Le conseguenze della sconfitta in Coppa del mondo sono brutali: poche ore dopo gli Springboks erano in partenza al mattino presto da Wellington per tornare a casa in Sudafrica, senza la Webb Ellis Cup con la quale arrivarono nel 2007. Alla conferenza stampa prevista per lunedì sera al Johannesburg International Airport l'allenatore e il capitano dovranno sicuramente affrontare alcune domande difficili. Una di queste è se Peter de Villiers abbia sbagliato schierando John Smit nei quarti contro i Wallabies e se sia stato un errore affidare le speranze di vittoria a così tanti vecchi veterani. Ma mentre era giusto fare queste domande quando i Boks erano lì, possono essere considerate irrilevanti se si tiene conto dalle circostanze della sconfitta per 11-9 al Wellington Stadium che li ha condannati a un'uscita prematura.
Smit ha fatto il lavoro che ci si aspettava da lui nell'aiutare la squadra a conquistare il predominio fin dalle fasi iniziali, e nessuno dei suoi compagni di squadra è sembrato vecchio. Quasi tutti alla Coppa del mondo, e in particolare quelli della nazione ospitante, sembrano essere d'accordo sul fatto che i Boks sono stati derubati da un arbitraggio shock di Bryce Lawrence, che dopo la sua performance assurda quest'anno nel match di Super Rugby tra Crusader e Sharks davvero non aveva alcun diritto di avvicinarsi a questo torneo.
Dire che i Boks siano completamente innocenti per la sconfitta non sarebbe però corretto, visti i pasticci che hanno fatto in un sacco di occasioni e considerando che hanno creato abbastanza gioco per vincere, nonostante il peculiare arbitraggio del breakdown da parte di Lawrence. In qualche modo la partita ha ricordato la vittoria contro l'Inghilterra a Twickenham l'anno scorso, quando i Boks avevano dominato con gli avanti, ma avevano fatto fatica a realizzare un gioco d'insieme. Ovviamente la differenza è che lo scorso novembre era andata bene e questa volta no. Sarebbe ingiusto però accusare i trequarti di essere completamente impotenti, perché Jean de Villiers è stato molto brillante a volte in attacco e solo la sfortuna ha negato ai Boks la meta confezionata da Patrick Lambie dopo un grande break di De Villiers.
Dire che i Boks siano completamente innocenti per la sconfitta non sarebbe però corretto, visti i pasticci che hanno fatto in un sacco di occasioni e considerando che hanno creato abbastanza gioco per vincere, nonostante il peculiare arbitraggio del breakdown da parte di Lawrence. In qualche modo la partita ha ricordato la vittoria contro l'Inghilterra a Twickenham l'anno scorso, quando i Boks avevano dominato con gli avanti, ma avevano fatto fatica a realizzare un gioco d'insieme. Ovviamente la differenza è che lo scorso novembre era andata bene e questa volta no. Sarebbe ingiusto però accusare i trequarti di essere completamente impotenti, perché Jean de Villiers è stato molto brillante a volte in attacco e solo la sfortuna ha negato ai Boks la meta confezionata da Patrick Lambie dopo un grande break di De Villiers.
PROBLEMI IN ATTACCO
Guardando ai prossimi quattro anni, però, la nuova gestione che si occuperà dei Boks sarebbe negligente se ignorasse la sgradevole realtà che l'attacco è stato un problema non solo per i Boks, ma da tempo anche per le squadre sudafricane di Super Rugby. Va fatto uno sforzo per far crescere il gioco d'attacco dei Boks, che andranno in liquidazione se parteciperanno a un'altra Coppa del mondo dotati solo di un efficace gioco di percentuali. L'argomento che mancano talenti fra i trequarti può essere ridimensionato guardando a quanto facilmente il giovane Lambie si è adeguato alle esigenze del rugby internazionale, mentre Francois Hougaard è così oltraggiosamente talentuoso da rendere possibile scommettere su di lui meglio come ala che come mediano di mischia.
Ma per tornare ai Boks, dare la colpa della loro caduta in questa Coppa del mondo al fatto che fossero troppo vecchi sarebbe ingiusto e semplicemente sbagliato. Se avessero disputato un'altra partita la tesi potrebbe considerarsi dimostrata, ma non è stato questo il caso nei quarti. Non avevano l'aspetto di una squadra vecchia, sembravano la squadra dominante, e questo non era il giorno in cui i giovani trionfano sull'età, come nel quarto di finale tra Galles e Irlanda. La lunga discussione sul fatto che l'allenatore Bok abbia visto giusto o sbagliato quando ha investito tanto in esperienza risulta inconcludente, come molto altro della sua carriera con i Boks.
Mentre i Boks vanno fuori dalla Coppa nella stessa fase in cui capitò alla squadra di Rudolf Straeuli nel 2003, mettere a confronto le due campagne non sarebbe confrontare le mele con le mele. Nel 2003 la squadra guidata da Corne Krige era stata battuta dagli All Blacks nei quarti e anche dall'Inghilterra nella fase a gironi. Aveva preparato la Coppa del mondo con Kamp Staaldraad; questi Boks l'hanno fatta precedere da un campo di condizionamento che alla luce di quanto accaduto nel quarto di finale, ha funzionato. La sconfitta di domenica è stata la prima per il Boks in 12 partite di Coppa del mondo, ed è arrivata in un match in cui, francamente, il successo è stato loro negato da una fortuna bizzarramente crudele e dall'interpretazione dell'arbitro. "Sono deluso", ha detto lo skipper Smit quando gli è stato chiesto poi se era scontento del fatto che in una gara così importante Lawrence è sembrato arbitrare il breakdown in modo così diseguale.
CONFERENZA STAMPA EMOZIONANTE
Ma questo era quanto è stato ormai disegnato, e complimenti a Smit e De Villiers per come si sono comportati nella conferenza stampa finale, comprensibilmente emotiva considerando le carriere che sono arrivate alla fine e le circostanze della sconfitta. Sia l'allenatore sia il capitano hanno lodato gli australiani descrivendoli come la squadra migliore, anche se entrambi devono sapere che hanno giocato meglio dei Wallabies quasi per gli interi 80 minuti. Questa è stata veramente una partita in cui hanno vinto ovunque tranne che sul tabellone, anche se la meta segnata in apertura dal capitano dei Wallabies James Horwill ha giocato un ruolo importante nel determinare il percorso che la partita ha poi preso. Forse i Boks avrebbero dovuto essere più lucidi nella caccia al risultato e hanno fatto un errore a non calciare verso i pali quando hanno avuto un penalty vicino alla linea australiana nel primo tempo. Ma in generale si dovrebbe dire che la partita è andata nel verso pianificato con esattezza dai Boks, che hanno dominato tutte le statistiche rilevanti, tranne quella che conta di più.
Negli anni a venire la gente di rugby darà uno sguardo alle statistiche, che hanno mostrato un sorprendente vantaggio territoriale del 76% per il Sudafrica, per continuare con le cinque touche rubate contro nessuna, il 56% di possesso e i 53 placcaggi contro 147, e si chiederà come mai i Boks abbiano perso questa partita. Quelle statistiche contro una squadra che è considerata la favorita da alcuni critici e che è campione del Tri-Nations sono impressionanti. E' il motivo per cui in questo caso l'uscita ai quarti di finale non dovrebbe essere accompagnata da recriminazioni. In questa partita la squadra allenata da Robbie Deans non è stata migliore di quella allenata da Peter de Villiers. Se non per un colpo dalla lunga distanza.
Ma questo era quanto è stato ormai disegnato, e complimenti a Smit e De Villiers per come si sono comportati nella conferenza stampa finale, comprensibilmente emotiva considerando le carriere che sono arrivate alla fine e le circostanze della sconfitta. Sia l'allenatore sia il capitano hanno lodato gli australiani descrivendoli come la squadra migliore, anche se entrambi devono sapere che hanno giocato meglio dei Wallabies quasi per gli interi 80 minuti. Questa è stata veramente una partita in cui hanno vinto ovunque tranne che sul tabellone, anche se la meta segnata in apertura dal capitano dei Wallabies James Horwill ha giocato un ruolo importante nel determinare il percorso che la partita ha poi preso. Forse i Boks avrebbero dovuto essere più lucidi nella caccia al risultato e hanno fatto un errore a non calciare verso i pali quando hanno avuto un penalty vicino alla linea australiana nel primo tempo. Ma in generale si dovrebbe dire che la partita è andata nel verso pianificato con esattezza dai Boks, che hanno dominato tutte le statistiche rilevanti, tranne quella che conta di più.
Negli anni a venire la gente di rugby darà uno sguardo alle statistiche, che hanno mostrato un sorprendente vantaggio territoriale del 76% per il Sudafrica, per continuare con le cinque touche rubate contro nessuna, il 56% di possesso e i 53 placcaggi contro 147, e si chiederà come mai i Boks abbiano perso questa partita. Quelle statistiche contro una squadra che è considerata la favorita da alcuni critici e che è campione del Tri-Nations sono impressionanti. E' il motivo per cui in questo caso l'uscita ai quarti di finale non dovrebbe essere accompagnata da recriminazioni. In questa partita la squadra allenata da Robbie Deans non è stata migliore di quella allenata da Peter de Villiers. Se non per un colpo dalla lunga distanza.
Gavin Rich
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