri Yachvili, Mike Phillips e Will Genia sono chiaramente più influenti sulle loro squadre di quanto lo sia l'uomo che gioca al loro fianco. Piri Weepu lo è diventato dopo che l'inguine di Carter è saltato una quindicina di giorni fa. Mentre una volta l'apertura era considerata il quarterback della squadra, ora questo incarico sembra passato al mediano di mischia. "Con i giocatori arretrati rispetto alla mischia e la linea di fuorigioco difficile da colpire al breakdown, tocca al mediano di mischia dare il primo sguardo", dice Thorburn, "deve essere in grado di valutare rapidamente se c'è un'opportunità su uno dei lati del breakdown. Se continua a spalare la palla si farà una reputazione in questo senso e la difesa avrà gioco facile. Oggi è troppo facile difendersi".
Thorburn ha piuttosto minacciosamente indicato l'australiano Will Genia come il migliore al mondo in questo aspetto del gioco, perché la sua accelerazione bruciante fa di lui una costante minaccia, come i Crusaders e gli All Blacks hanno scoperto a loro spese quest'anno. Non tutto è perduto, comunque. Mentre Thorburn ritiene che a conti fatti Jimmy Cowan sia il migliore per dare gli All Blacks opzioni di gioco al largo, crede anche che il gioco di Weepu stia migliorando così rapidamente da renderlo vicino a essere completo: "E 'diventato capace di fare tutto e di fare alcune cose da maestro".
Weepu è stato la figura dominante del gioco degli All Blacks nella vittoria dei quarti di finale contro l'Argentina. Potrebbe però essere molto occupato contro Genia questa volta. I tempi sono maturi perché un'apertura cresca fino a dare una cifra definitiva a questa Coppa del mondo, un torneo che ha fornito pochi highlights da chi indossa il numero 10.
Dylan Cleaver


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