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venerdì 16 dicembre 2011

Steve Hansen alla guida degli All Blacks

Steve Hansen è stato nominato capo allenatore degli All Blacks. Una scelta di continuità, visto che Hansen era allenatore degli avanti sotto Graham Henry. Nel 2003 era succeduto allo stesso Henry sulla panchina del Galles. Con i dragoni ha affrontato tre volte l'Italia, con due vittorie e una sconfitta. L'annuncio dato dal sito Supersport.com.



Steve Hansen ha detto che gli è stato dato il "più grande degli onori" nel rugby quando è stato nominato capo allenatore dei campioni del mondo neozelandesi. L'ex assistente allenatore degi All Blacks, 52 anni, era stato ampiamente indicato per l'incarico superiore dopo il ritiro di Graham Henry il mese scorso e dopo che il suo collega assistente Wayne Smith aveva assunto un ruolo di consulente nel Super Rugby con i Waikato Chiefs. Hansen, che ha firmato un contratto di due anni, si è detto orgoglioso di aver avuto l'incarico.

martedì 25 ottobre 2011

All Blacks in parata, il governo è salvo

Il premier John Key aveva già scherzosamente, ma non troppo, nominato Richie McCaw primo ministro. Con gli All Blacks campioni del mondo che sfilano nelle principali città neozelandesi festeggiati da migliaia di persone, l'Australian spiega il significato politico della vittoria.


Dopo un anno tragico, un quarto di milione di neozelandesi si è riversato nelle strade di Auckland per salutare la Coppa del mondo vinta dagli All Blacks, sollevati quanto felici. Il sollievo è stato avvertito soprattutto dal primo ministro John Key, che affronta le elezioni il 26 novembre. Dopo aver visto i kiwi vincere all'Eden Park, insieme con altri 60.000 tifosi, ha detto che è stato l'orgoglio nazionale che "ha dato loro il coraggio per farcela negli ultimi 50 minuti" della nervosa vittoria per 8-7 sulla Francia.

lunedì 24 ottobre 2011

Una finale dominata dalle difese


E' stata una finale dominata dalle difese, come spesso è accaduto. Le analogie maggiori sono forse con la finale di Twickenham del 1991, quando l'Australia eresse un muro di mattoni gialli (e beneficiò di un trucco astuto di Campese) a difesa di un 12-6 timbrato anche allora dalla meta di un pilone. Contro un'Inghilterra andata come la Francia molto vicina al risultato clamoroso, fu un classico peel-off da touche di Daly a rompere l'equilibrio. Ancora più semplice il movimento che ha portato Woodcock oltre la linea: doppio blocco neozelandese, lancio a fondo touche su Kaino e francesi un po' polli a lasciare un varco centrale enorme. Ma che lo schema All Black fosse stato allenato è confermato dalle congratulazioni in diretta di Graham Henry a Steve Hansen. 

domenica 23 ottobre 2011

Una squadra di 4 milioni di neozelandesi

Questo è l'editoriale pubblicato in prima pagina dal New Zealand Herald il giorno della finale della Coppa del mondo.


Gli Originals. Il nome della squadra è un soffio di leggenda, anche se i nomi dei giocatori quasi si perdono nella notte dei tempi. Dopo il tour trionfale del 1905-1906 in Gran Bretagna, Irlanda, Francia e Stati Uniti, gli uomini si imbarcarono su una nave per tornare a casa dalle loro famiglie e al loro lavoro: ferrovieri, giornalisti, agricoltori. Sei di loro passarono al nuovo codice professionistico del rugby, con il quale avrebbero potuto guadagnarsi da vivere e sostenere i figli. Alcuni sono morti giovani, alcuni sono morti dimenticati.

sabato 22 ottobre 2011

Nuova Zelanda-Francia: i protagonisti

Ecco i due XV di partenza per la finale. La scheda dei protagonisti è stata redatta dall'agenzia AP.

I capitani: Richie McCaw e Thierry Dusatoir

Nuova Zelanda
15 Israel Dagg ha fatto suo il posto di estremo All Blacks con alcune superbe esibizioni di rugby d'attacco e con la sua abilità sui palloni alti. Ha triturato il midfield australiano due volte all'inizio della semifinale e creato la meta di apertura facendo fuori la difesa con un buon angolo verso la bandierina destra e scaricando poi su Ma'a Nonu completamente smarcato.
14 Cory Jane ha disputato due partite eccezionali sulla fascia destra dopo essere stato rimproverato per una notte alcolica dopo la fase eliminatoria. È stato votato man-of-the-match della semifinale con l'Australia, quando è stato fenomenale nel disinnescare i calci alti e i contrattacchi dei Wallabies.

Villepreux: la Francia in trincea

Su Midi Olympique, Pierre Villepreux illustra le priorità della squadra francese nella finale contro gli All Blacks superfavoriti.


In questa finale, se i francesi hanno una speranza di sconvolgere le probabilità, è logico pensare che la difesa sarà l'arma strategica chiave. Se funziona la difesa, potranno cercare di cogliere tutte le opportunità, sperando che la pressione costringa gli All Blacks a perdere qualche palla per strada nel gioco alla mano o su eventuali calci mal negoziati. L'opzione di sfruttare il gioco dell'avversario non sarà sufficiente, ma la sua efficacia condizionerà il gioco dei Blues quando dovranno utilizzare la palla da situazioni strutturate. Non sarà allora il caso di riconsegnare la palla velocemente al piede come è avvenuto in semifinale contro il Galles.

Nuova Zelanda-Francia: una favola e un pronostico

Il sito PlanetRugby presenta il percorso della Francia verso la finale come la favola del genio della lampada. Elenca tutte le possibilità dei Blues, ma conclude con un pronostico che non dà loro scampo.


All'inizio del torneo era l'incubo peggiore per i fans degli All Blacks: la loro squadra contro lo spauracchio della Francia in finale... senza Dan Carter. La migliore cura per gli incubi è una favola. Così riunitevi intorno a me, se volete, e vi raccontano la storia di Marc Le Moustache e la Lucente Coppa d'Oro.

Jerome Kaino, come nasce una stella

Jerome Kaino è forse il giocatore che ha più impressionato tra gli All Blacks durante la Coppa del mondo. Con McCaw e Reid forma una terza linea dominante e inimitabile. E' stato inserito fra i candidati a giocatore dell'anno. Ma la sua storia non è stata priva di difficoltà, come raccontato dal New Zealand Herald un mese prima del torneo.

  
Tim Connolly stava guardando un robusto paio di reggilibri quando una sfera da demolizione ha catturato la sua attenzione. Per quanto colpito dal giocatore adolescente, ha tenuto i suoi pensieri per sé. Chi poteva sapere come avrebbero reagito i genitori e lo staff tecnico della squadra della Papakura High School sapendo che c'era un bracconiere in mezzo a loro? Sarebbero stati più sorpresi o arrabbiati? Dopo tutto la loro squadra faceva sempre fatica a emergere e quel sabato era stata battuta nettamente dal College di Aorere. Ma Connolly vedeva l'oro nella loro sconfitta e come neo allenatore del primo XV di St. Kentigern aveva la possibilità di seguire la chiamata alle armi dei ragazzi del rugby. Questo accadeva nel 1999 e, dopo il successo della squadra dei Kelston Boys di Graham Henry, tutte le scuole di Auckland con ambizioni di gloria nel rugby erano sfacciatamente pronte a concedere borse di studio a i migliori talenti grezzi provenienti dalle periferie meno ricche. Connolly si era presentato per visionare i fratelli Afoa, John e James, che erano i piloni della mischia di Papakura. Conosceva il loro pedigree dai tempi in cui allenava le squadre giovanili di Counties - ma fu un ragazzo samoano longilineo che giocava centro a catturare la sua attenzione.

venerdì 21 ottobre 2011

La Francia può arginare la marea nera?

Shaun Edwards è uno dei tecnici protagonisti del rinascimento gallese. Allenatore della difesa, è uno dei principali collaboratori di Warren Gatland. Sul Guardian spiega quali possibilità ha realisticamente la Francia di mettere in difficoltà gli All Blacks in finale.


E' una strana sensazione. In circostanze meno controverse queste note sarebbero state scritte mentre preparavo una finale dei mondiali. Dopo il quarto di finale contro l'Irlanda, mi sono seduto e ho cominciato ad annotare tutto ciò che sapevo sugli All Blacks 2011 di Graham Henry, come giocano e come giocare contro di loro. La maggior parte degli appunti provengono dal quarto di finale contro l'Argentina, che ha esposto qualche nervo scoperto per 60 minuti, ma il resto è un'aggiunta compulsiva dalla semifinale con l'Australia, quando il Galles già sapeva di essere fuori dalla finale e che i Wallabies sarebbero stati i nostri avversari per il terzo posto. Scrivendo questo secondo capitolo, e dopo una chiacchierata con alcuni allenatori All Black, è stata aggiunta la nota "intensità claustrofobica",  non una frase proprio accattivante, d'accordo, ma era questa la linea piantata da quegli allenatori nella mente dei loro giocatori prima di mandarli ad affrontare l'Australia. Il che riassume quanto accaduto nel quarto di apertura della semifinale all'Eden Park e ho il sospetto che nella finale di domenica sia probabile che vada allo stesso modo.La domanda è se la Francia possa confrontarsi con l'intensità degli All Blacks laddove l' Australia, squadra per natura molto più fluida, non ha potuto farlo. Prima, però, bisogna capire quello che i Blacks cercano di fare alle squadre che sospettano non essere all'altezza della sfida fisica, dallo spietato macinare nel gioco ordinato alla punizione inflitta nelle collisioni in campo aperto.

giovedì 20 ottobre 2011

Wayne Smith, ultima chiamata All Black

Wayne Smith, assistente allenatore degli All Blacks, darà l'addio all'incarico dopo la finale contro la Francia. L'Independent gli rende omaggio con un ritratto in cui c'è anche parecchia Italia. Wayne Smith ha allenato a Treviso e Casale sul Sile.

 
Wayne Smith prova un amore profondo e duraturo per il rugby francese, per cui se avesse sentito, un paio di giorni fa, le parole di André Boniface, il maestro del midfield di Mont-de Marsan, sullo spettacolare assalto iniziale degli All Blacks contro i Wallabies nella semifinale dello scorso weekend, quelle parole sarebbero state musica per le sue orecchie. "Per la prima volta nella mia vita", ha detto Boniface, 78 anni "mi sentivo come se stessi guardando un film. Mai prima d'ora, come giocatore o come spettatore, ho provato un'esperienza simile. Per questo ringrazio gli All Blacks". Smith è uno dei due assistenti di Graham Henry in questo torneo, l'altro è Steve Hansen, ma tale è stata la qualità del contributo dato da questo venerato uomo dell'Isola del Nord al gioco in questo paese negli ultimi tre decenni – salvi i soggiorni all'estero, in particolare con Northampton tra il 2001 e il 2004 – che non c'è nessuno nel mondo degli dei del rugby che lo possa considerare meno di un faro. Ora il suo rapporto con la nazionale sta volgendo al termine, circa 31 anni dopo aver fatto il suo debutto con la felce argentata nel ruolo di apertura. Ha un'ultima partita davanti a sé, e dato che si tratta di una finale dei Mondiali, proprio contro i francesi, promette di essere davvero un grande addio.

mercoledì 19 ottobre 2011

La battaglia per la vita di Jonah Lomu

Jonah Lomu è stato dimesso dall'ospedale di Auckland, ma le sue condizioni sono sempre preoccupanti. La crisi di rigetto del rene trapiantato nel 2004 è affrontata con una terapia molto forte, una dieta a basso contenuto di potassio e il ricorso alla dialisi quattro volte la settimana. L'ex giocatore soffre di stanchezza e nausea. Il suo sistema immunitario è indebolito e questo gli impone per il momento di evitare contatti potenzialmente contagiosi. Lomu ha parlato della sua situazione solo con il settimanale New Zealand Woman's Weekly, al quale sarebbe legato da un contratto di esclusiva. Ecco il servizio della rivista.


Quando Jonah Lomu è sceso in campo per la cerimonia di apertura della Coppa del mondo di quest'anno, un pubblico mondiale di milioni persone si è entusiasmato per la prima superstar veramente globale del rugby - leggendario non solo sul campo, ma anche fuori – alla sua entrata all'Eden Park. Il grande campione, la cui ombra sul terreno di gioco era riconoscibile anche prima che qualcuno potesse vedere la sua faccia, andava a sostenere il paese e il gioco che lui ritiene gli abbiano cambiato la vita. Ma mentre la folla applaudiva e lo salutava, nessuno poteva prevedere che solo due settimane dopo, Jonah sarebbe finito esausto e sofferente nel reparto renale dell'Auckland Hospital.Parlando con il settimanale New Zealand Woman's Weekly dal suo letto d'ospedale, con la moglie Nadene al fianco, Jonah prega che il suo rene - donatagli nel 2004 dal dj della radio ZM Grant Kereama – riesca a sfidare le probabilità.

Cosa significa affrontare gli All Blacks

Paul Ackford ha affrontato gli All Blacks con l'Inghilterra quattro volte e ha sempre perso. Ora, sul Telegraph, spiega perché è così difficile batterli.

 
La mia storia d'amore con il rugby della Nuova Zelanda di rugby è cominciata 33 anni fa. Dico storia d'amore ma è inesatto. E' più una storia di paura, perché nel 1978, all'età di 20 anni, mi sono trovato a giocare contro gli All Blacks di Graham Mourie in tour vestendo la maglia della selezione Sud e Sud-Ovest, come si usava in quei giorni lontani.

Nuova Zelanda-Francia: la finale dell'87



Eden Park, 20 giugno 1987
Nuova Zelanda: 15 John Gallagher (Wellington); 14 John Kirwan (Auckland), 13 Joe Stanley (Auckland), 12 Warwick Taylor (Canterbury), 11 Craig Green (Canterbury); 10 Grant Fox (Auckland), 9 David Kirk (Auckland - capt); 1 Steve McDowell (Auckland), 2 Sean Fitzpatrick (Auckland), 3 John Drake (Auckland), 4 Murray Pierce (Wellington), 5 Gary Whetton (Auckland), 6 Alan Whetton (Auckland), 7 Michael Jones (Auckland), 8 Wayne Shelford (North Harbour). Riserve: Bernie McCahill (Auckland), Frano Botica (North Harbour), Bruce Deans (Canterbury), Zinzan Brooke (Auckland), Richard Loe (Waikato), Andy Dalton (Counties).
All. Brian Lochore.
Francia: 15 Serge Blanco (Biarritz); 14 Didier Camberabero (Beziers), 13 Philippe Sella (Agen), 12 Denis Charvet (Toulouse), 11 Patrice Lagisquet (Bayonne); 10 Frank Mesnel (Racing), 9 Pierre Berbizier (Agen); 1 Pascal Ondarts (Biarritz), 2 Daniel Dubroca (Agen - capt), 3 Jean-Pierre Garuet (Lourdes), 4 Alain Lorieux (Aix-les-Bains), 5 Jean Condom (Biarritz), 6 Eric Champ (Toulon), 7 Dominique Erbani (Agen), 8 Laurent Rodriguez (Montferrand).
Riserve: Philippe Dintrans (Tarbes), Louis Armary (Lourdes), Jean-Luc Joinel (Brive), Rodolphe Modin (Brive), Marc Andrieu (Nimes), Jean-Baptiste Lafond (Racing).
All. Jacques Foroux.
Marcatori: 14' drop Fox, 17' m. Jones t. Fox; 45' cp Camberabero, 47' cp Fox, 53' cp Fox, 60' m. Kirk, 62' m. Kirwan, 66' cp Fox, 75' cp Fox, 80' m. Berbizier t. Camberabero.
Arbitro: Kerry Fitzgerald (Australia).
Note: scrosci di pioggia, spettatori 48035, primo tempo 9-0, nessuna sostituzione.


L'immagine di David Kirk che solleva per la prima volta la Webb Elli Cup è diventata l'icona del nuovo inizio che avrebbe portato il rugby, otto anni dopo, ad archiviare l'epoca del gioco amatoriale. Forse solo Nelson Mandela con la maglia numero 6 degli Springboks ha lasciato una traccia più significativa nella storia di questo sport. Quella partita tra Nuova Zelanda e Francia resta comunque una pietra miliare, oltre che un ricordo indelebile per chi ha avuto la fortuna di esserne testimone. E il fatto che 24 anni dopo si ripeta la sfida chiude un cerchio magico che cominciò ad essere disegnato quel 20 giugno 1987.

domenica 16 ottobre 2011

All Blacks in finale, demolita l'Australia

NUOVA ZELANDA-AUSTRALIA 20-6

Ma'a Nonu: sua l'unica meta del match
Sarà dunque Nuova Zelanda-Francia, come 24 anni fa, la finale della Coppa del mondo. Gli All Blacks hanno battuto l'Australia in una semifinale controllata dall'alto di una superiore consistenza del pack e di una maggiore aggressività nei punti di collisione. I neozelandesi hanno dato subito il loro tono al match, costringendo gli australiani ad asserragliarsi nella loro zona difensiva, un po' come era loro accaduto contro gli Springboks. Solo che rispetto ai sudafricani gli All Blacks posseggono una marcia in più nella linea veloce. Un'invenzione e uno splendido offload di Israel Dagg ha proiettato in meta Ma'a Nonu dopo soli 5 minuti. L'arbitro Joubert ha controllato con molta attenzione il gioco a terra, penalizzando i primi due interventi di Pocock. Weepu, complessivamente poco preciso nei piazzati, ha così portato gli All Blacks sull'8-0. L'Australia ha reagito con alcune fiammate di Genia, O'Connor e soprattuto Ioane, ma ha raccolto solo il piazzato dell'8-3. Ancora una volta deludente la prestazione di Quade Cooper all'apertura, mentre Aaron Cruden non ha sempre fatto le scelte giuste, ma ha comnque dato propulsione alla manovra All Black. E ha avuto il merito di segnare il drop dell'11-3. A sua volta Cooper ha cercato di tenere in partita l'Australia con un drop. Il secondo penalty di Weepu ha mandato le squadre al riposo sul 14-6. Nella ripresa i neozelandesi si sono limitati a giocare semplice e a vanificare ogni iniziativa degli avversari. Fantastica la prestazione delle terze linee, nettamente superiori a quelle australiane. L'Australia si è progressivamente spenta e nei secondi 40 minuti non è riuscita a mettere a segno nemmeno un punto. Il dominio territoriale degli All Blacks e quello della loro mischia hanno portato invece ai neozelandesi altri 6 punti di sicurezza. Richie McCaw uomo del match.  

venerdì 14 ottobre 2011

Nuova Zelanda-Australia: un pronostico

Nuova Zelanda-Australia, la semifinale più attesa, con tutti gli ingredienti per diventare un match leggendario. Così lo presenta Planetrugby.com, sito "neutrale" con base in Sudafrica. Pronostico? Si potrebbe andare ai supplementari, lieve preferenza per gli All Blacks.

Richie McCaw e David Pocock
Non c'è niente di meglio! Su un campo di rugby non esiste una sfida più feroce che tra Nuova Zelanda e Australia, con le nazioni ai primi due posti del ranking una di fronte all'altra per un posto nella finale dei Mondiali. Dopo un mese ricco di eventi, le ultime quattro squadre rimaste arivano all'Eden Park di Auckland per due avvincenti semifinali: la rivelazione del torneo Galles contro il grande enigma della Francia e un altro capitolo della lunga rivalità All Blacks-Wallabies.
Ironia della sorte, sono le stesse semifinaliste della Coppa del mondo inaugurale in Nuova Zelanda, anche se intrecciate diversamente. Ma la grande domanda sulla bocca di tutti è se vedremo una ripetizione della finale 1987. Perché ciò accada, Nuova Zelanda e Francia devono prevalere nelle rispettive semifinali. Più facile a dirsi che a farsi.

lunedì 26 settembre 2011

Come sta Jonah Lomu?

Jonah Lomu, 36 anni, è stato ricoverato a Auckland per una non meglio precisata malattia dei reni. L'ex All Black ha avuto un trapianto 7 anni fa. La notizia ha fatto il giro del mondo, scatenando illazioni su un possibile rigetto o su altre complicazioni. Ecco come l'ha data il New Zealand Herald.



La leggenda del rugby Jonah Lomu è stato ricoverato in ospedale dopo un allarme sulla situazione dei suoi reni. Il distretto sanitario di Auckland ha confermato che Lomu è nel reparto di trapianto renale e epatico, ma ha riferito che non poteva fornire ulteriori informazioni. All'ex superstar All Black era è stata diagnosticata una malattia renale chiamata sindrome nefrosica nel 1995. Ha avuto un trapianto di rene nel luglio 2004 dopo che un annunciatore della radio ZM, Grant Kereama, era diventato il suo donatore. L'ex moglie di Lomu, Fiona, ha detto che la famiglia sta affrontando bene la situazione, ma ha chiesto il rispetto della privacy. Nadene, sua attuale moglie, ha detto: "Tutto quello che posso dire è che mio marito è stabile e finché non sappiamo esattamente cosa c'è di che non va, non siamo in grado di fare commenti".

venerdì 8 aprile 2011

Il fenomeno Sri Lanka



L'International Board ha presentato nei giorni scorsi un rapporto sulla crescita del rugby nel mondo. Tante cifre sulle potenzialità commerciali del mondo ovale, l'ovvia previsione di un possibile sviluppo in chiave olimpica con l'ingresso nel programma del Seven dal 2016, e l'altrettanto ovvia prospettiva di grande business a oriente in vista del mondiali giapponesi del 2019. Trionfo annunciato del marketing. Ma il rapporto riserva anche qualche dato sorprendente. Chi avrebbe immaginato che nella top ten del popolo del rugby ci fosse lo Sri Lanka?

mercoledì 9 marzo 2011

All Blacks, trucchi contagiosi

  
Da mesi spopolano su You Tube. Centinaia di migliaia di visitatori si sono chiesti se le abilità dimostrate in questo video da tre All Blacks sono reali o se si tratta di una burla tecnologica raffinata. Si sono moltiplicate le parodie e gli stessi All Blacks hanno messo sulla strada giusta i fans con una versione autoironica a base di hot dog. Inevitabile la dissacrante risposta degli australiani. Ma in tutto il mondo c'è chi ha provato a imitare gli All Blacks, raggiungendo spesso vette elevatissime di comicità.