mercoledì 19 ottobre 2011

Nuova Zelanda-Francia: la finale dell'87



Eden Park, 20 giugno 1987
Nuova Zelanda: 15 John Gallagher (Wellington); 14 John Kirwan (Auckland), 13 Joe Stanley (Auckland), 12 Warwick Taylor (Canterbury), 11 Craig Green (Canterbury); 10 Grant Fox (Auckland), 9 David Kirk (Auckland - capt); 1 Steve McDowell (Auckland), 2 Sean Fitzpatrick (Auckland), 3 John Drake (Auckland), 4 Murray Pierce (Wellington), 5 Gary Whetton (Auckland), 6 Alan Whetton (Auckland), 7 Michael Jones (Auckland), 8 Wayne Shelford (North Harbour). Riserve: Bernie McCahill (Auckland), Frano Botica (North Harbour), Bruce Deans (Canterbury), Zinzan Brooke (Auckland), Richard Loe (Waikato), Andy Dalton (Counties).
All. Brian Lochore.
Francia: 15 Serge Blanco (Biarritz); 14 Didier Camberabero (Beziers), 13 Philippe Sella (Agen), 12 Denis Charvet (Toulouse), 11 Patrice Lagisquet (Bayonne); 10 Frank Mesnel (Racing), 9 Pierre Berbizier (Agen); 1 Pascal Ondarts (Biarritz), 2 Daniel Dubroca (Agen - capt), 3 Jean-Pierre Garuet (Lourdes), 4 Alain Lorieux (Aix-les-Bains), 5 Jean Condom (Biarritz), 6 Eric Champ (Toulon), 7 Dominique Erbani (Agen), 8 Laurent Rodriguez (Montferrand).
Riserve: Philippe Dintrans (Tarbes), Louis Armary (Lourdes), Jean-Luc Joinel (Brive), Rodolphe Modin (Brive), Marc Andrieu (Nimes), Jean-Baptiste Lafond (Racing).
All. Jacques Foroux.
Marcatori: 14' drop Fox, 17' m. Jones t. Fox; 45' cp Camberabero, 47' cp Fox, 53' cp Fox, 60' m. Kirk, 62' m. Kirwan, 66' cp Fox, 75' cp Fox, 80' m. Berbizier t. Camberabero.
Arbitro: Kerry Fitzgerald (Australia).
Note: scrosci di pioggia, spettatori 48035, primo tempo 9-0, nessuna sostituzione.


L'immagine di David Kirk che solleva per la prima volta la Webb Elli Cup è diventata l'icona del nuovo inizio che avrebbe portato il rugby, otto anni dopo, ad archiviare l'epoca del gioco amatoriale. Forse solo Nelson Mandela con la maglia numero 6 degli Springboks ha lasciato una traccia più significativa nella storia di questo sport. Quella partita tra Nuova Zelanda e Francia resta comunque una pietra miliare, oltre che un ricordo indelebile per chi ha avuto la fortuna di esserne testimone. E il fatto che 24 anni dopo si ripeta la sfida chiude un cerchio magico che cominciò ad essere disegnato quel 20 giugno 1987.

Il sole illumina l'Eden Park quando Grant Fox dà il calcio d'inizio di questa storica partita. Ma la pioggia non tarderà a rinfrescare le idee dei protagonisti. C'è aria di festa fin dall'inizio. La gente è elettrizzata dall'evento, ma non c'è la tensione che si coglieva domenica scorsa prima della semifinale con l'Australia. Il rugby si vive con semplicità e ironia. Uno dei francesi si chiama Condom e fin dall'asilo lo avranno preso di mira. Qui un gruppo di spettatori fa il giro del campo con un cartello: “There's no condom for a Kiwi”.
Si gioca al vecchio Eden Park, con la piccola curva sud e quella nord asimmetrica. Nello spogliatoio David Kirk ha detto agli All Blacks: cogliete l'occasione che potrebbe non capitarvi più. Non sapendo quanto profetiche sarebbero state le sue parole per 24 anni. Ma poi ha chiesto a Buck Shelford, il più carismatico degli avanti neozelandesi, di dire la sua: “Solo due parole, kia kaha”. In maori vuol dire “siate forti”. I francesi nello spogliatoio parlano della famiglia lontana, del lungo viaggio per conquistare questo pomeriggio all'Eden Park. “Loro erano più centrati sulla partita – dirà poi Philippe Sella – pensavano solo alla partita”.
Tocca proprio a Wayne Shelford guidare un'haka di straordinaria intensità. Poi si comincia. I neozelandesi utilizzano la prima parte del match per stabilire il predominio del pack. Sono superiori nell'organizzazione degli avanti, ma come da tradizione sono le terze linee a fissare standard irraggiungibili per i giocatori dell'emisfero nord. Al quarto d'ora il risultato si sblocca. C'è un fallo francese in touche e Kirk gioca il calcio libero su Fox. Allora si poteva tentare il drop e l'apertura lo fa: 3-0. Tre minuti dopo gli All Blacks sono in meta. Fox prova un altro calcio di rimbalzo, ma lo svirgola. Tocca a Lagisquet raccogliere e rinviare, ma l'ala francese pasticcia sotto la pressione di Kirwan e Shelford. Michael Jones raccoglie e va. Sulla sua strada resta solo Blanco. Il flanker neozelandese evita il placcaggio con una veronica e varca la linea. Fox trasforma: 9-0.
Nella restante metà del primo tempo gli All Blacks vanno ancora vicini a marcare e anche i francesi hanno qualche fiammata quando tentano di mettere in moto i loro trequarti, ma la difesa neozelandese al largo è insuperabile. Sotto la pioggia, comunque, il risultato non cambia. Con gli All Blacks in vantaggio all'intervallo sull'Eden Park spunta l'arcobaleno.
All'inizio della ripresa la Francia accelera, cercando di riacchiappare un risultato che ancora non la condanna. Un fallo a terra di Alan Whetton manda Camberabero in piazzola di tiro: 9-3. Gli All Blacks sanno che devono interrompere sul nascere ogni velleità di rimonta. Si riversano nella metà campo francese e capitalizzano con Fox l'indisciplina degli avversari. Un fuorigioco dei trequarti dopo una ruck avanzante impostata da Shelford. E poco dopo una pedata di frustrazione di Dubroca a Fitzpatrick: 15-3.
Poi, nel giro di due minuti, quando si entra nell'ultimo quarto, l'apoteosi All Black. Michael Jones, insolitamente schierato a centro touche, vince una rimessa laterale. Joe Stanley si incarica del set-up centrale. Kirk lancia a destra Fox, che trova all'interno Michael Jones, assist per Kirk che corre in diagonale per cinque metri segnando sul placcaggio di Sella: 19-3.
Alla ripresa del gioco gli All Blacks gestiscono una maul nel proprio territorio. Kirk è galvanizzato dalla meta, vende una finta a Berbizier, sfugge alle terze linee e si invola per quaranta metri. E' una ferita profonda nella difesa francese, ma sarebbe indolore se il capitano neozelandese rimanesse isolato sul recupero di Mesnel. Il sostegno di Shelford è un gesto tecnico da antologia. Raccoglie palla da terra in piena velocità e passa istantaneamente a destra per John Kirwan. L'ala corre lungo l'out, si sbarazza di Berbizier e assorbe l'ultimo placcaggio di Sella segnando sulla bandierina: 23-3.
La partita è segnata. Ci sarà tempo ancora per due piazzati di Fox, con i gabbiani che planano sull'Eden Park per partecipare alla festa. Allo scadere l'orgoglio francese produce l'ultima meta del mondiale. Rodriguez parte da mischia, Berbizier serve Champ all'interno, due ruck a 5 metri dalla linea, poi la carica di Mesnel che libera Berbizier sotto i pali. Finisce qui: 29-9.
Il pubblico sciama all'interno del campo, allora non c'erano divieti. Gli All Blacks guadagnano a fatica il tunnel. David Kirk riceve la coppa del mondo da John Kendall-Carpenter, l'uomo che ha sbloccato la diffidenza inglese e varato l'evento. Con lui il presidente dell'International Board, il francese Albert Ferrasse, recentemente scomparso. Kirk chiama accanto a sé Andy Dalton, capitano non giocatore, che ha avuto la duplice sfortuna di infortunarsi prima del torneo e di essere sostituito da Sean Fitzpatrick, che la maglia numero 2 non l'avrebbe mollata più. E' un sabato meraviglioso per la Nuova Zelanda e gli All Blacks trionfalmente campioni del mondo. Lunedì Craig Green torna a fare il muratore. 
Paolo Catella

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